Quei «ragazzi delle scorte» uccisi con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Quei «ragazzi delle scorte» uccisi con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

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di Stefania Ulivi

Rosaria Costa, vedova Schifani e l’agente Salvatore Lopresti, sono i narratori del docufilm in arrivo su Raiplay e Raiuno e presentato ieri al Quirinale e all’Anica

Sono rimasta intrappolata, non esco pi da questa storia. Rosaria Costa aveva 22 anni il 23 maggio 1992, il giorno in cui suo marito, l’agente Vito Schifani, fu ucciso a Capaci insieme con Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e ai due colleghi, Antonio Montinaro, caposcorta, e Rocco Dicillo. lei, con Salvatore Lopresti, membro del reparto scorte della Questura di Palermo, la voce narrante del film I ragazzi delle scorte, dedicato agli otto agenti che morirono con Falcone e Borsellino negli attentati del 1992: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina oltre a Schifani, Dicillo e Montinaro. Una voce inconfondibile quella di Rosaria Costa. Il suo discorso al funerale rivolto agli uomini della mafia e quella frase potente io vi perdono ma mettetevi in ginocchio se avete la possibilit di cambiare rimasta nella memoria di tutti. Ricorda quel momento che le ha cambiato per sempre la vita. Dopo trent’anni non vedo pi Vito come un marito ma come un figlio. Mi sento la madre di un figlio che non ha avuto giustizia, fa ancora pi male. Parlo di lui ma penso a tutti loro, otto poliziotti, otto ragazzi morti per tutti noi. Le fa eco Lopresti. Eravamo dei bambini che hanno fatto cose da grandi. Come tutti quelli che hanno prestato servizio nelle scorte, uomini, e donne, sono un sopravvissuto. Fu tra i primi ad arrivare il 19 luglio, in via D’Amelio sotto casa della madre del giudice Borsellino. Uno scenario apocalittico, sembrava Beirut bombardata. Eravamo scossi, terrorizzati, non pensavamo che all’interno della citt si potesse arrivare a piazzare una macchina con 100 chili di tritolo. Per 27 anni, non ha avuto la forza di tornarci. Continua a sentirsi addosso, racconta, la puzza di polvere mista a tritolo e carne bruciata.

Prodotto dal ministero dell’Interno e dalla Presidenza del Consiglio con 42 Parallelo (Ci sembrava mancasse un capitolo alle tante ricostruzioni del trentennale delle stragi, storia di otto ragazzi che si trovarono a fare una vita pi grande di loro, spiega Mauro Parissone), il film stato mostrato in anteprima ieri al Quirinale al presidente Sergio Mattarella e quindi alla sala cinema Anica. Presenti il ministro dell’Interno Piantedosi, il capo della Polizia Giannini, Francesco Rutelli, padrone di casa (In un tempo in cui la visibilit tutto c’ chi lega la propria vita alla non visibilit, con un servizio operoso, e al coraggio. Il pensiero da parte del mondo del cinema e dell’audiovisivo un tributo verso le persone che non possono essere viste. Voglio ricordare la seriet, l’enorme spirito di sacrificio e di servizio di chi fa questo lavoro e a cui va la mia stima e gratitudine. Chi fa davvero questo lavoro lo fa senza farsi vedere), i colleghi degli agenti, i familiari delle vittime tra cui Tina Montinaro che ha esortato a affiancare la commozione alla, ancora necessaria, ricerca della verit. Sono emozionata perch ho visto il film ed un’emozione per tutti quanti noi. Sentire un’emozione cos forte significa che ora vogliamo la verit, siamo stanchi di emozionarci, non vogliamo pi sentire, `stiamo lavorando, `li stiamo cercando o `abbiamo preso i mafiosi. Lo dovete a noi, a noi ai nostri figli e all’Italia intera se vogliamo essere credibili. Vi prego di dare dignit e rispetto a questi ragazzi che non mi piace chiamare eroi e angeli, erano poliziotti e hanno fatto il loro dovere. Perch quel giorno qualcuno il proprio dovere non l’ha fatto. Dobbiamo andare alla ricerca della verit se vogliamo davvero emozionarci con il cuore. La replica in forma di promessa arriva dal capoi della Polizia Giannini. faremo il nostro dovere. Disponibile su RaiPlay, passer su RaiUno il 30 dicembre.

5 dicembre 2022 (modifica il 5 dicembre 2022 | 22:04)

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, 2022-12-05 21:09:00, Rosaria Costa, vedova Schifani e l’agente Salvatore Lopresti, sono i narratori del docufilm in arrivo su Raiplay e Raiuno e presentato ieri al Quirinale e all’Anica, Stefania Ulivi

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