Putin apre la sua residenza alle madri dei soldati: «Sono eroi, vinceremo»

Putin apre la sua residenza alle madri dei soldati: «Sono eroi, vinceremo»

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di Marco Imarisio

L’incontro trasmesso in tv: «Non credete alla propaganda». Le donne sono state selezionate tra quelle più fedeli al presidente. Escluse quelle critiche

«Capisco bene che per voi anche questa celebrazione è legata al sentimento di ansia che state provando. Al pensiero di cosa sta succedendo ai vostri ragazzi. E a coloro, anche qui tra voi, che hanno perso il loro figlio, vorrei fare sapere che io a titolo personale e l’intero Paese condividiamo il vostro dolore».

Alle madri dei soldati non puoi dire e non puoi fare nulla. Puoi solo ascoltarle. In Russia sono una categoria tanto rispettata quanto temuta. Sono una zona franca, per quel che stanno patendo, per quel che soffrono. Spesso hanno dato voce a chi non poteva parlare, scrivendo pagine di storia. Ai tempi della prima guerra in Cecenia, le loro proteste giocarono una parte importante nel convincere Boris Eltsin a ritirarsi da quel carnaio. Vladimir Putin era entrato al Cremlino da pochi mesi quando nell’ottobre del 2000 subì la prima e ultima contestazione della sua vita, quando le madri e le mogli dei marinai del sommergibile Kursk, affondato con l’intero equipaggio composto da 107 persone, trasformarono i funerali in mare delle vittime in un violento atto d’accusa nei confronti del nuovo presidente. Anche a causa di questi precedenti, i suoi eventi pubblici si svolgono sempre davanti a una platea ben selezionata. Per la Festa della mamma, che si celebra oggi, la prima a cadere in tempo di Operazione militare speciale, il Cremlino ha deciso di organizzare un incontro nella residenza di Putin a Novo-Ogariovo, nei pressi di Mosca. Giocava in casa, in ogni senso.

Il canale Telegram ha identificato le diciassette partecipanti, definendole «mamme speciali». Molte sono funzionarie del Fronte popolare unito, organizzazione filoputiniana che insieme al partito Russia Unita promuove l’attività del presidente con varie iniziative dal basso. A Olga Beltseva, dirigente e deputata moscovita di Russia Unita, è toccato il compito di illustrare le difficoltà dei soldati al fronte. Ha preso la parola anche Yulia Belekhova, dirigente del comitato esecutivo del Fronte nella regione di Mosca. Nadezhda Uzunova, già vista vicino a Putin in altre occasioni solenni, è una ex consigliera per la politica interna di una regione siberiana. La regista Olesya Shigina, autrice di film e documentari patriottici, sedeva alla sinistra del presidente. Accanto a lei, Zharadat Aguyeva, rappresentante dell’aristocrazia cecena e amica personale di Kadyrov, anche lui presente per una riunione di lavoro con Putin.

Non c’era grande pericolo di eventuali contestazioni, diciamo così. Putin ha fatto un breve intervento poi trasmesso in tv. Oltre al solito «raggiungeremo i nostri obiettivi in Ucraina», ha rivolto un monito che in controluce sembra rivelare qualche preoccupazione per lo stato d’animo del Paese. «Non credete alla televisione e a Internet. La vita è più complessa rispetto a quel che viene mostrato sugli schermi, dove in genere non ci si può fidare di niente: un mucchio di fake, inganni, menzogne. L’informazione è un’arma di battaglia».

Putin non ha fornito cifre sui caduti russi, che secondo la controparte ucraina sarebbero saliti a 86.150. Si è limitato ad affermare che gli ospedali militari dove vengono curati i feriti sono al 38 per cento della loro capacità. Parlando di numeri, nel nuovo sondaggio effettuato dal Levada Center, ultima società di rilevazione indipendente, quasi il sessanta per cento degli intervistati si è dichiarato «molto preoccupato» per la situazione in Ucraina, mentre il 26% sostiene che è ora di avviare un negoziato, e il 31% che sarebbe meglio cominciare a pensarci. All’incontro non sono stati invitati i rappresentanti delle associazioni storiche, e neppure del nuovo «Consiglio delle madri e delle mogli», una struttura nata dopo l’avvio della mobilitazione parziale, molto attiva a livello mediatico. Le attiviste hanno chiesto più volte colloqui con Putin, con il ministro della Difesa Sergey Shoigu, governo e Procura militare. Invano. Questa settimana hanno organizzato a Mosca una tavola rotonda con i giornalisti. Chiedono di sapere dove si trovano e in che condizione sono i loro figli. Nessun esponente delle istituzioni ha finora risposto.

25 novembre 2022 (modifica il 25 novembre 2022 | 22:46)

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, 2022-11-25 23:39:00, L’incontro trasmesso in tv: «Non credete alla propaganda». Le donne sono state selezionate tra quelle più fedeli al presidente. Escluse quelle critiche, Marco Imarisio

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