Quella spinta per la vittoria dell’Ucraina che apre una crepa in Occidente: che cosa è successo oggi

Quella spinta per la vittoria dell’Ucraina che apre una crepa in Occidente: che cosa è successo oggi

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di Antonio PolitoSecondo The Economist le sorti della guerra possono cambiare se ci sarà il coraggio di fornire a Kiev le armi per una controffensiva e di varare nuove sanzioni che mettano in ginocchio l’economia russa. Ma per l’Europa il massimo obiettivo è fermare Putin e ottenere un cessate il fuoco L’Ucraina può vincere? L’Economist, il settimanale britannico che spesso interpreta le opinioni delle classi dirigenti dell’anglosfera, di qua e di là dell’Atlantico, scrive che «l’Ucraina deve vincere». C’è infatti una corrente di pensiero, che sicuramente influenza Boris Johnson e che preme all’interno dell’amministrazione Biden, convinta che le sorti della guerra, che sembravano segnate all’inizio, siano effettivamente sovvertibili. Se — come scrive l’Economist — l’Occidente avrà il coraggio di fornire a Kiev le armi necessarie a una controffensiva e di varare nuove sanzioni che mettano in ginocchio l’economia russa. La tesi è che solo una vittoria ucraina sul campo potrebbe portare a «una pace stabile e duratura», perché darebbe un colpo all’espansionismo russo, e spingerebbe la Mosca a risolvere i suoi problemi interni piuttosto che «cercare avventure all’estero». Qual è la strategia dell’Occidente? Non è un mistero invece che la maggior parte dei governi europei, alle prese con la dipendenza energetica dal gas russo, considerano il massimo obiettivo raggiungibile fermare Putin e ottenere un cessate il fuoco; mentre si discute, possibilmente per molti anni, dello status futuro di Crimea e Donbass. Si fa sempre più evidente insomma una divaricazione di obiettivi nell’Occidente, anche se finora non si è tradotta in una divisione nei comportamenti, anzi. Però quanto a lungo le opinioni pubbliche reggeranno, soprattutto se in presenza di una crisi energetica, oltre che di inflazione e recessione? E nelle democrazie, a differenza che in Russia, le opinioni pubbliche contano. Che cosa è successo a Belgorod? Kiev ha smentito che sia stata la sua aviazione a colpire e distruggere un deposito di carburante in territorio russo, a Belgorod, poco oltre il confine. Mosca aveva reagito con estrema durezza, accusando gli ucraini e avvisandoli che questo attacco peserà nei colloqui, nel frattempo ricominciati a Istanbul; dove Erdogan, che ieri si è sentito con Putin, ha addirittura dichiarato che a suo parere sarà presto possibile fissare una data per l’incontro tra i due capi di stato in conflitto. Ma a riprova che le intenzioni e le capacità militari russe sono certo più limitate di un mese fa ma ancora molto temibili, il sindaco di Kiev ha annunciato di nuovo pesanti scontri vicino alla capitale, a nord e a est, vere e proprie «battaglie». D’altra parte i corridoi umanitari concordati per Mariupol non sono ancora praticabili per la Croce Rossa a causa degli attacchi russi. «C’è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall’altra. Da noi niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro, m’intendi?, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli» (Italo Calvino) 1 aprile 2022 (modifica il 1 aprile 2022 | 22:15) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-01 20:15:00, Secondo The Economist le sorti della guerra possono cambiare se ci sarà il coraggio di fornire a Kiev le armi per una controffensiva e di varare nuove sanzioni che mettano in ginocchio l’economia russa. Ma per l’Europa il massimo obiettivo è fermare Putin e ottenere un cessate il fuoco, Antonio Polito

Pietro Guerra

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