Quanti inutili progetti e attività nella scuola! Sulla pelle dei nostri figli

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decreto legge 36

Scrivo da insegnante di Liceo, ma soprattutto da genitore di due ragazzi, di cui uno appena uscito dalla scuola primaria con il massimo dei voti e i complimenti delle maestre.

Potrebbe sembrare un anno sereno, ma in realtà sono stati nove mesi disastrosi: quasi nulla del tanto vituperato programma ministeriale è stato svolto, mentre giornate intere sono state dedicate ai progetti e alle attività: Cyberbullismo, Salviamo il pianeta, Safer Internet Day, Giornata della diversità, Giornata dell’inclusione, Festa degli aquiloni, Giornata della legalità, Dantedì, Pigrecoday, Giornata della Memoria, Debate ecc.

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Non ho nulla contro le attività didattiche alternative. Quello che trovo assolutamente inaccettabile è la spropositata quantità e la banalizzazione tematica, a tutto detrimento dello studio dell’Italiano, della Storia, della Matematica e delle Scienze.

Come inevitabile corollario, pochissimi erano i compiti da svolgere a casa!

Mio figlio, che è sempre stato un bambino preciso, attento e motivato, ha smesso di interessarsi allo studio, e così quest’anno la sua passione e preparazione sono crollate.

C’era malumore tra le mamme… tutte eravamo scontente, ma nessuna ha voluto manifestarlo alle maestre. Nemmeno io ho detto niente… lo ammetto. Ma per un motivo ben preciso. Lo scorso anno avevo parlato con la Dirigente a proposito della bravura di una maestra vecchio stampo che sarebbe andata in pensione, ma ebbi l’impressione che lei non la apprezzasse affatto, mentre elogiava le maestre dei PON, dei Progetti PTOF, dell’Erasmus, della Didattica Digitale. Capì.

E desidero dirlo chiaramente: il re è nudo! Nella nostra scuola i docenti, mal pagati, si prestano sempre più spesso alla logica delle attività extracurriculari, che rubano tempo ed energie alla didattica tradizionalmente intesa, ma che procurano qualche soldino in più a loro, visibilità alla scuola e tanti soldini alla Dirigente, che non può che premiare queste insegnanti, assolutamente incurante del fatto che ad essere sacrificata come Ifigenia sull’altare sarà la preparazione dei nostri figli ovvero la qualità della società futura.

Così decisi due cose. La prima di affidare la preparazione di mio figlio ad una cara amica, maestra di italiano da poco in pensione, affinché svolgesse con lui il programma di quinta elementare; mentre io a casa avrei cercato di tenere allenato e vivo il suo interesse per le altre discipline.

La seconda cosa è questa lettera, con la quale voglio denunciare la pericolosa deriva della nostra scuola, ormai venduta alla logica delle apparenze e del guadagno.

Io credo invece nella sostanza dei contenuti, nel rigore del metodo, nella bellezza di un tema o di un problema di aritmetica. Senza questo approccio, che comporta impegno e fatica da parte di docenti e discenti, nulla di buono può essere costruito.

E così la scuola italiana, sotto un tappeto di facili promozioni e voti gonfiati, nasconde la bocciatura della futura società.

Maria Grazia Rigano

, 2022-06-28 10:19:00, Scrivo da insegnante di Liceo, ma soprattutto da genitore di due ragazzi, di cui uno appena uscito dalla scuola primaria con il massimo dei voti e i complimenti delle maestre. Potrebbe sembrare un anno sereno, ma in realtà sono stati nove mesi disastrosi: quasi nulla del tanto vituperato programma ministeriale è stato svolto, mentre giornate […]
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