Sebbene si manifesti con lesioni sulla cute, la psoriasi non è «solo» una patologia delle pelle, ma una condizione severa che può seriamente compromettere il benessere psicofisico di chi ne è affetto. Diverse statistiche hanno sottolineato che una quota importante di pazienti (fino all’80%), soprattutto con forme gravi, soffre di ansia, depressione, disturbi del sonno e paga l’impatto emotivo e psicologico della malattia nella vita di relazione, a scuola, sul lavoro. A loro soprattutto è dedicato il cortometraggio «Spettri» con il suo messaggio incentrato sull’importanza di vincere le proprie paure e sentirsi liberi di esprimersi senza limitazioni, per vivere una vita piena, autentica e originale.
Molte terapie efficaci
Per oltre 125 milioni di persone nel mondo, tra le quali oltre due milioni di italiani, la psoriasi è una patologia «visibile», spesso complessa da gestire: «Si tratta di una malattia infiammatoria cronica dall’andamento recidivante (ovvero le chiazze sulla pelle vanno e vengono) e, sebbene i malati debbano conviverci tutta la vita, sono disponibili cure efficaci che possono migliorare di molto la situazione di chi ne soffre — sottolinea Stefano Piaserico, dermatologo dell’Università di Padova —. Nonostante, a oggi, non sia ancora possibile guarire definitivamente, le terapie disponibili ci consentono di curare le manifestazioni cutanee e articolari della malattia ottenendo un ottimo controllo». Le terapie comprendono prodotti locali, come creme e unguenti, e la fototerapia che vengono utilizzati per le forme lievi. Nelle forme gravi possono invece essere impiegati farmaci per via sistemica (compresse o iniezioni sottocute) di tipo tradizionale come metotressate, ciclosporina e retinoidi, o i nuovi farmaci biologici e gli anticorpi monoclonali. «Possiamo aiutare i pazienti a raggiungere e mantenere una pelle completamente pulita con risultati che si mantengono nel tempo — continua Piaserico —. Chi soffre di psoriasi deve imparare a confidarsi con il medico sulla qualità della sua vita, ma è compito del dermatologo andare oltre l’osservazione dei sintomi e imparare a comprendere la persona a 360 gradi».
Il cortometraggio
«Le persone con psoriasi debbono svolgere un ruolo centrale nella gestione della propria malattia. Con consapevolezza di sé e fiducia nello specialista (dermatologo), che con un atteggiamento olistico cura la persona e non la malattia e può aiutare a superare i nostri dubbi con un dialogo franco spiegandoci i nuovi progressi della ricerca scientifica: solo così potremo guadagnarci una vita libera dal peso quotidiano della malattia» aggiunge Valeria Corazza, presidente dell’Associazione psoriasici italiani amici della Fondazione Corazza APIAFCO che, insieme ad Adoi (Associazione dermatologi venereologi ospedalieri italiani) ha patrocinato il cortometraggio, promosso da AbbVie per la campagna internazionale «Let Me Be Clear». Per molte persone la convinzione è che le loro vite avrebbero potuto prendere una strada diversa se non avessero avuto la psoriasi: da questa considerazione nasce «Spettri», presentato nei giorni scorsi e disponibile sul sito su www.vicinidipelle.it, portale con molte informazioni su psoriasi, artrite psoriasica e altre malattie cutanee. «Spesso il conflitto più duro si combatte con gli spettri creati dal nostro io, tra il desiderio di vivere e la mancanza di sicurezza e fiducia in sé stessi — conclude il regista Paolo Santamaria —. Il corto, attraverso la metafora della musica, pone l’accento sulla possibilità di un riscatto, attraverso un percorso prima di tutto interiore ma anche e forse soprattutto di dialogo e confronto con l’altro. È un invito a non sentirsi mai sconfitti, ricercando una strada per superare le proprie paure, uno spunto per rinascere, brillare e sentirsi liberi di far emergere la propria voce».
Convivere bene con la malattia
Anche se vivere con la psoriasi può essere una sfida, usare strategie di buona convivenza con la malattia e gestire efficacemente lo stress può aiutare a migliorare la qualità della vita. In questo senso è utile: trovare e collaborare con un dermatologo di fiducia; seguire la terapia prescritta o, se non si è soddisfatti, chiedere al medico alternative migliori (anche sul lungo periodo), attenendosi a quanto stabilito dallo specialista. Possono servire settimane, a volte mesi, per vedere significativi miglioramenti, ma bisogna evitare di fare di propria iniziativa. È anche importante informarsi sulla malattia psoriasica e su cosa sia meglio fare o evitare nella vita quotidiana per non peggiorare le lesioni cutanee (sovrappeso, obesità, fumo, per esempio, peggiorano la situazione), oltre a non trascurare i propri sentimenti e identificare e ridurre i fattori di stress.
30 giugno 2022 (modifica il 30 giugno 2022 | 21:45)
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, 2022-06-30 19:46:00, L’impatto psicologico delle lesioni cutanee può avere un grande peso negativo nella quotidianità dei malati. Il dialogo con il dermatologo, insieme alla ricerca della terapia più efficace nel singolo caso, è un passo importante per migliorare la situazione, Vera Martinella