Il popolo senza sinistra

Il popolo senza sinistra

Spread the love

Mezzogiorno, 29 gennaio 2023 – 07:51 di Mario Rusciano La sinistra d’opposizione al governo – specie Pd e M5S – sembra attraversare il deserto agognando una terra promessa sconosciuta. Essi, penalizzati dalle urne il 25 settembre, sono tuttora bastonati dai sondaggi perch non se ne sanno gli obiettivi. Non incoraggiante, per esempio, l’ultimo sondaggio di Nando Pagnoncelli (Corriere della Sera di mercoled scorso) che pone interrogativi sul futuro dei partiti. Notevole il successo di Meloni e del governo; altrettanto notevole l’insuccesso dell’opposizione. La quale, sempre divisa al suo interno, vede il M5S guadagnare qualche punto e il Pd perderne qualche altro. Domande: davvero una soddisfazione per il M5S l’aver sorpassato il Pd dimenticando d’aver pi che dimezzato il 25 settembre la sua precedente rappresentanza parlamentare? E a chi giova quest’inedita bizzarra rivalit tra due partiti la cui somma a malapena raggiunge FdI? Assomigliano pi ai famosi polli di Renzo che a due forze politiche capaci di fronteggiare la realt d’una fase storica d’enorme complessit. Chiss se hanno preso coscienza d’aver consegnato alla destra il governo del Paese coi loro battibecchi. Hanno capito che, stando cos le cose, perderanno pure la Regione Lazio? Il fatto che Pd e M5S soffrono della sindrome di Peter Pan: si rifiutano di crescere. Il Pd sta ancora riflettendo su s stesso e su cosa fare se raggiunge la maturit. Aspetta le primarie del 26 febbraio per scegliere il segretario e poi si vedr. Tanto a incassare la batosta delle prossime regionali sar la vecchia Segreteria. Da parte sua il M5S si accucciato nelle braccia di Giuseppe Conte che decide praticamente tutto. Con buona pace della millantata democrazia diretta e tecnologica sulla quale all’inizio aveva scommesso la sua esistenza originale. Conte fa fruttare la rendita di posizione di cui ancora gode grazie al consenso acquisito: sia con la lunga multicolore Presidenza del Consiglio, sia col reddito di cittadinanza, sia con la fuoriuscita di Luigi Di Maio. Cos, solo al comando del movimento, ne sta portando avanti senza troppo clamore la metamorfosi approfittando del carattere degli italiani: memoria corta del passato e scarso interesse al futuro. Ma rimane un mistero cosa diventer un movimento privo di storici ideali e scopertosi di sinistra solo da poco. Comunque, di fatto, non esiste opposizione al governo di destra, che ha davanti una prateria. Non ha bisogno neppure dell’aiuto del Terzo polo, che ambiguamente s’oppone al governo ma non troppo. Anzi, autodefinendosi costruttivo nell’interesse del Paese, gli d consigli non richiesti e addirittura rifiutati (almeno per ora). La destra, giustamente, sfrutta la prateria galoppando in lungo e in largo. Per esempio: sta imparando a sminuire le ignobili scorie dell’antica sua storia (approfittando sempre della memoria corta degl’italiani); sta cercando d’apparire pi liberale, europeista e dialogante; sta scavando per trovare addentellati culturali che ne legittimino l’esistenza in un sistema costituzionale che non le appartiene. Tant’ vero che apertamente vuole scardinarne le fondamenta. Nel frattempo, va adottando provvedimenti censurabili, regressivi e graditi al suo elettorato. Inoltre, affamata dopo lungo digiuno del potere, ne sta occupando ogni possibile postazione al di l del gi pessimo spoil system . In questa grigia stagione invernale la debole sinistra d’opposizione si limita a contestare singoli provvedimenti governativi. Ovviamente fa bene perch di solito non sono condivisibili. Ma non basta, perch questo il momento di mettere in campo, nell’immediato, i grandi disegni identitari della sinistra democratica e progressista sul futuro dell’Italia. Un primo decalogo, non esaustivo: 1) strenua difesa di spirito e struttura costituzionale: contrasto quindi del presidenzialismo della Meloni e dell’autonomia regionale differenziata di Salvini-Calderoli; 2) legge elettorale coerente coll’assetto parlamentare della nostra democrazia costituzionale; 3) valorizzazione di partiti e sindacati: corpi intermedi essenziali alla democrazia, che richiedono normative, rispettivamente, su ruolo e finanziamento pubblico dei partiti e su rappresentanza e rappresentativit sindacale; 4) tutela del lavoro stabile, giustamente retribuito, quale pilastro dell’impresa e della cittadinanza e adeguati ammortizzatori sociali per disoccupati involontari; 5) Mezzogiorno come vero motore della ripresa economico-produttiva del Paese; 6) riforma fiscale in senso progressivo e lotta all’evasione; 7) Ius soli; 8) lotta alle discriminazioni e all’omofobia; 9) Revisione della dirigenza pubblica per conferirle autorevolezza e autonomia manageriale; 10) forte difesa del carattere pubblico di scuola e sanit, con sostanziosi aumenti retributivi agli addetti dei settori. Se, tanto per cominciare, i parlamentari della sinistra presentassero tempestivamente progetti di legge (razionali e tecnicamente precisi) in queste materie, il vasto popolo della sinistra comincerebbe a sentirsi rappresentato. scontato che la destra, con la maggioranza parlamentare, boccer tutte le loro iniziative, ma non questo il punto. Per ora basta una massiccia cura ricostituente della sinistra per recuperare scettici e astenuti e ricominciare a ragionare. Il resto verr da s. 29 gennaio 2023 | 07:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.