Pos, quanto costa? Quali commissioni? E cosa fa risparmiare?

Pos, quanto costa? Quali commissioni? E cosa fa risparmiare?

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la scheda

di Claudio Del Frate 04 dic 2022

Pos, quanto costa? Quali commissioni? E cosa fa risparmiare?

Commissioni che da zero non superano mai il 2%, una gamma di offerte figlia della concorrenza scatenatasi tra banche e piattaforme digitali. Un proliferare di apparecchi che – sorpresa – vede l’Italia sopravanzare altri Paesi europei. I dati esenziali che fotografano la sfera dei pagamenti elettronici sono questi. Dati che tornano utili dopo che la «guerra del contante» si è ritagliata spazio nel dibattito politico. I fatti in breve: il governo Meloni annuncia di voler alzare il tetto per pagamenti cash a 5.000 euro, toglie le multe all’esercente che non usa il Pos e toglie anche l’obbligo di accettare pagamenti elettronici sotto i 60 euro. L’Unione Europea raddrizza le antenne temendo un allentamento nella lotta all’evasione fiscale (che è una «milestone» del Pnrr), la Corte dei Conti invita a ripensare le nuove norme e Salvini ci mette del suo dichiarando che chi vuoi pagare il caffè col bancomat «è un rompipalle».

I commercianti (non tutti) lamentano che l’installazione delle macchinette è un aggravio di costi. Ma di quanto? Ecco alcune offerte pescate qua e là su internet sui siti che vendono e installano gli apparecchi. Il circuito più economico sembra essere Satispay che è anche la via più agile poiché non richiede apparecchiature ma solo di scaricare una app gratuita sollo smartphone: propone zero commissioni su pagamenti sotto i 10 euro e un prelievo dello 0,2 su quelle superiori. Nexi offre un ventaglio di possibilità: l’installazione dei Pos costa da 14 a 99 euro, non c’ècanone mensile e le commissioni vanno da 0 (su piccoli importi) a 1,89. Il costo di Sum up è invece una commissione a 1,85 con zero canone e zero costo di attivazione. Ancora più basso il prelievo offerto da Intesa San Paolo (1,8) che prevede però installazione in promozione a 18 euro e canone gratuito.

Fin qui i costi vivi legati ai pagamenti digitali. Ma vanno messi in conto anche alcuni risparmi. Ad esempio il contratto del commercio prevede il pagamento di una «indennità di cassa» pari al 5% per il dipendente che maneggia denaro: continuerà a sopravvivere in un mondo fatto solo di transazioni digitali? Poi ci sono i rischi che si abbassano: meno contante, meno pericolo di furti e rapine o di inconvenienti come quello capitato all’imprenditore andato al concerto di Max Pezzali con l’incasso di giornata nel portafogli. Smarrito e per fortuna ritrovato.


In chiusura alcuni dati complessivi: in Italia sono già installati quasi 3,7 milioni di macchinette, contro le 2,3 della Francia, le 1,8 della Spagna. Un dato che potrebbe essere però figlio della «polverizzazione» della rete commerciale italiana. In un anno sono stati effettuati 7 miliardi di pagamenti attraverso carte: tutti dati che, in base al decreto sul Pnrr saranno d’ora in poi trasmessi all’Anagrafe tributaria proprio per contrastare l’evasione fiscale.

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, 2022-12-04 12:17:00, Commissioni da zero a 1,9%, installazione e canone spesso gratuiti. E l’Italia – sorpresa – è il Paese europeo con il maggior numero di macchinette. In un anno 7 miliardi di transazioni comunicate al Fisco , Claudio Del Frate

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