Putin e la possibile rappresaglia dopo il ritiro da Kherson. I segnali, dalla fuga con le armi ai sabotaggi

Putin e la possibile rappresaglia dopo il ritiro da Kherson. I segnali, dalla fuga con le armi ai sabotaggi

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di Lorenzo Cremonesi

Lo stato maggiore ucraino prepara nuove offensive a Sud. I russi ritirandosi da Kherson hanno messo in salvo gran parte delle loro armi. L’esplosione del ponte Antonivskiy sul Dnipro

Per una volta, almeno su di un punto la narrativa di Kiev e quella di Mosca coincidono: i russi in ritirata da Kherson durante le ultime settimane sono riusciti a mettere in salvo gran parte delle loro armi e attrezzature pesanti, evitando che venissero prese dalle unità ucraine in avanzata.

«Durante la notte hanno portato via le ultime cose attraverso il ponte Antonivskiy sul Dnipro, quindi lo hanno fatto saltare alle loro spalle per impedire che venisse preso dai nostri commando», ci ha spiegato ieri Serhii Khalan, vicepresidente della regione del Kherson. «Nulla del nostro equipaggiamento militare è andato perso», conferma un comunicato del ministero della Difesa russo.

Per Mosca è un punto d’onore: la ritirata non è stata una rotta disordinata. A Kherson non è avvenuta come nelle regioni a nord di Kiev a fine marzo, quando i soldati russi ricevettero l’ordine di ripiegare verso le basi di partenza soltanto all’ultimo minuto e l’operazione finì nel caos sporco di un esercito disorganizzato, che lasciò sul terreno gli scheletri dei suoi carri armati carbonizzati e i cadaveri insepolti dei suoi soldati. Ancor peggio andò nel mese di settembre a sud di Kharkiv verso Izyum, dove tra le campagne e nei nuclei urbani era normale imbattersi in montagne di cassette di munizioni intatte e abbandonate. Tra le trincee vuote abbondavano i depositi di cibo, le taniche colme di carburante, le riserve piene di vestiti per l’inverno.

La versione ucraina differisce però da quella russa per ciò che riguarda i soldati delle retroguardie destinati a facilitare il passaggio dei compagni sul Dnipro, che nel tratto prospiciente la città di Kherson è largo oltre 1.200 metri. «Le loro ultime azioni hanno mirato a boicottare le infrastrutture civili: hanno fatto saltare la centrale termica e quella elettrica di Oblenergo, oltre alla torre dei ripetitori televisivi e telefonici. Poi però anche loro hanno provato a fuggire, mentre la nostra artiglieria sparava sui passaggi del fiume. Sappiamo che molti sono stati presi dal panico. Abbiamo colpito proprio l’area dell’Antonivskiy e gli ultimi ponti di chiatte. Tanti tra loro sono annegati: nel delta del fiume per lungo tempo nel futuro troveremo cadaveri di russi», aggiunge Khalan.

Meno chiaro sembra il ruolo di coloro che gli ufficiali ucraini chiamano «sabotatori». Lo racconta bene l’ex viceministro della Difesa e colonnello dell’esercito in pensione, Leonid Polyakov, che oggi è consulente per la Commissione Sicurezza del parlamento. «La nostra intelligence segnala la presenza di numerosi soldati russi, presumibilmente delle unità d’assalto, che hanno avuto l’ordine di vestirsi in borghese e mischiarsi tra la popolazione. Li stiamo cercando, ma intanto viene consigliato ai civili rimasti di non uscire dalle loro case», dice. In serata le unità ucraine arrivate al centro di Kherson avevano ricevuto l’ordine di trincerarsi. Cresce il timore che i russi stiano concentrando lanciamissili sulla sponda orientale del Dnipro, ormai fortificata e trasformata in prima linea, con l’intenzione di colpire duro tutta la zona della città. «Putin vuole punirci per rappresaglia», aggiunge Polyakov.

Sembra che un’unità della flotta russa del Mar Nero stia incrociando al largo della Crimea col suo carico di missili balistici S300. Non sono neppure da sottovalutare possibili tiri contro la zona di Kiev e le infrastrutture civili nel centro del Paese. Intanto, però, lo Stato maggiore ucraino sta riorganizzando le truppe per rilanciare l’offensiva volta a liberare tutte le zone occupate, compresa la Crimea persa nel 2014. Sono da attendersi prossimi blitz nel Donbass e non è esclusa una nuova offensiva diretta questa volta verso Mariupol.

12 novembre 2022 (modifica il 12 novembre 2022 | 09:18)

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, 2022-11-12 11:35:00, Lo stato maggiore ucraino prepara nuove offensive a Sud. I russi ritirandosi da Kherson hanno messo in salvo gran parte delle loro armi. L’esplosione del ponte Antonivskiy sul Dnipro, Lorenzo Cremonesi

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