Quando il gatto va al rallentatore: larte innata di rendersi invisibili

Quando il gatto va al rallentatore: larte innata di rendersi invisibili

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L’altro giorno la cucina era particolarmente affollata di cani: tutti e tre, per un motivo o per l’altro, si erano sistemati fra la porta, le scale, il tavolo. Bonnie, che normalmente preferisce il giardino o tutt’al pi il portico, si era sdraiata proprio al centro della stanza; Sandro sonnecchiava ai piedi dei divano (s, abbiamo un divano anche in cucina); Valentino giaceva accucciato a pochi passi. questo il paesaggio animato che si presentato a Otto quando, scendendo le scale dal salotto, si affacciato alla cucina con l’intenzione di raggiungere le crocchette sul ripiano della dispensa (i nostri gatti hanno libero accesso al cibo a tutte le ore del giorno). Che fare?

Come gi sapete, Otto in generale va piuttosto d’accordo con i cani di casa; o, per meglio dire, abbastanza bullo e sicuro di s per non curarsene mai troppo, n in casa e neppure in giardino. Ma attraversare una specie di accampamento sonnecchiante di cani deve averlo, se non preoccupato, almeno messo un poco in guardia. E cos ha deciso di rendersi invisibile: e cio di muoversi al rallentatore, lentissimamente, alternando un micromovimento della zampa ad una pausa pi o meno lunga, seguita da un’altra minima mossa, e cos via per molti lunghi minuti.

Chiunque abbia un gatto avr probabilmente gi assistito ad una scena del genere, che a noi umani pu apparire bislacca: di fronte ad un potenziale pericolo, siamo pi portati a correre, per allontanarci il pi in fretta possibile, piuttosto che a indugiare. Muoversi al rallentatore, nella nostra mente, significa essere pi vulnerabili, non rendersi invisibili. E invece ha ragione Otto: o meglio, il suo comportamento ampiamente giustificato da un punto di vista etologico e anche, per dir cos, ottico. Bisogna sapere che il gatto un predatore ma, essendo piccolino, pu anche essere una preda: e in quanto preda potenziale Otto sa bene due cose.

La prima che la reazione di attacco sempre innescata da un movimento brusco: un eventuale predatore – i nostri cani, in questo caso – scatta all’attacco quando vede qualcuno o qualcosa che si muove pi o meno rapidamente. Di conseguenza, pi lentamente ci si muove e maggiori sono le probabilit di non innescare un comportamento predatorio. La seconda cosa che Otto istintivamente sa che i predatori hanno una vista molto acuta per gli oggetti in movimento, che sanno distinguere anche a grande distanza, mentre vedono pi confusamente le cose ferme. In un certo senso, insomma, vero che ci si rende invisibili restando immobili o muovendosi appena (ricordatevelo, in caso vi ritrovaste nella savana al cospetto di un leone).

La traversata della cucina durata un tempo infinito, ma Otto infine ha raggiunto le sue crocchette. Va detto che i cani non avrebbero comunque creato difficolt, n tantomeno aggredito Otto: ma la prudenza non mai troppa, e l’istinto va sempre rispettato.

4 marzo 2023 (modifica il 4 marzo 2023 | 17:48)

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