Reclutamento insegnanti: dopo il comunicato del 6 aprile scorso, con cui il Ministero dell’Istruzione e del Merito annunciava un piano di assunzioni di docenti a tempo indeterminato, si susseguono in queste ore voci e interpretazioni diverse, in attesa di conoscere esattamente “cosa, quando e chi” del piano annunciato. Cerchiamo di fare chiarezza.
Quel comunicato ministeriale esordiva in questi termini: “Per l’anno scolastico 2023/2024, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha avviato oggi, con il decreto-legge approvato in Consiglio dei Ministri, un piano di assunzioni a tempo indeterminato di docenti, in attesa dello svolgimento dei concorsi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”.
In effetti, nello stesso giorno (6 aprile) nel comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 27, si rendeva noto, tra l’altro che: “Per l’anno scolastico 2023/2024, si prevede una procedura straordinaria di reclutamento per i docenti, inseriti nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze o negli appositi elenchi aggiuntivi, che sono in possesso del titolo di specializzazione sul sostegno. Inoltre, si interviene sulle modalità di svolgimento del concorso per i dirigenti tecnici con funzioni ispettive del Ministero dell’istruzione e del merito, in modo da sbloccare le procedure per il relativo reclutamento”.
La nota del 6 aprile aggiungeva questa dichiarazione (un po’ ottimistica) del ministro Valditara “Con l’importante piano di assunzioni di docenti che abbiamo deciso di affiancare alle misure previste dal PNRR, puntiamo a creare le condizioni per il regolare avvio del prossimo anno scolastico, assicurando la continuità didattica per gli studenti, la qualità dell’insegnamento e la riduzione del precariato. Inoltre, il Ministero fornisce una risposta pronta e significativa ai ragazzi con disabilità, con la più rilevante immissione in ruolo di docenti di sostegno degli ultimi anni, rendendo più selettive le procedure di reclutamento”.
Stralci dell’originaria bozza di quel decreto-legge varato dal CdM sono stati riportati da alcuni siti, ma, a tutt’oggi, il decreto-legge non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale né risulta tra gli atti emanati in via preventiva dal Presidente della Repubblica (attualmente in visita all’estero).
Si parla, comunque, di procedura straordinaria di reclutamento per il 2023/24, facendo intendere che la macchina concorsuale partirà nel prossimo anno scolastico.
Inoltre, nel comunicato ministeriale del 6 aprile c’è un altro passaggio che ha richiamato l’interesse di migliaia di docenti, disorientati per le interpretazioni che ne vengono date.
“Inoltre, il Ministero è in procinto di avviare, in attuazione del PNRR, una procedura concorsuale per gli insegnanti che abbiano maturato 36 mesi di servizio o siano in possesso dei 24 crediti formativi universitari”.
Oltre al reclutamento straordinario per docenti di sostegno – di cui al decreto-legge varato dal CdM il 6 aprile – ci dovrebbe essere, dunque, un’altra procedura concorsuale dai contenuti non ben definiti che aprono a una serie di interrogativi:
- Il bando di questo nuovo concorso avrà bisogno di una norma preventiva di autorizzazione (che allungherebbe i tempi di avvio) oppure il MIM si baserà su norme esistenti (con procedura immediata e possibile avvio già a luglio ‘23, come riportano alcune voci)?
- La procedura riguarderà tutti i settori (infanzia, primaria e secondaria) con un esercito di commissioni da costituire in tempi che non potranno essere brevi e semplici?
- I requisiti previsti: 36 mesi di servizio o 24 CFU sono alternativi tra loro oppure, come è sempre avvenuto, devono coesistere, cioè i candidati devono possedere sia l’uno sia l’altro?
- Le prove concorsuali saranno le solite (scritto con quesiti a risposta chiusa e orale oppure prova orale con presentazione di una UDA)?
Dopo il comunicato del 6 aprile migliaia di persone sono dunque in attesa di un chiarimento da parte del MIM.
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