Quando la Taranto Vecchia vive atmosfere da Disney. È il cartoon green di Nicola

Quando la Taranto Vecchia vive atmosfere da Disney. È il cartoon green di Nicola

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di Peppe Aquaro

Una serie animata per bambini piccoli: così prende forma il progetto di Nicopò di Nicola Sammarco. Sull’Isola due mari, con un porto e un castello i ragazzi raccolgono plastica per poi riciclarla

Per correre, corrono. E tanto. Sembrano milanesi fuor d’acqua. Anche se l’acqua ce l’hanno, eccome: due mari, addirittura. Mar Grande e Mar Piccolo. Sì, siamo a Taranto, a Taranto Vecchia (a poche bracciate dall’ex Ilva), l’isola dei sogni interpretati da sociologi, politici e artisti impegnati. Fino a quando non è arrivato lui, Nicola Sammarco, 30 anni e con più di dieci di mestiere alle spalle, facendo capire che le cose vanno fatte in silenzio. Senza proclami. Basta un tratto di matita (un tempo): oggi, computer, creatività e un pizzico di orgoglio cittadino. Nicola è nipote di pescatori con barche a remi: partivano di notte, portandosi le «nasse», l’antico attrezzo da pesca, fatto a mano, utilizzato in mare per intrappolare i pesci, ed oggi in bella mostra sulla targhetta di Palazzo Gennarini, per «Nasse Animation Studio», la scommessa del ragazzo cartoonist, formatosi al liceo artistico Lisippo di Taranto, emigrato a Firenze alla «Nemo» (una scuola privata di cinema di animazione) e poi tornato nella Città dei due mari perché i soldi non bastavano mai.

«La scuola costava 2.500 euro all’anno. Troppo per me. Ma tornare è stata la mia fortuna», ricorda Nicola, il quale, girando le classiche sette chiese con il portfolio di lavori sotto il braccio, finisce a Lucca Comics, dove incontra Fabio Pochet, disegnatore della Disney, il quale lo presenta a Roberto Santillo, di Disney Italia. «Mi chiamano per ‘Trilly’, il magazine pubblicato per il mercato inglese e statunitense: un lavoretto che mi farà conoscere alla Pixar, alle prese con Alla ricerca di Dory, il sequel Nemo…». Praticamente, era fatta? «Non proprio. Mi dissero che se avessi sbagliato qualcosa, sarebbe stata la mia fine». Invece, per il nipote del pescatore era arrivata l’America.

Da conoscere meglio e non sempre in technicolor: «Ero in California, nella celebre Ctn Animation Expo, quando un tipo della Dreamworks dà un’occhiata ai miei lavori, dicendomi: “Vedo un bravo disegnatore, ma ti trovo poco originale come designer: dovresti provare con lo story-board”. Detto, fatto. Mi compro un libro sull’argomento e mi ci butto a capofitto». Se «sbagliando» si impara, quella correzione in corsa nella carriera di Nicola è diventata la sua arma imbattibile: «Il mio ultimo lavoro per gli altri è stato per “Skydance animation”, con a capo John Lasseter, il Walt Disney vivente, un genio e fondatore, nel 2017, dello studio».

I casi strani della vita: il 2017 è anche l’anno in cui il progetto di «Nicopò» prende forma. Almeno nelle intenzioni del suo stesso autore: «Sì, mi frullava da tempo l’idea di una serie animata per bambini piccoli, il cui protagonista vive sull’Isola due mari, con un porto e un castello (chiari riferimenti a Taranto, ndr), e dove i ragazzi raccolgono plastica per poi riciclarla: una storia green», racconta Nicola, costretto a restare a Taranto in pieno lockdown, viaggiando solo con la fantasia, mentre Nicopò prendeva sempre più forma: «Oggi abbiamo un teaser di 30 secondi ed episodi in fase di produzione». Dove avviene tutto questo? In California, a Londra o a Milano? Macché. Siamo a Taranto, nella Città vecchia, al numero 249 di via Duomo, la strada che spacca in due l’Isola, arrivando dritta alla Cattedrale di San Cataldo, il santo patrono dei tarantini.

Ma il Santo non c’entra nulla con Palazzo Gennarini, la sede di Nasse Animation Studio, società fondata da Sammarco nel 2020 insieme a Paolo Rusciano; né con la Serveco, impresa di servizi ambientali del territorio, il cui presidente, Pierino Chirulli, grazie alle persuasive parole di Massimiliano Martucci, un amico di Sammarco, ha deciso di entrare nella società di Nasse Animation Studio, finanziando la realizzazione di «Nicopò». «Ed è grazie a loro se oggi stiamo producendo la serie di 26 episodi di 7 minuti ciascuno», afferma il cartoonist tarantino.

E non finisce qui. Oltre a una scuola di animazione, sempre al primo piano di Palazzo Gennarini, Animatà Academy, gratuita e partita lo scorso settembre, il sogno «Nicopò» dovrebbe presto diventare una produzione green a tutto tondo. Praticamente in 3D: «Tutto il merchandising legato al cartoon dovrà essere green e con materiale di riciclo. Noi ci crediamo talmente tanto da aver realizzato la scenografia di Nicopò con i rifiuti della Recsel, un’azienda tarantina impegnata nella raccolta di rifiuti riciclabili», spiega Sammarco. Provare per credere. Basterebbe salire al primo piano di Nasse Animation Studio, farsi aprire la porta da Nicola Sammarco, Silvia Nisco, Roberta Visconti e Nunzia Marzella (il team) per riconoscere la Casa di Nicopò, costruita con materiale di riciclo. Simbolo perfetto per un cartoon ecologista, nato nella città dell’ex Ilva (ma non solo) e che aspetta solo la protagonista della serie animata, una ragazza dai 18 ai 30 anni, con ottima dizione e capacità recitative. Non resta che augurare buona pesca a Nicopò.

3 ottobre 2022 (modifica il 3 ottobre 2022 | 18:13)

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, 2022-10-04 04:54:00, Una serie animata per bambini piccoli: così prende forma il progetto di Nicopò di Nicola Sammarco. Sull’Isola due mari, con un porto e un castello i ragazzi raccolgono plastica per poi riciclarla , Peppe Aquaro

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