Ream, il revisore dei conti«Sono stato un pollo,  mi sono fidato di Appendino»

Ream, il revisore dei conti«Sono stato un pollo,  mi sono fidato di Appendino»

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di Simona Lorenzetti

L’ex presidente del collegio Henry Fenoglio: non mi aspettavo la trappola

«Sono stato un pollo. Pensavo fosse un refuso, invece quel numero era la sostanza». L’ex presidente dei revisori dei conti del Comune di Torino, Henry Fenoglio, esce dall’aula 51 della Corte d’Appello e allarga le braccia. «Ho sempre avuto ottimi rapporti con tutte le amministrazioni e non mi aspettavo una cosa del genere. Io sono stato ingenuo, mi sono fidato. Invece era un trappolone».

A passo svelto raggiunge le due colleghe, Maria Maddalena De Finis e Nadia Rosso, con le quali ha condiviso quella strana e caotica approvazione del bilancio comunale nella notte tra il 3 e il 4 maggio 2017. Quando con un tratto di penna cancellò — secondo l’accusa con l’inganno — la data del 2017 sostituendola con il 2018, dando così erroneamente parere favorevole a un documento contabile dal quale spariva il debito da 5 milioni di euro che Palazzo Civico aveva nei confronti della società Ream per all’affare Westinghouse.

I tre revisori sono stati convocati per ricostruire la serata in Sala Rossa finita al centro del processo d’appello in cui sono imputati l’ex sindaca Chiara Appendino, l’ex assessore al Bilancio Sergio Rolando e l’ex capo di gabinetto Paolo Giordana, condannati in primo grado solo per il falso in bilancio del rendiconto approvato nel dicembre 2016. Tutti sono stati assolti dalle accuse di abuso d’ufficio. E l’ex prima cittadina e l’ex assessore anche dal falso in relazione al bilancio di previsione 2017.

In aula non sfilano solo i revisori di conti, si siedono di fronte al giudice Piera Caprioglio anche il presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia, l’allora presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci e l’ex segretario generale Mauro Penasso. Appendino è presente, lo è sempre stata fin dall’inizio di questo procedimento: con lei ci sono gli avvocati Luigi Chiappero e Luigi Giuliano.

Il sostituto procuratore generale Giancarlo Avenati Bassi è convinto che l’ex sindaca e l’ex assessore debbano essere condannati anche per il falso del 2017 e che il parere favorevole sia stato ottenuto con metodi manipolatori. Ed è su questo che si concentra l’udienza: cinque testimoni e sette ore per ricostruire una notte di presunte pressioni e macchinazioni. Dagli atti dell’inchiesta emerge che, durante la seduta del Consiglio, era stato chiesto al collegio di formulare un parere complessivo sul bilancio emendato in vista della approvazione finale. Gli esperti lo fecero, richiamando i pareri precedenti nei quali si ribadiva che i 5 milioni avrebbero dovuto essere iscritti nel documento di previsione 2017 come debito fuori bilancio. L’atto venne poi «rettificato» notte tempo: con una biro venne tracciata una linea sul 2017 e appena sopra fu indicato il 2018. Fenoglio spiega al giudice di essere andato nell’ufficio di Penasso perché bisognava apportare delle modifiche, era stato inserito un riferimento a un contenzioso al Tar che andava eliminato.

Una volta nell’ufficio, sarebbe stato raggiunto anche da Versaci e dalla sindaca, la quale disse che la data era sbagliata e andava cambiata. Il presidente dei revisori, convinto di un errore materiale, lo fece: «Mi sono fidato». Versaci aggiunge poi che fu Appendino a «sollecitare» Fenoglio a modificare la data. Sottolineando che in quel momento non «c’era bagarre» e che la «sindaca era una figura di conforto»: in sostanza, se lei diceva che era errata la data non poteva che essere altrimenti. Nessuno, però, avrebbe parlato degli effetti della correzione. Il documento venne riportato in aula, ma mancavano le firme di De Finis e Rosso. Sarebbe stato quello il momento di maggiore tensione. I revisori spiegano di essere state sopraffatti dalla confusione e dalle pressioni: «Non riuscimmo neanche a parlarci».

Alla fine, firmarono senza rileggere il documento. Ma già il giorno dopo inviarono mail e comunicazioni per mettere in luce l’errore. A poco servì, il bilancio era passato. Ora toccherà all’ex sindaca dire come andò quella sera: Appendino verrà interrogata nella prossima udienza. E dopo di lei, Giordana e Rolando.

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17 marzo 2022 (modifica il 17 marzo 2022 | 22:29)

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, 2022-03-18 08:43:00, Il presidente del collegio: non mi aspettavo la trappola,

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