Putin: «In Ucraina non abbiamo neppure iniziato. L’Occidente vuole batterci in battaglia? Ci provi»

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di Marta Serafini

Le nuove minacce di Vladimir Putin espresse davanti ai leader parlamentari dell’Assemblea federale. Il Segretario di Stato Usa Blinken e il ministro degli Esteri russo Lavrov si evitano al G20

DALLA NOSTRA INVIATA

MYKOLAIV — «In Ucraina non abbiamo ancora cominciato a fare sul serio». Davanti ai leader parlamentari dell’Assemblea Federale, Vladimir Putin sferra un nuovo attacco verbale all’Occidente: «Vogliono sconfiggerci sul campo? Che ci provino».

Lo Zar accusa i Paesi che sostengono Kiev di condurre una guerra per procura, e affievolisce le speranze di una pace: «Più gli scontri proseguono, più sarà difficile avviare un negoziato».

Intanto si continua a combattere.

Sul fronte Sud i missili russi hanno bombardato nella notte due silos di grano dove erano stoccate 35 tonnellate di cereali. Un danno ingente anche se, secondo quanto riferisce il portavoce del capo dell’amministrazione militare regionale di Odessa Sergiy Bratchuk, non ci sono state vittime.

Sempre al largo del Mar Nero è stata colpita la petroliera «Millennial Spirit» battente bandiera moldava, finita alla deriva. L’imbarcazione era prevalentemente vuota, ma al suo interno sono presenti i residui del gasolio che trasportava. Inoltre i russi hanno danneggiato il ponte d’ormeggio dell’Isola dei Serpenti. Un attacco che non ha impedito alle forze di Kiev di issare la bandiera ucraina sull’isola riconquistata nei giorni scorsi, con il messaggio: «Ricorda, nave da guerra russa, l’isola dei Serpenti è ucraina» e le firme dei capi militari del Comando Sud.

A Est l’Armata tenta di eliminare le ultime sacche di resistenza a Lugansk e di spingersi più addentro nel Donetsk incalzando le forze ucraine schierate intorno alla città di Sloviansk. E di fronte all’avanzata russa prosegue l’evacuazione dei civili: Sloviansk, che prima della guerra contava 110mila abitanti, è da diversi giorni bersaglio di massicci bombardamenti russi. «L’evacuazione è in corso», ha riferito il sindaco, Vadim Liakh, «e al momento sono rimaste 23mila persone a Sloviansk».

Dopo aver conquistato Lysychansk domenica, una settimana dopo il ritiro dell’esercito ucraino dalla vicina Severodonetsk, l’esercito russo sostiene che quasi tutta la provincia di Lugansk è sotto il suo controllo, cosa che gli ucraini continuano a negare. «Ci sono ancora combattimenti in due villaggi», ha assicurato il governatore, Sergiy Gaidai.

I russi stanno ora cercando di conquistare la seconda provincia del Donbass, quella di Donetsk, per occupare così l’intero bacino minerario che i separatisti filorussi controllavano parzialmente dal 2014. Ma per questo devono prendere Sloviansk e Kramatorsk, le due più grandi città nella regione ancora in mano gli ucraini.

A Bali, al termine della prima giornata del G20, sebbene non ci sia stato nessun colloquio tra il ministro degli Affari esteri russo, Sergei Lavrov, e il segretario di Stato americano Antony Blinken, il conflitto in Ucraina ha dominato il vertice, con numerosi incontri a margine.

Lavrov ha incontrato l’omologo cinese Wang Yi, al quale ha ribadito la volontà di cooperazione tra i due Paesi e ha quindi invitato il rappresentante di Pechino a unire le forze per non cedere alle pressioni degli Stati Uniti: «Stiamo guadagnando sempre più sostegno e apprezzamento a livello internazionale» ha detto Lavrov che, secondo la stampa russa, ha incoraggiato Wang Yi a resistere alla «politica apertamente aggressiva» delle nazioni occidentali.

Nell’incontro con l’omologo turco Mevlut Cavusoglu, Lavrov ha approfittato invece per ribadire che per Mosca «è inaccettabile un ulteriore sostegno dell’Occidente alle ambizioni militaristiche del regime di Kiev».

7 luglio 2022 (modifica il 7 luglio 2022 | 22:17)

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, 2022-07-07 20:17:00, Le nuove minacce di Vladimir Putin espresse davanti ai leader parlamentari dell’Assemblea federale. Il Segretario di Stato Usa Blinken e il ministro degli Esteri russo Lavrov si evitano al G20, Marta Serafini

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