Porro: La politica ha tradito i docenti promettendo posti di lavoro più vicini a casa. La realtà è unaltra. Ecco la mia riforma della scuola

Porro: La politica ha tradito i docenti promettendo posti di lavoro più vicini a casa. La realtà è unaltra. Ecco la mia riforma della scuola

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Il giornalista di Mediaset, Nicola Porro, sul proprio sito, ha scritto un approfondimento sul sistema scolastico lanciando la sua personale proposta di riforma.

Per il conduttore di Quarta Repubblica, il sistema scolastico italiano tradisce sia gli studenti che i docenti, a causa del precariato che domina il reclutamento, la formazione e la retribuzione dei docenti. È necessario liberarsi da interessi esterni e prendere decisioni coraggiose e credibili. La garanzia del diritto allo studio per tutti gli studenti è l’unica soluzione per cambiare radicalmente la scuola italiana.

Per raggiungere questo obiettivo, per Porro, è importante:

  1. Introdurre un censimento dei docenti e delle cattedre per verificare la domanda e l’offerta e liberare la scuola dalle logiche dei partiti e dei sindacati. Il Covid lo impone e serve anche un senso di giustizia per i docenti che sono stati ingannati per decenni.
  2. Il censimento mostrerà che molti docenti, soprattutto del sud Italia, sono stati ingannati dalla politica che, durante le campagne elettorali, prometteva posti di lavoro vicini a casa, ignorando la realtà che vede più studenti al Nord che al Sud. Per poter insegnare, i docenti del sud dovranno accettare una cattedra al Nord o cambiare mestiere.
  3. Garantire ai docenti del Nord uno stipendio più alto, tenendo conto delle differenze economiche delle regioni, per permettere ai docenti del sud di spostarsi lì dove ci sono le cattedre, senza vivere la precarietà. Questo metterà lo studente al centro, evitando cattedre vuote.

“La proposta di stipendi differenziati non divide il paese ma tiene conto della storia economica di ogni regione, evitando di ricorrere a scorciatoie e vivendo una precarietà indefinita. Denunciare i problemi senza voler intraprendere i percorsi più ovvi per ragioni ideologiche è stucchevole e spesso frutto di mancanza di conoscenza”, conclude il giornalista.

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