Energia
di Fausta Chiesa28 dic 2022
La Russia il secondo esportatore di petrolio al mondo dopo l’Arabia Saudita e il secondo fornitore dell’Unione Europea. Il 27 dicembre Mosca ha annunciato che non vender pi greggio, a partire dal primo febbraio 2023, a chi applicher il tetto al prezzo, concordato dal G7 (pi l’Australia) a 60 dollari scattato il 5 dicembre 2022 assieme all’embargo Ue del greggio che viaggia su nave. Quanto greggio perde la Ue? Quanto greggio vende ancora la Russia? E a quale prezzo reale?
Stop al greggio russo: in Italia vale 500 mila barili al giorno
Secondo l’International Energy Forum, l’embargo porter ad avere almeno tre milioni di barili in meno ogni giorno per i Paesi dell’Unione europea. L’Italia in una situazione molto particolare. Con la sanzione Ue il nostro Paese non pu pi importare greggio via nave dalla Russia e non c’ nessun oleodotto, quindi di fatto non pi possibile comprare greggio da Mosca, nemmeno sotto il price cap. Ma fino a un mese fa il greggio russo via nave era molto utilizzato, visto che la raffineria pi grande del nostro Paese, la Isab di Priolo (Siracusa) di propriet della russa Lukoil (che da sola fornisce il 22% dell’intero fabbisogno annuo di prodotti derivati dalla raffinazione come carburanti, gasolio, benzina) comprava greggio prodotto dalla casa madre russa, perch sosteneva che a causa delle sanzioni non aveva linee di credito per poter comprare materia prima da altri produttori. Dunque, se nel 2021 compravamo in media 120 mila barili di petrolio al giorno dalla Russia, ad agosto siamo arrivati a quasi 500 mila barili.
Barile russo a 65 dollari
Il prezzo del barile di petrolio russo (greggio Ural) inferiore a quello scambiato sul mercato di Londra, il Brent, e la differenza nell’ultimo anno aumentata: attualmente il greggio russo quota circa 30 dollari in meno e si aggira intorno ai 65 dollari al barile, appena al di sopra del tetto massimo, il che implica un impatto limitato a breve termine di questa misura. Ma secondo alcuni osservatori Putin starebbe vendendo il greggio a un prezzo inferiore al tetto, anche a meno di 50 dollari e, in base agli ultimi dati dell’Agenzia internazionale dell’energia, a dicembre ha toccato anche i 43 dollari. Secondo il presidente russo Vladimir Putin, l’economia russa non subir danni dai price cap perch il prezzo a cui Mosca vende queste materie prime (il gas, oltre al petrolio) gi adesso leggermente pi basso o comunque allineato rispetto ai price cap. Non previsto alcun danno per la Russia, per la nostra economia o industria. Vendiamo approssimativamente a quei prezzi che sono stati definiti come limite.
La produzione di greggio russo
La domanda se i tetti ai prezzi di petrolio e gas funzioneranno. L’offerta di petrolio della Russia -che in base a dati Aie aumentata di 270 mila barili al giorno raggiungendo a novembre 2022 gli 8,1 milioni di barili al giorno – non stata particolarmente indebolita dalle sanzioni, ma l’anno prossimo sar pi bassa. Nel 2023 Mosca produrr almeno 490/500 milioni di tonnellate di petrolio, ma il vice primo ministro Alexander Novak non ha escluso che ci siano rischi al ribasso alla produzione in determinati periodi ed possibile che il taglio alla produzione raggiunger il 7-8%. Ancora una volta molto dipender dalla logistica.
Export in calo
Che cosa successo dopo l’embargo e il tetto al prezzo? Le esportazioni di petrolio russo di qualit ESPO dal porto di Kozmino, nel Pacifico, sono scese del 54% a 1,6 milioni di barili al giorno nella prima settimana successiva all’applicazione del tetto dei prezzi del petrolio occidentale. E secondo Bloomberg tutte le spedizioni russe di greggio via mare sono crollate nella prima settimana completa di sanzioni del G7. Ma il calo potrebbe essere dovuto a problemi di logistica e spedizioni. Come specifica l’agenzia stampa, una parte del crollo collegata ai lavori in un porto del Baltico che ora sono terminati, mentre anche molti altri porti hanno registrato cali di settimana in settimana. La manutenzione del porto chiave di Primorsk ha ridotto le spedizioni a soli tre carichi nella settimana fino al 16 dicembre, rispetto a un tasso di carico settimanale pi normale di circa otto. I volumi del Mar Baltico dovrebbero riprendersi con la fine dei lavori, ma i problemi a Est potrebbero richiedere pi tempo per essere risolti. Inoltre, c’ anche da considerare che i flussi dipendono anche delle condizioni meteorologiche.
La nuova geografia del petrolio
Logistica a parte, si sta assistendo a un cambio della geografia del petrolio russo, che si sta spostando verso Est e cio verso l’Asia. Secondo i leader della Ue, il 90% delle esportazioni di petrolio russo verso l’Europa sar interrotto gi entro la fine del 2022 per protesta contro l’offensiva russa in Ucraina. I recenti dati sul consumo di petrolio – scrive l’Aie nell’Oil market report datato dicembre 2022 – hanno sorpreso in positivo. Ci stato particolarmente evidente nelle regioni non Ocse, tra cui Cina, India e Medio Oriente. Il Cremlino – ha spiegato Giacomo Calef, country manager di NS Partners – riesce ancora a esportare la maggior parte del greggio in Cina, India e Indonesia. Il problema per la Russia capire se Cina, India e Turchia continueranno ad acquistare petrolio russo in pi o se, come emerso nelle ultime settimane, diminuiranno gli acquisti rispetto alla maggiore richiesta fatta dopo l’invasione dell’Ucraina.
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