Quando Susanna Tamaro disse: Le prove Invalsi sono terribili. Sui BES: Abbiamo un proliferare di certificazioni per i bambini

Ritornano in auge le parole della scrittrice Susanna Tamaro riguardo i meccanismi valutativi standardizzati, come le prove Invalsi. Tamaro, con una critica aspra, evidenzia come questi strumenti abbiano complicato e reso “umiliante” un percorso che dovrebbe essere, invece, naturale e semplice.

Ma la scrittrice non si ferma alla critica, proponendo una visione alternativa, particolarmente focalizzata sugli alunni BES (Bisogni Educativi Speciali).

Tamaro rileva una tendenza in crescita verso la certificazione di carenze nei bambini, che sembrerebbe facilitare il loro percorso scolastico. Un fenomeno che, come riportato dalla stessa autrice, sembra assumere contorni preoccupanti. Un esempio è fornito da una conversazione con un’insegnante che, su 18 studenti, ne aveva 9 con un percorso facilitato. Questa pratica, secondo Tamaro, comincia a destare sospetti, e sembra allontanarsi dalla reale finalità di inclusione e supporto.

Il racconto personale di Tamaro ci porta indietro nel tempo, a un’epoca in cui, nonostante le proprie difficoltà, riuscì a proseguire nel percorso scolastico grazie a un sistema ordinato. Una struttura che, a suo avviso, permetteva anche a chi aveva “disordini mentali, neurologici” di inserirsi e progredire. L’ordine e la chiarezza del sistema, secondo Tamaro, sono essenziali per non amplificare le difficoltà preesistenti degli studenti.

La riflessione si apre, quindi, su un punto cruciale: l’ordinamento scolastico attuale è in grado di offrire un ambiente strutturato e supportivo per gli alunni BES? O, al contrario, contribuisce a esacerbare le loro difficoltà? L’invito di Tamaro è a riflettere su un modello educativo che sia realmente inclusivo, che vada oltre la mera certificazione delle carenze e che riesca a valorizzare ogni studente, nella sua unicità e potenzialità, senza cadere nella trappola di percorsi facilitati sospetti.