A lungo si è ritenuto che circa il 5-10% degli individui fosse portatore di mutazioni associate alle «sindromi ereditarie», ovvero quelle condizioni che conferiscono un aumentato rischio di sviluppare alcuni tumori. In seguito ai recenti progressi nel campo della genetica, oggi si ritiene che questa percentuale possa arrivare fino al 17%. La maggior parte delle persone che hanno un familiare stretto (genitore, fratello o sorella, ma anche nonni o zii) che ha avuto un tumore non corre pericoli superiori al resto della popolazione.
«Non bisogna dimenticare che la genetica è solo uno dei fattori che portano a sviluppare una malattia, ma conta anche altro: stili di vita, ambiente, specifici fattori scatenanti — spiega Antonio Russo, direttore dell’Oncologia a Palermo e membro del consiglio direttivo dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) —. Certo, si sta rivelando fondamentale nella prevenzione e nella diagnosi precoce, ma anche nella scelta delle cure e nello scoprire malattie familiari ed ereditarie».
2 novembre 2022 | 21:07
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, 2022-11-02 20:24:00, Quella di poter ereditare un tumore è una paura diffusa, ma solo una quota minoritaria di tutte le neoplasie diagnosticate viene inserita nella categoria dei tumori ereditari e famigliari. Ecco quando è possibile accedere al test genetico per la quantificazione del rischio attraverso il Servizio sanitario nazionale , Vera Martinella