Rai, il piano soft di Giorgia Meloni: sostituire Carlo Fuortes con Roberto Sergio

Rai, il piano soft di Giorgia Meloni: sostituire Carlo Fuortes con Roberto Sergio

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di Antonella Baccaro e Claudio BozzaPer l’attuale amministratore delegato possibile il posto da sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino Riparte il pressing del governo per sostituire Carlo Fuortes. Il dossier Rai, filtra dai fedelissimi di FdI, direttamente in mano a Giorgia Meloni, che non ha voluto delegare una partita che ritiene centrale. La linea politica, ancora mai concretizzata a causa di pi imprevisti, chiara da tempo: dopo il chiaro risultato delle elezioni politiche, alla Rai serve discontinuit. Senza per balcanizzarsi troppo a destra. Niente strappi, quindi. Ma servono pesi e contrappesi. Nel frattempo, con un cinico asse destra-sinistra dettato dalle esigenze di entrambi i fronti, la politica ha costruito anche una via d’uscita onorevole per Fuortes medesimo. L’altroieri il sindaco Dario Nardella (Pd) ha dato il benservito al sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino Alexander Pereira, ex numero uno della Scala oggi travolto da uno scandalo sulle spese private e di gestione dell’ente lirico. E nelle ultime ore lo stesso Nardella si sarebbe confrontato sia con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, sia con Matteo Salvini e pure con i vertici di FdI. il posto da nuovo sovrintendente del Maggio la poltrona quindi prospettata a Fuortes, con uno stipendio (240 mila euro annui) pressoch identico a quello attuale. L’ad della Rai, a chi lo ha sondato su questa ipotesi, finora ha sempre fatto sapere di non avere intenzione di farsi rimuovere. Preferirebbe La Scala o il San Carlo di Napoli, soluzioni che per non sarebbero praticabili. Mentre fondamentale, per l’ad della tv pubblica, sarebbe la questione dell’immagine: il suo intento quello di respingere le accuse di cattiva gestione. In particolare in queste ore lo occupano le questioni legali emerse dal Festival di Sanremo, su cui ha messo a lavoro gli uffici legali. Ieri Chiara Ferragni ha dichiarato su Instagram di non aver accettato nessun tipo di accordo commerciale legato al Festival. Con questo escludendo probabilmente un’eventuale remunerazione da parte di Instagram, di cui si molto parlato. Le dimissioni, e non la rimozione, sarebbero lo strumento individuato da Meloni, per una via d’uscita onorevole. Anche per questo il governo potrebbe concedergli di arrivare all’approvazione del bilancio, ad aprile, chiudendo le questioni pi spinose. Per portare a termine questa operazione di pesi e contrappesi, a Palazzo Chigi sembrano aver intanto individuato le pedine giuste: amministratore delegato della Rai diventerebbe Roberto Sergio, pedigree centrista e da sempre vicino a Pier Ferdinando Casini, che dal dicembre 2017 direttore di Rai Radio. Sergio ha buoni rapporti anche con diversi pezzi del centrosinistra. Direttore generale diventerebbe Giampaolo Rossi, manager Rai di lungo corso, uomo di destra intervenuto pure ad Atreju (la convention dei giovani di FdI), ma ritenuto il migliore dei nemici anche dalla sponda politica avversa. Su questo scacchiere ci sarebbe anche il via libera degli altri pezzi della maggioranza per quella che, comunque, sarebbe una soluzione ponte di un anno, fino alla scadenza di questo consiglio di amministrazione. La soluzione politica passerebbe attraverso il mantenimento del resto del consiglio di amministrazione, dove Pd e M5S contano due esponenti. Poi, il nuovo consiglio, dal 2024, potrebbe prevedere la presidenza di Simona Agnes, cara a Forza Italia, e la poltrona di ad per Rossi. Trovata l’intesa sui nuovi vertici operativi della tv pubblica, ora resta appunto da liberare la poltrona dell’attuale ad. Sarebbe in atto un confronto tra il ministero dell’Economia e Fuortes per trovare un accordo (politico, ma anche economico) per un suo passo indietro. Il super manager arroccato. Ma dietro le quinte si tratta senza sosta. 27 febbraio 2023 (modifica il 27 febbraio 2023 | 01:19) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,

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