di Fabrizio Roncone
Vaticano, il funerale sotto un cielo velato di nebbia. Piazza colma e commossa: Era visto ancora come pontefice autentico. Francesco arriva su una carrozzina, l’omelia, la solitudine, poi si alza in piedi
Aspettate.
vero: sembra non esserci racconto.
Sapete tutto, avrete gi visto tutto. Intere batterie di telecamere in diretta tiv da piazza San Pietro, i fotografi appostati sulla Terrazza del Braccio di Carlo Magno zumano su ogni dettaglio di questo funerale cos irrituale — non il primo, per — con un Papa che celebra le esequie del suo predecessore. I siti dei giornali in continuo aggiornamento, social network in sacra tempesta, whatsapp che fanno il giro del pianeta.
Forse qualcosa sulla scena pi forte dell’intera cerimonia, osservata poco fa, a una ventina di passi, si potr aggiungere nei giorni che verranno: monsignor Georg Gnswein, in ginocchio, bacia — teatralmente — la bara di Benedetto XVI , di cui stato segretario personale, mentre le agenzie di stampa battono stralci del suo libro biografico,Nient’altro che la Verit , pieno, gonfio di tremende accuse a Papa Francesco.
Francesco e monsignor Gnswein
Ma ci sar tempo per saperne di pi, e svelare retroscena, capire meglio cosa successo, e soprattutto succeder, nella penombra di certi corridoi della Santa Sede.
Aspettate, invece.
Perch ci sono due enormi battenti suggestioni da riferire. E che solo dal vivo, qui, su questo sagrato, vicino a quella bara di cipresso — sotto un cielo basso, velato di nebbia, nella luce giallognola dei lampioni, un occhio sulla folla e un altro all’altare — stato possibile sentirsi addosso: J oseph Aloisius Ratzinger non era percepito dai fedeli come un Papa emerito, un pensionato sia pure ancora vestito di bianco, ma come un autentico e grandioso Papa in attivit; ed cos che Francesco, all’improvviso, appare tremendamente solo, e fragile, e indifeso.
Legge la sua omelia — Benedetto, fedele amico dello sposo, che la tua gioia sia perfetta… — con voce non pi tonda, sempre meno scandita; arrivato spinto su una sedia a rotelle e, sebbene tutti sapessimo dei suoi 86 anni portati con crescente fatica, della gonalgia che gli tormenta il ginocchio, adesso ci appare curvo, piegato; tremante s’ aggrappato alla ferula, in alcuni momenti sembrato quasi nascondere lo sguardo. Certo impossibile dire se abbia intercettato quello levigato nel marmo di monsignor Gnswein, che siede l di fronte accanto alle Memores Domini, le donne di Comunione e Liberazione che hanno assistito Benedetto XVI nei quasi dieci anni trascorsi dentro il monastero Mater Ecclesiae. Mentre — questo si pu invece scrivere con qualche certezza — Bergoglio non ha avuto bisogno di rivolgere nemmeno mezza occhiata ai ranghi dei 130 cardinali, macchia rossa e immobile alla sua destra. Sa perfettamente che, tra loro, si annidano i suoi avversari pi temibili.
Gli avversari
Brandmller, Pell, Mller, Burke, Sarah, Zen Ze-kiun. Cardinali critici, con durezza, su vari fronti. Cardinali che videro nell’elezione di Benedetto XVI la possibilit di rilanciare un certo wojtylismo con assoluta fermezza dottrinale e che poi rimasero profondamente delusi: un po’ per come Ratzinger reag alla bufera degli scandali che deflagrarono durante il suo pontificato, confondendo un drammatico tono penitenziale, con miserabile cedevolezza; un po’ per la decisione di rinunciare al soglio pontificio, annunciata quel luned 11 febbraio del 2013.
Ma di cardinali pronti a far ripartire trame e agguati sul cammino di Papa Francesco, dietro le transenne, c’ percezione scarsa, se non proprio nulla. Ai circa duecentomila fedeli affluiti da luned per rendere omaggio alla salma di Benedetto XVI, bisogna aggiungerne altri cinquantamila che, ora, dopo aver superato i metal-detector sistemati tra le colonne del Bernini, pregano a mani giunte. Una folla commossa, riverente, piena di affetto e di riconoscenza per un Papa che, da quasi un decennio, non aveva pi preso la parola in pubblico, e che comunicava il suo pensiero solo attraverso sofisticati testi scritti. Suore e boy-scout, badanti straniere e militari in libera uscita, preti di campagna, infermiere, giovani e anziani, mamme con i figli nel passeggino, bavaresi in abito tipico. Distribuite migliaia di copie dell’Osservatore Romano e di un libretto con cui seguire la messa (in copertina, l’immagine della Deposizione di Caravaggio). Molti striscioni con identiche scritte: Santo subito e Danke Papst Benedikt.
Lacrime e rosari. Sembra che anche il ministro Giancarlo Giorgetti ne stringa uno tra le dita. Accanto a lui, mezzo Cdm: Crosetto (con zuccotto blu tipo incursore della Marina: per, in effetti, c’ un’umidit inconsueta), Nordio, Lollobrigida, Bernini, Tajani, Sangiuliano. arrivato pure Mario Draghi, molto omaggiato. Niente a che vedere, per, con l’accoglienza riservata a Pier Ferdinando Casini: trattato come un cardinale emerito. Siedono, in prima fila, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la premier Giorgia Meloni; dietro, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e Maurizio Gasparri, in sostituzione del Presidente del Senato, Ignazio La Russa (influenzato per una botta di freddo, sembra, presa a Cortina). La nostra delegazione e quella tedesca sono le uniche ufficiali. Altri capi di Stato e presidenti sono venuti a titolo personale. Ecco i sovrani del Belgio, Matilde (con velo nero) e Filippo. La regina Sofia di Spagna, il presidente lituano Gitanas Nauseda, il polacco Andrzej Duda, il portoghese Marcelo Rebelo de Sousa.
Gli umori
L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio…, dice il celebrante cardinale decano Giovanni Battista Re. La messa funebre — sobria, come aveva chiesto il defunto — volge al termine, la nebbia si diradata e ne resta solo una nuvola, che copre il Cupolone. Le guardie svizzere in alta uniforme portano al petto le loro alabarde. Dal portone escono i dodici sediari che vanno a schierarsi ai lati della bara.
I funerali hanno un momento in cui diventano tutti uguali, con la domanda di un lampo: chi stato l’uomo che se ne va per sempre? Papa Francesco, per Ratzinger, ha evocato i concetti di dedizione e delicatezza. Ma a questa folla, cercando di interpretarne gli umori, sono piaciuti molto anche la purezza di spirito capace d’una scossa di clamorosa, rivoluzionaria modernit: non mi sento pi all’altezza, lascio.
Il coro intona il Magnificat.
C’ un applauso lungo e intenso.
Papa Francesco, adesso ritto, appoggiato al bastone, aspetta la bara portata a spalla al centro del sagrato.
Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio, et nunc et semper, et in scula sculorum. Amen.
Nei secoli dei secoli. Che poi la spiegazione di tutto.
5 gennaio 2023 (modifica il 5 gennaio 2023 | 23:27)
© RIPRODUZIONE RISERVATA