Il popolo multicolore di Lilibet: «Lei per noi c’è sempre stata»

Il popolo multicolore di Lilibet: «Lei per noi c’è sempre stata»

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di Paola De Carolis

Davanti a Buckingham Palace, Windsor e Balmoral fiori e testimonianze di affetto. Asha, 8 anni: «Chissà quando avremo un’altra regina»

LONDRA – L’auto si ferma, il re scende assieme alla sua regina: «Queen Camilla», sottolineano i cronisti inglesi. Occorrerà tempo, forse, per abituarsi ai nuovi titoli, ai nuovi ruoli, ma non per dimostrare affetto. Il primo bagno di folla del nuovo sovrano concede la prova della lealtà dei sudditi che, accalcati dietro le transenne a Buckingham Palace, fanno a gara per stendergli le mani, porgergli le condoglianze, incitarlo a farsi forza. E Carlo risponde: «Grazie, questo è un momento che ho sempre temuto», non perché segna la sua ascesa al trono ma perché ha perso la madre, la sua «beloved mother». La signora Jenny gli chiede se può dargli un bacio, «certo», replica Carlo, mentre qualcuno comincia a cantare l’inno, già corretto con la nuova versione: God save the King .

A meno di 24 ore dalla morte di Elisabetta II, Carlo III entra a palazzo, a piedi, semplicemente, al fianco di Camilla, e sul tetto di Buckingham Palace viene issato il royal standard, la bandiera che segnala la presenza del sovrano. Anche nel lutto la vita continua. Quella frazione del centro di Londra che è ancorata ai Windsor, dove i giardini di Buckingham Palace confinano con il parco di St James e lungo il Mall si snodano le altre residenze reali, prima fra tutte Clarence House, dove Carlo ha abitato quando era solo l’erede al trono, si popola di gente: solo tre mesi fa si era tinta di mille colori con i festeggiamenti per il Giubileo di platino di Elisabetta, una kermesse allegra e spettacolare, con lo spiazzo davanti alla reggia trasformato in palco.

Ora il Paese piange la regina. Il clima è diverso, ma è impossibile non avvertire il calore che i sudditi nutrono per i loro reali, con la fila per passare davanti ai cancelli di Buckingham Palace e depositare un mazzo di fiori che si allunga sempre di più e in serata sfocia a Hyde Park Corner.

Un gruppetto di pensionati del Chelsea Royal Hospital con addosso la tradizionale giubba rossa, ragazzi con la divisa della scuola, bambini che tengono per mano i genitori, cittadini di ogni età e colore, chi in abito scuro, chi in bicicletta, chi in bermuda e maglietta: una folla che rappresenta tutta la diversità del Regno Unito a dimostrazione che la popolarità e la simpatia di Elisabetta non erano limitate da barriere di alcun tipo. Se il fulcro è Londra, scene simili si verificano a Windsor, che era tra i luoghi preferiti di Elisabetta, e davanti al castello di Balmoral, ogni mazzo di fiori il segno di una vita in qualche modo toccata dalla regina.

Beryl McAvoy, 81 anni, racconta di non riuscire ancora a credere che sia morta: «È sempre stata presente nella vita di tutti noi, sembra molto strano che non ci sia più. Sono contenta che non abbia sofferto e che si sia spenta senza traumi o dolore». Ha depositato i fiori dove 25 anni fa li aveva lasciati per Diana. Sana arriva in bicicletta. Ha portato con sé l’urna con le ceneri della nonna: «Adorava la famiglia reale». Abdul, con gli occhi umidi, sottolinea di non essersi mai considerato un monarchico eppure, precisa, si sente sperduto, stordito dal decesso di Elisabetta. «Come si fa a non provare ammirazione e affetto per la regina? Ha dato la vita per questo Paese. Ha lavorato sino all’ultimo momento, sempre con il sorriso sulle labbra». La piccola Asha, otto anni, si rammarica per Carlo, che ha perso la madre e riflette che ora, senza più Elisabetta, ci saranno solo re: Carlo, William, George. «Chissà quando ci sarà un’altra regina?». Il fratello Rish sorride, come a dire che i maschi sanno fare lo stesso lavoro.

La morte ha un suo cerimoniale: lontano dalla folla, a St James’s Palace, i musicisti, i bambini e gli adulti del coro arrivano per le prove, la sbarra si alza per il furgone di un fioraio, poi ancora per decine di poliziotti. Serviranno prove e ancora prove affinché l’ultimo saluto a Elisabetta si possa svolgere senza sbavature. A Westminster, vicino all’abbazia dove si terranno le esequie, c’è chi già studia la situazione logistica: «Dove sarà meglio prendere posto?», si chiedono John e la moglie Sarah. Non si perdono un appuntamento reale. «Ci teniamo a esserci. Bisogna capire dove verranno messe le transenne».

10 settembre 2022 (modifica il 10 settembre 2022 | 00:16)

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, 2022-09-10 05:16:00, Davanti a Buckingham Palace, Windsor e Balmoral fiori e testimonianze di affetto. Asha, 8 anni: «Chissà quando avremo un’altra regina», Paola De Carolis

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