Così lUcraina potrà sconfiggere la Russia: le parole di 4 super-generali

Così lUcraina potrà sconfiggere la Russia: le parole di 4 super-generali

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Di che cosa ha bisogno l’Ucraina per vincere? Pazienza strategica da parte nostra, con tutto quello che richiede anche nel rilancio delle nostre capacit militari. Precise garanzie per la sicurezza futura dell’Ucraina: promessa di adesione alla Nato o qualcosa di simile. Un Piano Marshall per la sua ricostruzione. Un’offensiva diplomatica globale per sganciare da Putin i non allineati dell’Asia Africa Sudamerica. Pi armi e una logistica adeguata per arrivare a minacciare il controllo russo anche sulla Crimea. Riforme interne contro la corruzione. Sono alcune idee offerte da quattro generali molto autorevoli, due americani, un canadese, un australiano. Tutti e quattro hanno alle spalle carriere operative di spicco, e oggi lavorano in compiti di consulenza (per cui hanno maggiore libert di parola). I due statunitensi sono celebri per il pubblico italiano, gli altri due sono considerati tra i massimi esperti strategici in campo alleato. Li ho sentiti nell’ambito di un’iniziativa dell’Atlantic Council di Washington. Sono David Petraeus e Wesley Clark (Usa), Rick Hillier (Canada), Mick Ryan (Australia). Qui trovate un mio riassunto delle loro analisi, che vi d lo stato dell’arte del dibattito strategico occidentale a un anno dall’invasione russa.

Wesley Clark fu il capo delle forze Nato durante la guerra del Kosovo alla fine degli anni Novanta, fu anche brevemente candidato alla nomination democratica per l’elezione presidenziale. convinto che la posta in gioco immensa per tutti noi, siamo a una svolta nella storia mondiale, a seconda se l’Ucraina vince o perde, il nostro futuro sar molto diverso. Clark sgombra il campo dal dibattito sul presunto errore che l’Occidente avrebbe fatto compattando Cina e Russia tra loro. Non possibile scegliere se affrontare la Russia oppure affrontare la Cina, in alternativa. Ambedue queste superpotenze vogliono smantellare l’ordine mondiale; sono collegate tra loro. E un nostro successo in Ucraina avrebbe un effetto deterrente sulla Cina. L’errore che abbiamo fatto un altro, secondo lui: Abbiamo rinunciato fin da principio ad una escalation verso il dominio strategico. L’allusione alla scelta di Joe Biden e di tutta la Nato, di escludere l’imposizione di una no-fly zone per interdire lo spazio aereo ucraino ai missili russi; o in generale la rinuncia preventiva a un intervento diretto della Nato che avrebbe potuto cambiare i calcoli di Putin. Clark preoccupato per le incertezze europee. Ritiene che con la nostra cautela abbiamo spostato il centro di gravit di questo conflitto dentro la testa di Putin, per cui la guerra finir solo quando lui si convincer finalmente che non pu prevalere. Perci dobbiamo attaccare Putin da tutte le angolature possibili. Clark stila questo elenco. Sul piano economico dobbiamo ancora intensificare le sanzioni. Su quello legale dobbiamo preparare il terreno perch Putin sia giudicato per crimini di guerra. Su quello diplomatico dobbiamo incalzare il mondo dei non allineati. Sul terreno militare urgente dare all’Ucraina armi di lunga portata, inclusi i caccia. Conclude osservando che arrivare a minacciare il suo controllo della Crimea essenziale per costringere Putin al tavolo di negoziato.

Il generale David Petraeus stato capo delle forze multinazionali sia in Afghanistan che in Iraq, nonch capo della Cia. Vede una estrema urgenza di approvvigionare l’Ucraina con nuove armi e munizioni, perch l’offensiva russa in corso una minaccia seria. Non basta mandare gli aiuti militari, bisogna accompagnarli con tutta la logistica in senso lato: manutenzione, componenti, munizioni, addestramento in profondit. L’obiettivo resistere per poi lanciare a maggio-giugno una controffensiva che prenda di mira in modo particolare la Crimea. I militari ucraini vanno accompagnati in una transizione dai vecchi arsenali sovietici (che conoscono) ai nuovi armamenti occidentali, una riconversione che richiede investimenti importanti nella loro formazione. Petraeus vede la necessit di discutere subito sul Piano Marshall per la ricostruzione, probabilmente da gestire in seno al G7. Va messa all’ordine del giorno anche la sicurezza futura dell’Ucraina. Perfino Henry Kissinger ha cambiato parere e ora favorevole al suo ingresso nella Nato. Se l’adesione alla Nato dovesse incontrare ostacoli (per esempio le obiezioni di qualche membro europeo o un veto della Turchia), per Petraeus non bisogna perdere tempo e passare all’alternativa: Mettere insieme una coalizione dei volenterosi, tutti quei paesi che sono disposti sotto la guida degli Stati Uniti a fornire subito delle garanzie formali di difesa militare dell’Ucraina, con trattati bilaterali o multilaterali ad hoc.

Il generale canadese Rick Hillier, che ha combattuto in Afghanistan ed stato capo di stato maggiore di una delle forze armate pi integrate con quelle statunitensi, vede come priorit l’unit dell’Occidente e la tenuta della leadership di Zelensky. Lo preoccupano, nell’ordine: Paesi oscillanti e ambigui come Turchia e Ungheria; i segnali di dissenso in alcune frange del Congresso Usa; una stanchezza o assuefazione visibile anche nell’opinione pubblica canadese alla luce dei sondaggi dove molti dichiarano di aver gi fatto abbastanza per Kiev. Il ruolo di Zelensky per lui stato decisivo in questo conflitto, non saremmo qui a parlare di resistenza ucraina un anno dopo l’invasione se non ci fosse stato alla guida del paese un personaggio cos determinato. Difendere la leadership di Zelensky significa che non possiamo costringerlo a fare concessioni inaccettabili, che lo distruggerebbero politicamente. Perci considera importante anche il suo impegno nella lotta contro la corruzione, che deve rassicurare gli alleati sul buon uso degli aiuti.

Il generale australiano Mick Ryan (anche lui con esperienze di comando in Afghanistan, tra l’altro) rappresenta le forze armate di una nazione in prima linea nell’Indo-Pacifico e nelle strategie di contenimento dell’espansione cinese. Indica come un imperativo la ricostruzione della nostra industria militare, che avevamo abbandonato. Vede la necessit di una nuova architettura della sicurezza europea, in cui i Paesi del continente si assumano le loro responsabilit anzich dipendere in modo soverchiante dagli Stati Uniti. Conclude sullo stesso tema geopolitico e valoriale evocato da Clark: Dobbiamo contrastare la narrazione di Putin e Xi Jinping sul declino dell’Occidente, in Ucraina si gioca la prova che la democrazia un valore prezioso, che possiamo prevalere contro l’assedio degli autoritarismi.

15 febbraio 2023, 19:41 – modifica il 16 febbraio 2023 | 08:51

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