di Francesca BassoLa reazione dopo la proposta degli eurodeputati di chiudere l’accesso al Parlamento ai rappresentanti del Qatar. «Non siamo gli unici nominati nelle indagini, eppure il nostro Paese è stato esclusivamente criticato e attaccato» BRUXELLES — Da una dipendenza all’altra. Dal gas russo a quello del Qatar. E ora Doha presenta il conto minacciando «un impatto negativo» sulle discussioni in corso per le forniture di metano all’Ue dopo che il Paese del Golfo è finito al centro dello scandalo per presunta corruzione nei confronti di deputati e funzionari per condizionare le decisioni del Parlamento Ue, che ha portato in carcere l’ex presidente Eva Kaili e Antonio Panzeri. L’Eurocamera ha reagito giovedì scorso con una risoluzione in cui «chiede con urgenza che i titoli di accesso dei rappresentanti degli interessi del Qatar siano sospesi fino a quando le indagini giudiziarie non forniranno informazioni e chiarimenti pertinenti». Per Doha è troppo e in una nota diffusa ieri spiega che «la decisione di imporre una tale restrizione discriminatoria al Qatar, limitando il dialogo e la cooperazione prima della fine del procedimento giudiziario, avrà un effetto negativo sulla cooperazione in materia di sicurezza regionale e globale, nonché sulle discussioni in corso sulla crisi energetica globale e sulla sicurezza». Il Qatar taccia le autorità belghe di «inaccuratezza» delle informazioni usate: e respinge «fermamente le accuse» lamentando che «il Qatar non è stata l’unica parte nominata nelle indagini, eppure il nostro Paese è stato esclusivamente criticato e attaccato». Il Parlamento Ue sta rivedendo tutte le norme relative all’ingresso a Bruxelles e a Strasburgo di rappresentanti di governi stranieri o di Ong. Al momento però non è stata presa alcuna decisione di vietare l’ingresso ai rappresentanti del Qatar. Gli eurodeputati hanno invece sospeso «tutti i lavori sui fascicoli legislativi relativi al Qatar, in particolare per quanto riguarda la liberalizzazione dei visti, l’accordo con il Qatar nel settore del trasporto aereo e le visite programmate, fino a quando le accuse non siano state confermate o respinte». La presidente Roberta Metsola giovedì scorso aveva anche spiegato in conferenza stampa di essere «stata invitata ad andare in Qatar per i Mondiali» e di avere «rifiutato, perché avevo preoccupazioni riguardo a quel Paese»: «Ho avuto due incontri con rappresentanti del governo qatarino in cui ho avuto inviti ad andare in quel Paese o richiesta di potersi rivolgere direttamente al Parlamento Ue, inviti che ho declinato». L’emirato è fondamentale per le forniture Ue di gas naturale liquefatto (Gnl). Già nel novembre del 2021, con i prezzi del gas in salita, la commissaria all’Energia Kadri Simson sulla via per l’expo di Dubai si era fermata in Qatar, storicamente primo fornitore di Gnl dell’Europa. E risale al 27 gennaio scorso un tweet della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in cui riferisce dell’«ottima telefonata con l’emiro Tamim bin Hamad sul rafforzamento del partenariato Ue-Qatar, anche in materia di energia» e lo inserisce tra i «partner affidabili». Lo scoppio della guerra, il 24 febbraio, ha reso ancora più urgente sostituire il gas russo che prima del conflitto rappresentava il 40% dei consumi Ue. Il 26 luglio scorso, al consiglio Energia straordinario, Simson spiegava che la Commissione sta «lavorando molto duramente per garantire forniture di gas alternative». Anche i singoli Paesi si sono mossi. L’ultimo accordo è quello di fine novembre siglato dalla Germania per due milioni di tonnellate di Gnl all’anno dal 2026 per 15 anni. Prima dell’estate l’Italia ha ottenuto da Doha l’impegno a fornirci altri 5 miliardi di metri cubi in più ma dal 2023. E in giugno Eni è stata selezionata da QatarEnergy come co-produttore nel nuovo progetto «North Field East». 18 dicembre 2022 (modifica il 18 dicembre 2022 | 22:05) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-12-18 20:55:00, La reazione dopo la proposta degli eurodeputati di chiudere l’accesso al Parlamento ai rappresentanti del Qatar. «Non siamo gli unici nominati nelle indagini, eppure il nostro Paese è stato esclusivamente criticato e attaccato», Francesca Basso