di Maurizio Porro
Il film racconta la storia di Saeed Hanaei (Mehdi Bajestani), operaio edile e veterano di guerra a Mashhad, in Iran, che tra il 2000 e il 2001 uccise strangolandole 16 prostitute
In Holy Spider, con un motore di thriller che stringe alla gola, si vedono cose che mai un film iraniano avrebbe permesso. Corpi di donna senza velo o veli, un serial killer che uccide 16 prostitute per ripulire dal peccato le strade sante di Mashhad, tutto davvero accaduto tra il 2000 e 2001. Il regista Ali Abbasi, che vive a Copenhagen, con un budget europeo ha girato il film in Giordania, con difficolt, perch sempre di Paese musulmano si tratta.
Il festival di Cannes ha poi premiato la bravissima Zar Amir Ebrahimi, che dal 2008 vive a Parigi dopo lo scandalo di un video: lei nella storia la giornalista che viene dalla capitale per incastrare l’assassino introvabile, ma che noi conosciamo bene per averlo visto strangolare isterico le sue vittime col loro stesso velo. E non detto che, una volta scoperto e condannato, la polizia, che ha sempre chiuso un occhio, e certi politici non gli offrano sostegno: un bravo, santo pap eroe della guerra con l’Iraq.
La pulsione ad uccidere seguita dal regista con dedizione e ne esce un noir iraniano con qualche sospetto espressionista (M) ma dotato di coscienza civile, seguendo le tracce del cinema iraniano, in questo modo rinnovando anche un genere all american (vedi Strangolatore di Boston). Il finale colmo di memorabile angoscia, mostra i piccoli figli del colpevole che mimano le imprese del padre, tradendo l’innocenza del gioco proibito e promettendo ahim che la storia non finisce.
15 febbraio 2023 (modifica il 15 febbraio 2023 | 20:11)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, , http://xml2.corriereobjects.it/rss/homepage.xml,