di Paolo Valentino Nehammer nella dacia presidenziale. «Colloquio diretto e duro, l’impressione non è positiva. Nell’Est ucraino stanno preparando un attacco brutale» «Non è stato un incontro tra amici», assicura Karl Nehammer al termine di oltre un’ora trascorsa con Vladimir Putin, nella dacia presidenziale di Novo-Ogarevo alle porte di Mosca. Il colloquio tra il cancelliere austriaco e il leader russo è stato «diretto, aperto e duro». Ma l’impressione che ne ha ricevuto «non è stata positiva», soprattutto perché «nell’Est dell’Ucraina i russi stanno preparando un attacco brutale e massiccio». Eppure, Nehammer resta convinto «dell’importanza di un confronto diretto», come ha detto alla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, che ha informato subito dopo il faccia a faccia. «Con Putin ho parlato dei gravi crimini di guerra commessi a Bucha e in altri luoghi, sottolineando che tutti i responsabili devono essere individuati e assicurati alla giustizia», spiega Nehammer, secondo il quale sarà necessaria anche una inchiesta internazionale sulle azioni delle truppe russe. Primo capo di governo dell’Unione Europea a recarsi in Russia e a incontrare Putin dall’inizio della guerra, il premier viennese ha chiarito al leader del Cremlino che «le sanzioni contro Mosca rimarranno in vigore e saranno ulteriormente rafforzate fino a quando gli ucraini continueranno a essere uccisi». «Il mio messaggio più importante a Putin — dice il cancelliere — è stato che questa guerra deve finire, perché in un conflitto ci sono solo perdenti da ambedue le parti». Un altro tema sollevato da Nehammer è stato quello dei corridoi umanitari, che c’è urgente necessità di aprire prima che le forze russe riprendano l’offensiva nel Donbass. L’iniziativa del cancelliere viennese ha sorpreso un po’ tutti e sollevato anche qualche critica. Essa va vista sullo sfondo della speciale posizione dell’Austria, che è membro dell’Unione Europea, ma ha la «neutralità» scritta nella Costituzione, non fa parte della Nato e da sempre si vuole come ponte tra Est e Ovest. Non solo. Con un rapporto di forte dipendenza energetica dalla Russia, da cui importa l’80% del proprio gas naturale, Vienna è fra le capitali europee che più si oppongono all’introduzione di un embargo sugli acquisti di gas e petrolio da Mosca. Ma i buoni rapporti col Cremlino non hanno impedito che il governo austriaco abbia fin qui sottoscritto tutte le sanzioni decise dall’Ue contro la Russia. Qualche esitazione, tuttavia rimane: giovedì scorso, dopo lungo tentennare, il ministero degli Esteri austriaco ha infatti deciso di seguire la linea dei partner europei anche sulle espulsioni dei diplomatici russi, sospettati di spionaggio. Ma il numero degli espulsi, appena quattro, è notevolmente inferiore a quelli decisi dagli altri Paesi Ue e rappresenta una minima parte della folta presenza diplomatica russa a Vienna. Alla vigilia della visita a Mosca, il cancelliere aveva ribadito che l’Austria è «militarmente neutrale ma politicamente al fianco dell’Ucraina» e che «parlare non significa cedere sulle nostre posizioni e principi». Per questo aveva assicurato che con Putin non avrebbe discusso «da una posizione moralmente neutrale». Sabato scorso il premier austriaco aveva incontrato Volodymyr Zelensky a Kiev anche per discutere del viaggio in Russia: «Non sarei qui se Zelensky fosse stato contrario», precisa dopo il colloquio con Putin ammettendo che un singolo incontro non cambierà il corso delle cose, ma «ogni piccolo passo è importante». Oltre a Von der Leyen, prima della visita Nehammer aveva informato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il leader turco Recep Tayyip Erdogan. Critiche al viaggio sono però venute dall’interno stesso della sua maggioranza. La portavoce di politica estera dei Grünen, Ewa Ernst-Dziedz, ha detto che l’iniziativa «non ha nulla a che fare con la diplomazia e sarà usata da Putin solo a scopi di propaganda». 12 aprile 2022 (modifica il 12 aprile 2022 | 07:27) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-12 05:28:00, Nehammer nella dacia presidenziale. «Colloquio diretto e duro, l’impressione non è positiva. Nell’Est ucraino stanno preparando un attacco brutale», Paolo Valentino