La premier lituana Šimonyte: «Mosca cercherà di usare le proteste sul caro bollette. L’Europa agisca sui prezzi»

La premier lituana Šimonyte: «Mosca cercherà di usare le proteste sul caro bollette. L’Europa agisca sui prezzi»

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La premier lituana Šimonyte: «Mosca cercherà di usare le proteste sul caro bollette. L'Europa agisca sui prezzi»

Prende sul serio le minacce della Russia di usare le armi nucleari?

«Non so rispondere — dice Ingrida Šimonytė, 47 anni, premier della Lituania —. Ma Putin si ferma solo quando sbatte contro il muro. Se si cerca di regalargli qualcosa perché non faccia delle pazzie, se si cerca l’appeasement, non si fa che incoraggiarlo ad andare avanti. Spero che i segnali inviati finora dai Paesi occidentali siano presi sul serio al Cremlino, perché siamo in una fase pericolosa. Non voglio negare la realtà, come chi diceva che l’invasione dell’Ucraina non sarebbe avvenuta o che Putin non avrebbe mai tagliato le forniture di gas. Non dobbiamo mettere nella sua mente la nostra logica. È un errore già commesso da chi ha cercato di giudicare Putin secondo la razionalità liberal-democratica occidentale».

L’Ucraina può vincere la guerra?

«Non solo può: deve vincere la guerra. La fine della guerra è la vittoria dell’Ucraina e la sconfitta della Russia. Altrimenti, non c’è fine ma ci sarà qualcos’altro, in qualche altro Paese o territorio. Ma dipende anche da noi, dai Paesi occidentali, dalla velocità con cui riusciamo a fornire armi all’Ucraina e dalla quantità delle armi».

Crede che dietro il sabotaggio di Nord Stream 1 ci sia la Russia?

«Dev’esserci un’indagine. Ma se si guarda a chi ci guadagna… Per la Russia è fondamentale spingere l’Europa in una situazione in cui la Germania dica che non può andare avanti senza Nord Stream 2 (il nuovo gasdotto con la Russia oggi bloccato da Berlino, ndr). Dopo il sabotaggio del Nord Stream 1 sentiamo di nuovo questo argomento. Se fossi un analista sarei abbastanza aperta nel trarre le mie conclusioni. Ma sono una premier: aspetterò le indagini».

Le sanzioni alla Russia funzionano?

«Sì. Guardi Vladimir Putin: ora dice di voler negoziare. Ma vuole solo che tutti si fermino, per poter consolidare e risistemare il suo esercito. È il segno che capisce che le sanzioni stanno funzionando e infatti ha bisogno di una pausa. Ma non ci sono sanzioni che possano piegare la Russia, un Paese enorme, in un colpo solo. Ora Putin cerca di spaventare le società europee per l’inverno freddo e di convincerci che le sanzioni non servono. Vuole sfruttare e probabilmente alimentare le proteste nei nostri Paesi. Ma questo ci dice che le sanzioni funzionano davvero».

Da febbraio però l’Europa ha comprato energia russa per cento miliardi di euro.

«C’è stata una reazione del mercato, ma temporanea. Sempre più Paesi e aziende dicono che non utilizzeranno più il petrolio russo».

Dunque anche un tetto al prezzo del gas ha senso?

«Sì, perché siamo lontani dalle condizioni di mercato. Lo abbiamo visto ad agosto, quando i prezzi hanno raggiunto i 370 euro per megawattora, che non hanno nulla a che fare con i fondamentali. Quindi è importante prendere in considerazione un tetto massimo. Ma non Paese per Paese: non mettendo sul tavolo centinaia di miliardi in modo unilaterale, perché questo mette pressione sugli altri Paesi che non possono fare lo stesso».

Parla della Germania?

«Cosa accadrebbe se ci fossero problemi con i Paesi indebitati dell’eurozona che cercano di fare anche loro interventi massicci nel mercato dell’energia? A un certo punto, sarà la Germania a dover partecipare al dibattito su cosa fare dei deficit e del debito degli altri Paesi».

Giorgia Meloni, uscita vincitrice dalle urne in Italia, sostiene le sanzioni e sottolinea che i Paesi che fanno più sacrifici per questo meriterebbero compensazioni? Che ne pensa?

«È presto per dire come saranno in pratica le politiche del nuovo governo italiano. Giorgia Meloni, almeno pubblicamente, ha una posizione piuttosto ferma su quanto sta accadendo in Ucraina, in contrasto con alcuni altri politici che potrebbero far parte della sua coalizione di governo. Penso che Putin cercherà di usare i movimenti sociali — anti-vax, anti-gay, anti-qualcosa — e di mobilitare questa gente per protestare contro le bollette. Quindi, molto dipende da come i politici descrivono la situazione, perché se si limiteranno a dare la colpa a Bruxelles e ai Paesi dell’Est dell’Unione Europea che spingono per sanzioni e posizioni intransigenti, allora sarà controproducente. Direi che non dovremmo parlare di compensazioni per ciascuno di noi, perché poi qualcuno dovrà compensare. Dobbiamo cercare il più possibile soluzioni comuni».

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, 2022-10-07 05:39:00, Ingrida Šimonyte: «Spero che i segnali inviati finora dai Paesi occidentali siano presi sul serio al Cremlino, perché siamo in una fase pericolosa». La premier della Lituania convinta che le sanzioni stiano funzionando. «Ma non ci sono sanzioni che possano piegare la Russia, un Paese enorme, in un colpo solo», Federico Fubini

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