di Pierpaolo Lio
L’aggressore 17enne, originario dell’Est Europa, incastrato dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza. Dopo la rapina in metrò ha costretto la giovanissima vittima a seguirlo in un luogo appartato
La rapina. E poi gli abusi. In mezzo, quasi un chilometro a piedi, seguito come un’ombra dall’aggressore — un giovane di 17 anni, giusto un po’ più grande della vittima — che lo minaccia con un coltello nascosto sotto il giubbino. Sono i venti minuti da incubo di un ragazzino milanese, vissuti nel primo pomeriggio di sabato: viene avvicinato, rapinato, e poi costretto a seguire il suo aggressore fino a un luogo un po’ appartato e a eseguire al rapinatore un atto sessuale. Un racconto choccante confessato, una volta a casa, ai genitori, che a loro volta avvertono la polizia per sporgere denuncia. Sono gli agenti della squadra mobile, guidati da Marco Calì e coordinati dalla procura della Repubblica del Tribunale per i minorenni, a trovare le conferme e a individuare il rapinatore passando al setaccio le immagini dei sistemi di videosorveglianza.
La rapina in metrò
Tutto inizia sabato pomeriggio, sulla banchina di una delle fermate centrali della linea gialla. Il giovane scende dal treno e si incammina verso le scale che portano all’uscita. È questo il momento scelto dall’aggressore per avvicinarlo, mostrargli l’arma che nascondeva sotto il giubbotto e isolarlo dal resto dei viaggiatori presenti nel mezzanino. Lo prende in disparte, lo minaccia, lo rapina dei trenta euro che la vittima aveva nel portafoglio. A questo punto, le telecamere lo mostrano costringere la vittima a seguirlo. Le due figure sui monitor risalgono in superficie, sbucano in strada. A un certo punto si avvicinano a un bar, ma l’aggressore cambia idea e prosegue la ricerca di un posto appartato. Avanzano ancora, di strada in strada, fino a raggiungere una piccola via defilata, dove avvengono gli abusi sessuali. Il ragazzino è sconvolto, corre a casa, racconta tutto ai genitori. Gli investigatori prendono nota dell’identikit. Scandagliano i fotogrammi a caccia di indizi. Si appostano in zona per provare a intercettare il rapinatore.
Le ricerche in 48 ore
Le operazioni di ricerca fanno centro quarantott’ore dopo. Lunedì lo individuano a spasso per strada (lo fermeranno martedì). Ha indosso gli stessi vestiti descritti dalla vittima, e nelle tasche — oltre a un pochino di fumo per uso personale — ha un coltello. È anche lui minorenne: è un 17enne italiano di origini dell’est Europa, fama di ragazzo «difficile». Ha qualche precedente di polizia: in passato era stato controllato in centro, e anche quella volta gli avevano trovato addosso un’arma da taglio. Viene trasferito al Cpa di Torino, mentre proseguono ancora le indagini con gli accertamenti di natura biologica sui reperti raccolti e le verifiche psichiatriche sul ragazzo.
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18 marzo 2022 (modifica il 18 marzo 2022 | 11:17)
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, 2022-03-18 10:17:00, L’aggressore 17enne, originario dell’Est Europa, incastrato dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza. Dopo la rapina in metrò ha costretto la giovanissima vittima a seguirlo in un luogo appartato, Pierpaolo Lio
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