Il sistema che raccoglie le domande di mobilità e le immissioni in ruolo chiude i giochi il 25 maggio. Ma l’Inps ha tempo fino al 31 per esaminare le domande degli aspiranti pensionati
di Valentina Santarpia
Per qualche giorno di differenza, rischia di essere seriamente complicata l’organizzazione delle cattedre per il prossimo anno scolastico. I giorni sono quelli che passano tra la scadenza fissata dal ministero dell’Istruzione, il 25 maggio, per chiudere l’accoglienza delle domande per mobilità e immissione in ruolo attraverso il Sidi, il sistema informatico del Miur; e quella decisa dall’Inps, che entro il 31 maggio dovrà invece esaminare le domande degli aspiranti pensionati della scuola con quota 100. Parliamo di 17 mila (tra docenti e Ata), che entro il 28 febbraio dovevano presentare la domanda.
Se il sistema del Miur funzionasse fino al 10 giugno, come propongono diversi funzionari della scuola, potrebbe incrociare le esigenze di molti insegnanti con i posti lasciati vuoti da chi ha già ricevuto l’assenso dell’Inps ad andare in pensione. E’ evidente, che se invece le date restano queste, quando ci sarà il calcolo dei posti disponibili, sarà un calcolo falsato, che non tiene conto di un fattore- i pensionamenti di quota 100- in divenire. Ma solo dei pensionamenti «normali», quelli con domanda presentata entro il 12 dicembre 2018, ovvero 15.190. Col rischio di far cambiare le carte in tavola a fine estate, o ricorrere come sempre ai supplenti.
140 mila cattedre
I sindacati vanno oltre: e temono che oltre all’ingorgo ci sarà nei prossimi mesi anche un serio problema di numeri. Se i 109 mila precari che hanno coperto i posti da supplenti lo scorso anni saranno confermati, e se a questi si aggiungono i posti lasciati vuoti da chi sta andando in pensione, si arriva alla cifra record di 140 mila cattedre da assegnare. Senza però avere le persone giuste per coprirle. Nel 2017, per esempio, il Miur ha contato 22mila cattedre scoperte, soprattutto al Nord, perché diverse graduatorie sono esaurite.
L’anno scorso, su 57mila immissioni in ruolo circa la metà non è stata portata a termine e per questo è stato necessario ricorrere alle supplenze. Anche quest’anno non sono stati assegnati 32.217 posti per mancanza di aspiranti nelle GaE e nelle GM, esaurite soprattutto al Nord Italia. Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, punta su soluzioni diverse: vuole differenti procedure di assunzioni, aprendo ai laureati e annunciando nuovi concorsi. Ma, almeno per quanto riguarda scuole medie e superiori, è difficile che si realizzino prima dell’estate.