La potente lobby italo-americana ormai è a destra. Una sponda a Meloni?

La potente lobby italo-americana ormai è a destra. Una sponda a Meloni?

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di Federico Rampini

Dal deputato Steve Scalise al giudice della Corte Suprema Samuel Alito, fino all’ex segretario di Stato Mike Pompeo e al governatore Ron DeSantis: chi conta oggi

C’ è un’America che tifa per Giorgia Meloni e vuole aiutarla. È repubblicana, naturalmente, ma al feeling politico aggiunge un’affinità etnica. La destra italo-americana è una lobby potente negli Stati Uniti, in crescita negli ultimi anni. Avrà un peso specifico tanto più determinante se alle elezioni legislative dell’8 novembre avviene la riconquista del Congresso da parte del Grand Old Party. Un pezzo della comunità italiana mantiene un’antica fedeltà verso il partito democratico che fu il primo a integrarla (Franklin D. Roosevelt sancì l’alleanza creando il Columbus Day nel 1934) ma nella geografia politica dei cognomi italici, lo slittamento verso i repubblicani è percepibile. La leader storica della sinistra Nancy Pelosi è ormai vicina al pensionamento, forse come ambasciatrice a Roma; i clintoniani e obamiani Janet Napolitano e Leon Panetta hanno lasciato la politica; le fortune della dinastia Cuomo sono in rovina dopo vari scandali. Sul fronte opposto, sale la stella del giovane governatore della Florida: l’italo-americano Ron DeSantis è il più gettonato oggi per contendere a Donald Trump la nomination presidenziale del 2024.

Gli emissari del governo Meloni potranno tessere le fila di queste alleanze etnico-politiche oggi a Washington, al Gala annuo della Niaf, la fondazione degli italo-americani. La Niaf è bipartisan, quest’anno però celebra come uno dei suoi honoree il repubblicano Mike Pompeo, un falco in politica estera che sul ruolo dell’Italia nella Nato non transige. Cinquantotto anni, bisnonni abruzzesi, da giovane Pompeo è stato ufficiale dell’esercito in una base Usa in Germania. È l’unico nella storia a essere stato sia capo della Cia, sia segretario di Stato. All’attivo della sua politica estera, in Medio Oriente c’è lo spostamento dell’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme, e un ruolo da mediatore negli accordi di Abramo che hanno avvicinato Israele alle monarchie arabe del Golfo. Sulla Cina ha preso posizioni così dure da avere un privilegio raro: è in una lista nera di sanzioni ad personam, il governo di Pechino gli vieta l’ingresso nella Repubblica Popolare. La sua attenzione per la politica italiana è evidente: a settembre partecipò allo stesso Forum Ambrosetti di Cernobbio nel quale interveniva la futura premier Meloni.

L’evento Niaf a Washington sarà celebrato da un altro esponente della destra «italo», Steve Scalise. Con otto mandati da deputato eletto nel collegio di New Orleans, Louisiana, la sua celebrità è legata anche a una tragedia sfiorata: nel 2017 fu ferito da un terrorista anti-Trump che voleva fare una strage di repubblicani. Scalise occupa il secondo incarico più importante tra i repubblicani alla Camera, è Minority Whip, vicario del capogruppo. Diventerà ancora più importante se la maggioranza passa ai repubblicani.

Tutta la campagna elettorale del mid-term è stata condizionata da due italo-americani di destra: Samuel Alito e DeSantis. Il primo, giudice della Corte Suprema, è autore della sentenza che cancella il diritto all’aborto , rinviando al Congresso e agli Stati la responsabilità di legiferare in materia. Alito è un personaggio decisivo nei nuovi equilibri politici che al vertice del potere giudiziario hanno smantellato l’egemonia progressista. Non si muove da solo. È cresciuto alla scuola di un altro grande conservatore dalle radici italiane, il suo ex collega Antonin Scalia scomparso nel 2016. Un altro esponente della stessa comunità ha avuto un ruolo cruciale nella loro ascesa. Leonard Leo è l’eminenza grigia che da anni manovra le nomine giudiziarie in campo conservatore, ha dettato a Trump l’elenco dei giudici da piazzare alla Corte Suprema. Suo nonno immigrò dall’Italia a New York e divenne vicepresidente della Brooks Brothers, la celebre marca di camicie. Leo, 57 anni, giurista di fama, cattolico militante con sette figli, è una potenza politico-economica: manovra un tesoro di guerra da 1,6 miliardi di dollari di donazioni, che distribuisce attraverso la Federalist Society e altri think tank conservatori. In questo mondo un altro punto di riferimento è l’arcivescovo di San Francisco, Salvatore Cordileone: fiero avversario di papa Francesco, ha scomunicato la cattolica Nancy Pelosi per le sue posizioni sull’aborto. L’assalto contro il diritto all’interruzione di gravidanza nei mesi scorsi era stato considerato come un boomerang per la destra: poteva consentire ai democratici di mobilitare le donne, arginando la rimonta repubblicana. Gli ultimi sondaggi sembrano smentire questa tesi: l’aborto non è in cima all’attenzione degli elettori e delle elettrici.

Chi ha spostato l’attenzione su temi che aiutano la rimonta della destra, è DeSantis. Nella sua Florida ha fatto battaglie dalla risonanza nazionale. Nella pandemia ha abbracciato una flessibilità che ha consentito di anticipare i tempi della ripresa economica. Ha vietato quei corsi di educazione sessuale nelle scuole elementari che secondo lui facevano propaganda per «l’identità fluida di genere». Ha tolto i privilegi fiscali alla Disney per castigare la cultura politicamente corretta che riscrive le fiabe. Ha attaccato la Critical Race Theory che colpevolizza tutti i bianchi per razzismo. Ha lanciato la provocazione più clamorosa mandando un charter di richiedenti asilo a Martha’s Vineyard, la località dove i milionari progressisti hanno le ville di vacanza: un gesto polemico contro l’incapacità dell’Amministrazione Biden di controllare le frontiere. Si capisce perché DeSantis a 44 anni sia considerato già «presidenziabile». Questo giurista, che ha servito nei corpi speciali dei Seal sul fronte iracheno, ha lanciato una sfida ai dogmi dell’establishment di sinistra.

La galleria di ritratti della destra italo-americana è ricca anche di personaggi femminili. Se Giorgia Meloni cerca un’intervistatrice simpatizzante può rivolgersi a Maria Bartiromo (nonni siciliani e campani), anchorwoman di Fox Business di simpatie trumpiane. Nelle nuove leve si segnala Madison Gesiotto, 30 anni, ex Miss-Ohio, che oggi si definisce «imprenditrice cristiana» ed è in corsa per un seggio di deputata a Pittsburgh.

La prevista avanzata repubblicana solleva un dubbio per il governo Meloni e tutti gli alleati europei. Ci sarà continuità in politica estera? Nel partito repubblicano si sono levate critiche per il costo elevato degli aiuti a Kiev. Ma la lobby italo-americana non vacilla. Per DeSantis è Biden a essere «troppo morbido con la Russia». Pompeo vuole «dare agli ucraini tutte le armi di cui ha veramente bisogno per vincere».

28 ottobre 2022 (modifica il 28 ottobre 2022 | 22:41)

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, 2022-10-28 22:10:00, Dal deputato Steve Scalise al giudice della Corte Suprema Samuel Alito, fino all’ex segretario di Stato Mike Pompeo e al governatore Ron DeSantis: chi conta oggi, Federico Rampini

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