editoriale Mezzogiorno, 3 gennaio 2023 – 10:27 Oltre i contrasti con Emiliano, la legge che salva la legislatura in Regione di Francesco Strippoli A sinistra Michele Emiliano, a destra Antonio Decaro La vicenda dell’emendamento che allunga la legislatura in caso di dimissioni del governatore deplorevole da qualunque parte la si guardi: osservando il versante di Michele Emiliano (che non si opposto alla norma) o quello di Antonio Decaro (che dall’emendamento sarebbe danneggiato). Guardiamo la norma. La prima considerazione da fare aver deciso — secondo una triste tradizione del Consiglio regionale — di infilare l’emendamento nella legge di Bilancio. Sicch mentre si discuteva degli stanziamenti da decidere per il 2023, all’Assemblea toccato niente meno che di mettere mano alla legge elettorale per stabilire una tempistica del voto simile a quella del Veneto. In questo modo, in caso di dimissioni del governatore — anzich andare a votare in ossequio al principio che presidente e assemblea convivono (simul stabunt, simul cadent) — si fissano due tempi: si prende un mese per la presa d’atto del Consiglio (curioso che l’Assemblea debba “prendere atto” visto che sono i cittadini a scegliere il presidente) e poi altri sei mesi “per indire” le elezioni. Prima erano tre mesi. A parte le considerazioni di carattere giuridico se l’emendamento sia conforme alla Costituzione che ha disegnato per le Regioni un sistema presidenzialistico, tocca sottolineare che il Consiglio ha deciso di modificare le regole del gioco con un autentico colpo di mano. vero che le norme elettorali sono questioni tecniche che vengono elaborate dai partiti e poco si addicono al grande pubblico. Ma, appunto, qui non sono stati consultati i partiti e neppure si aperta una minima discussione politica. Indecente. Quell’emendamento andava fermato: per aperta incompatibilit con le norme contabili (nonostante l’andazzo di considerare la legge di Bilancio una specie di salame in cui ficcare di tutto) e per il fatto che provoca una mutilazione alla gi spenta discussione pubblica. Che povera e lo diventa sempre pi, a causa di atti come quello di cui parliamo. Una norma votata con ferma determinazione e in modo bipartisan, maggioranza e opposizione, senza che nessuno si lasciasse sfiorare dal proposito di portare la discussione all’aperto. Emiliano non ha voluto l’emendamento ma non ha fatto nulla per fermarlo, il che lo rende corresponsabile. Del resto la pressione dei consiglieri (destra, sinistra e 5 Stelle) perch si evitasse di decurtare la legislatura era fortissima. E al centrodestra, sempre a corto di nomi spendibili per le proprie candidature, l’idea di fermare lo slancio del sindaco pd, parsa un’idea pi che ragionevole. Decaro, aspirante governatore, mastica amaro. Esce da Palazzo di Citt nella primavera 2024: se perdesse lo slot per andare in Regione dovrebbe aspettare un anno e potrebbe essere costretto a tornare al lavoro di ingegnere dell’Anas. Ha scritto su Facebook che se succedesse lo farebbe con il sorriso sulle labbra. Se succedesse, aggiungiamo noi, sarebbe una decisione molto apprezzabile. Per dire: Emiliano nel 2014, finita l’esperienza da sindaco, per evitare di tornare a indossare la toga si fece nominare assessore comunale a San Severo per un anno. Decaro dice anche altro su Facebook. Sostiene che quella approvata una legge anti decenza perch consente ai consiglieri in carica di garantirsi altre dieci buste paga da 10 mila euro. La cifra non precisa e abbiamo gi deplorato il comportamento di coloro che hanno votato l’emendamento. Ma non questo il punto. Il fatto che quella spesa vale per i consiglieri in carica o per quelli che gli subentrassero: non c’ neanche un centesimo di spesa aggiuntiva per la Regione. Mentre Decaro trascura di aggiungere quel che noto alle cronache: ha chiesto a Emiliano — in un singolare dibattito a due — di concordare un election day. Ossia votare assieme per le Comunali e per le Regionali nel 2024, in modo che il sindaco possa candidarsi in Regione senza soluzione di continuit. Circostanza che si potrebbe ottenere solo con le dimissioni di Emiliano a marzo 2024. Cio un anno e mezzo prima della scadenza naturale (settembre 2025), provocando con ci una maggior spesa, questa s non prevista, di circa 18 milioni. Ossia il costo delle ultime elezioni regionali per le casse di via Gentile e quella che Decaro produrrebbe per correre alle Regionali anzitempo. Il sindaco si mette a maneggiare con disinvolto populismo il tema dello stipendio dei consiglieri ma rischia di subire un potente rinculo. Perch il populismo, come noto, una bestia difficilmente domabile. Se si vuole parlare di elezioni, tema sacrosanto in democrazia, la discussione va portata all’aperto, sfidando populismo e populisti. 3 gennaio 2023 | 10:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Pietro Guerra
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