Putin, il discorso a Volgograd e la minaccia allOccidente: Pronti a tutto per vincere

Putin, il discorso a Volgograd e la minaccia allOccidente: Pronti a tutto per vincere

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di Marco Imarisio

Nella citt per l’occasione ribattezzata Stalingrado, il presidente russo ha ribaltato il racconto sull’Operazione militare speciale: la Russia un Paese aggredito. E minaccia: Una guerra moderna con noi sar ben diversa: non ci limiteremo ai carri armati

Cari veterani, amici! Oggi celebriamo una data importantissima, carica di destino, nella storia del nostro Paese e di tutto il mondo. Esattamente 80 anni fa, qui nella terra di Stalingrado, sulle rive del grande fiume Volga fu fermato e irrimediabilmente fatto ritirare l’inviso e feroce nemico.

La prima parte del discorso di Vladimir Putin sembra uscire dal magazzino della retorica guerresca usato a ogni latitudine, in ogni circostanza. Ma era chiaro a tutti che la visita in una Volgograd per l’occasione ribattezzata Stalingrado, con i cartelli sostituiti all’ingresso della citt, come succede nove volte all’anno per ognuna delle ricorrenze che ricordano la disfatta dei nazisti, era l’occasione perfetta per apporre il sigillo sul cambio definitivo della dottrina imposta dal Cremlino. Per ribaltare il racconto dell’Operazione militare speciale e soprattutto il ruolo della Russia. Non pi aggressore di uno Stato sovrano, ma Paese aggredito da forze nemiche e obbligato a difendersi come accadde a Stalingrado. Le parole del presidente sono rivolte a un mercato interno, compresa la sua voce grossa sulla potenza di fuoco degli eredi dell’Armata Rossa. Nonostante una propaganda televisiva sempre pi spinta su questa vittimizzazione della Russia, alcuni sondaggi, ai quali il Cremlino presta molta attenzione, tutto il mondo Paese, dimostrano come la popolazione magari condivide l’attacco all’Ucraina dello scorso febbraio, ma non si sente molto coinvolta dall’attuale conflitto.

E quindi, in alto i cuori, con espedienti retorici che legano due eventi tra loro cos diversi. Il nostro dovere morale, anzitutto di fronte ai soldati vincitori di quella battaglia, di serbare con cura e in tutta la sua pienezza, la memoria di quella impresa eroica, di tramandarla alle successive generazioni, di non consentire a nessuno di travisare e sminuire il ruolo della battaglia di Stalingrado nella vittoria sul nazismo, nella liberazione del mondo intero da quel male mostruoso.

Fino a qui tutto bene. Poi arriva la seconda parte. Con tanto di filo che cuce Stalingrado e Bakmut, solo per citare uno dei tanti campi di battaglia attuali. Ora, purtroppo, vediamo che l’ideologia del nazismo nella sua veste contemporanea crea di nuovo minacce dirette alla sicurezza del nostro Paese. Di nuovo e sempre di nuovo siamo costretti a respingere l’aggressione dell’Occidente collettivo. Sembra incredibile, ma un dato di fatto: ci minacciano nuovamente con i carri armati tedeschi Leopard, sul cui bordo ci sono le croci. E di nuovo si combatte nella terra ucraina contro i seguaci di Hitler , i banderiani . Stefan Bandera fu un politico ucraino che durante la Seconda guerra mondiale si schier con gli occupanti nazisti, fondando l’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini. Banderiani stato usato pi volte da Putin per designare l’attuale governo di Kiev. Lo fece anche nel discorso del 24 febbraio con il quale comunic l’inizio dei bombardamenti sulle principali citt ucraine. Negli ultimi tempi aveva usato con pi parsimonia questo insulto. Nel contesto rievocativo della pi grande vittoria russa, ben si adatta a questa nuova narrazione sempre pi esplicita che sovrappone di continuo il passato e il presente.

Ma il legame con le vittorie della Grande guerra patriottica risulterebbe sterile senza una riaffermazione della propria potenza, senza instillare nel proprio pubblico di casa la convinzione che la Russia incute timore al mondo intero, oggi come allora l’Urss. Putin considerato un maestro dell’obiniaki, una parola antiquata e quasi intraducibile, che significa parlare per allusioni, accennare a qualcosa senza affermarla. La frase che segue ne una prova. Coloro che trascinano Stati europei, inclusa la Germania, in una nuova guerra, coloro che contano di conseguire una vittoria contro di noi sul campo di battaglia, evidentemente non capiscono che una moderna guerra con la Russia sar per loro ben diversa. Noi non inviamo i nostri carri armati verso i loro confini ma abbiamo qualcos’altro con cui rispondere. E non ci limiteremo all’uso dei mezzi blindati. Siamo sicuri della nostra vittoria. Tutti lo devono capire.

Messa cos, si potrebbe trattare anche di una velata minaccia nucleare. Poco importa che il suo fido portavoce, alle domande fatte da giornalisti russi anch’essi preoccupati da quel che avevano appena sentito, abbia in qualche modo alleggerito il peso di quelle parole. Il presidente faceva riferimento al grande potenziale della Russia, che verr impiegato per rispondere ai nuovi armamenti forniti all’Ucraina dall’Occidente collettivo nel corso dell’Operazione militare speciale. Obiniaki o meno, intanto Putin l’ha detto, senza dirlo. disposto a tutto per vincere. Il messaggio giunto a destinazione. Non solo in Russia.

2 febbraio 2023 (modifica il 2 febbraio 2023 | 21:42)

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