Rai2, una rete in crisi di identità che scivola sotto il 5% di share

Rai2, una rete in crisi di identità che scivola sotto il 5% di share

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di Aldo Grasso

La storica seconda rete non decolla, tallonata nella gara agli ascolti dai migliori fra i canali cosiddetti «nativi digitali», figli dello «swith off»

Non decolla proprio Rai2, anzi è proprio, certamente, la rete più in crisi dello scenario generalista contemporaneo. Questa settimana il nuovo programma firmato da Ilaria D’Amico «Che c’è di nuovo» colleziona l’ultimo posto in classifica fra i programmi del prime time: solo 349.000 spettatori medi, per oltre 2 ore e venti di programmazione, con una share del 2,2%. E così nella stagione corrente la storica seconda rete – diretta in passato da Massimo Fichera, Franco Iseppi, Carlo Freccero, Ilaria Dallatana – scivola decisamente sotto il 5% di share, sia in prime time che nell’intero giorno, tallonata dalle migliori fra le reti cosiddette «native digitali», figlie dello switch off. In prime time fanno meglio non solo Rai3 (oltre il 6%), ma anche Italia 1, Retequattro e La7 (particolarmente in forma per la grande attenzione alla politica, col 5,5% in prime time). Insomma, una vera e propria crisi di identità.

Tanto che persino i suoi programmi «flagship», quelli che hanno saputo definirne l’identità anche per un pubblico giovane, come «Il Collegio», sembrano in difficoltà (ne abbiamo scritto la scorsa settimana: 5,6% di share, con una buona capacità di recupero proprio «fuori rete», ovvero su Raiplay). Per quanto riguarda il nuovo programma condotto da Ilaria D’amico, l’esordio ha raccolto quasi 350 mila spettatori, il 2,2% della platea, davvero una cifra da «minigeneralista». Con dati così bassi è persino difficile decrittarne i punti deboli: resta del tutto al palo fra gli spettatori più giovani (non sorprende per un programma di politica), ma funziona poco anche fra gli ultra65enni (appena 180 mila spettatori). L’unico dato positivo è quello dei laureati, sul cui target si raggiunge il 3%. E poi, nel complesso, le serie crime made in Usa non performano più come una volta, «Tg2 Post» resta in bilico, e l’unico programma che funziona è quello col volto di Stefano De Martino, l’intrattenimento di «Stasera tutto è possibile» (che supera l’11% di share). (a.g)

In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca su dati Auditel

29 ottobre 2022 (modifica il 29 ottobre 2022 | 20:37)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-10-29 18:48:00,

di Aldo Grasso

La storica seconda rete non decolla, tallonata nella gara agli ascolti dai migliori fra i canali cosiddetti «nativi digitali», figli dello «swith off»

Non decolla proprio Rai2, anzi è proprio, certamente, la rete più in crisi dello scenario generalista contemporaneo. Questa settimana il nuovo programma firmato da Ilaria D’Amico «Che c’è di nuovo» colleziona l’ultimo posto in classifica fra i programmi del prime time: solo 349.000 spettatori medi, per oltre 2 ore e venti di programmazione, con una share del 2,2%. E così nella stagione corrente la storica seconda rete – diretta in passato da Massimo Fichera, Franco Iseppi, Carlo Freccero, Ilaria Dallatana – scivola decisamente sotto il 5% di share, sia in prime time che nell’intero giorno, tallonata dalle migliori fra le reti cosiddette «native digitali», figlie dello switch off. In prime time fanno meglio non solo Rai3 (oltre il 6%), ma anche Italia 1, Retequattro e La7 (particolarmente in forma per la grande attenzione alla politica, col 5,5% in prime time). Insomma, una vera e propria crisi di identità.

Tanto che persino i suoi programmi «flagship», quelli che hanno saputo definirne l’identità anche per un pubblico giovane, come «Il Collegio», sembrano in difficoltà (ne abbiamo scritto la scorsa settimana: 5,6% di share, con una buona capacità di recupero proprio «fuori rete», ovvero su Raiplay). Per quanto riguarda il nuovo programma condotto da Ilaria D’amico, l’esordio ha raccolto quasi 350 mila spettatori, il 2,2% della platea, davvero una cifra da «minigeneralista». Con dati così bassi è persino difficile decrittarne i punti deboli: resta del tutto al palo fra gli spettatori più giovani (non sorprende per un programma di politica), ma funziona poco anche fra gli ultra65enni (appena 180 mila spettatori). L’unico dato positivo è quello dei laureati, sul cui target si raggiunge il 3%. E poi, nel complesso, le serie crime made in Usa non performano più come una volta, «Tg2 Post» resta in bilico, e l’unico programma che funziona è quello col volto di Stefano De Martino, l’intrattenimento di «Stasera tutto è possibile» (che supera l’11% di share). (a.g)

In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca su dati Auditel

29 ottobre 2022 (modifica il 29 ottobre 2022 | 20:37)

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