C’è un motto di Aby Warburg, “il buon Dio sta nel dettaglio”, che ha avuto molto successo. Basta una breve indagine su Internet e la stessa frase si vedrà attribuita a Flaubert o a Mies Van der Rohe o ancora a qualcun altro meno famoso: segno che il breve e denso aforisma è entrato a far parte del linguaggio comune e spesso lo si trova rovesciato nel suo contrario: il diavolo sta nei dettagli. Vere, a nostro avviso, tutte e due le affermazioni: Bene e Male si rivelano molto spesso nei particolari, nelle piccole cose apparentemente irrilevanti. Alla conclusione del primo anno scolastico all’insegna del “Merito” applichiamo uno sguardo filologico e warburghiano ad aspetti la cui banalità non meriterebbe, forse, tanta attenzione. Questo è un articolo a tesi e voglio dimostrare:
1) che il MIM non nutre, nei confronti dei docenti, quel rispetto che pretenderebbe avessero invece, verso gli stessi, studenti e famiglie;
2) che è in atto una deriva fortemente clericale, che contrasta la natura laica della scuola in quanto istituzione della Repubblica.
A corredo del primo punto potremmo portare numerosi dati oggettivi e macroscopici: l’anno si chiude con un nulla di fatto in parecchi ambiti. Abbiamo, infatti, assistito all’ennesimo, miserevole rinnovo contrattuale, sul quale si aggira sempre il fantasma degli stipendi europei; nonostante il flusso imponente di denaro del PNRR, nessuno ha pensato di ridurre drasticamente gli studenti nelle classi (il primo, necessario passo verso la soluzione della grave crisi educativa in atto); nonostante i dati statistici allarmanti (alle soglie della maturità il 48% degli studenti pare non raggiunga un livello sufficiente nella comprensione di un testo scritto) si continua a praticare una politica scolastica di piccolissimo cabotaggio.
Potremmo andare avanti, ma qui ci fermiamo e diamo spazio all’ultimo (piccolo) insulto nei confronti della categoria dei docenti. Con la Circolare n. 2800 del 13 giugno 2023 il Direttore generale, ing. Davide D’Amico, ricordava in modo perentorio che “a partire da quest’anno, non sarà possibile accedere alle funzioni di trasmissione degli esiti finali oltre le date indicate nella presente nota […] Tale anticipo si rende necessario nel contesto del “Piano di semplificazione per la scuola” […] che tra gli obiettivi prevede, in particolare, la realizzazione di un’unica piattaforma online”. La data invalicabile, per la scuola secondaria di secondo grado, è il 31 agosto 2023.
Ciò significa che le prove “di riparazione” per le materie insufficienti, per verificare se sono stati colmati i cosiddetti debiti formativi, non potranno essere svolte oltre quella data. Si riapre una vecchia querelle: perché le prove dell’avvenuto recupero non possono essere effettuate nei primissimi giorni di settembre? Perché obbligare le famiglie (e, naturalmente, anche i docenti), a sospendere le loro vacanze, visto che agosto resta ancora per molti il mese delle ferie? In realtà persino l’Ordinanza 92/2007, che regolamentava le modalità di recupero, lasciava una via di scampo. L’ Articolo 8 (Verifiche finali e integrazione dello scrutinio finale) così recitava: “Salvo casi eccezionali, dipendenti da specifiche esigenze organizzative debitamente documentate, le iniziative di recupero, le relative verifiche e le valutazioni integrative finali hanno luogo entro la fine dell’anno scolastico di riferimento. In ogni caso, le suddette operazioni devono concludersi, improrogabilmente, entro la data di inizio delle lezioni dell’anno scolastico successivo”. Le scuole si divisero, da subito, in “zelanti” (esami a fine agosto) e “riottose” (esami ai primi di settembre, anche in nome dell’autonomia scolastica).
La possibilità, di fatto, che i Collegi docenti decidessero in autonomia come agire si è mantenuta sino ai giorni nostri. In questi anni i docenti hanno fatto spesso notare che la scuola non è quella dei “tre mesi di vacanze estive” e che, nella secondaria di II grado, tra esami di maturità ed impegni collegiali spesso si fatica ad usufruire di tutti i giorni di ferie dell’anno.
Motivo in più per effettuare le verifiche dei recuperi a settembre. E comunque, mentre la ragionevolezza dice che non c’è nulla di male negli “esami di riparazione” settembrini, l’ombra del “fannullone” che non vuole tornare a lavorare grava, ingiustamente, sui docenti che difendono il loro diritto alle ferie.
Quest’anno, l’ingegner D’Amico ha deciso di rilanciare in modo intransigente, in nome dell’efficienza, la data del 31 agosto come invalicabile. Questo con poco rispetto dei docenti, che si vedono costretti a rimodulare in peius il loro periodo di ferie. Che l’ingegnere sia affetto da “brunettismo” (sindrome perniciosa che vede in ogni statale un mangiapane ad ufo)? Che voglia dire urbi et orbi: “Adesso si riga dritto”? Non lo sappiamo, ma sappiamo quanto è durata la sua intransigenza e chi l’ha fatto recedere. Di questo parliamo qui di seguito, al punto 2.
2) Sul sito della CdO leggiamo:
Il Direttore generale per i Sistemi Informativi e la Statistica, Ing. Davide D’Amico, in seguito alla segnalazione di Cdo Opere Educative e FIDAE, condivisa anche da molti Dirigenti Scolastici, inerente la difficoltà a rispettare le date indicate per la comunicazione degli esiti finali post recupero debiti, nella mattinata odierna ha inviato alle scuole la seguente nota, prorogando il termine per la comunicazione degli esiti relativi alla sospensione del giudizio successivamente alla data del 31/8 (prevista nella nota).
“Facendo seguito alla nota prot. n. 2800 del 13/06/2023 di questa Direzione Generale, relativa alle attività che le scuole devono compiere al termine dell’anno scolastico per la comunicazione degli esiti finali, tenendo conto delle segnalazioni arrivate dalle istituzioni scolastiche, si fa presente che la data del 31 agosto p.v., fissata come data ultima per la trasmissione dell’esito relativo alle sospensioni di giudizio, è conseguenza dell’anticipo previsto per la comunicazione dei dati di frequenza per l’anno scolastico 2023/2024, necessari e funzionali ai nuovi servizi digitali in corso di attivazione.
Si rende noto che sarà comunque possibile comunicare l’esito relativo alla sospensione del giudizio successivamente alla data del 31 agosto p.v., entro e non oltre l’8 di settembre p.v… Il Direttore generale: Ing. Davide D’Amico”.
Penso che tutti sappiano cosa sia la CdO. Per chi non lo sapesse, prendo dal loro sito: “Cdo Opere Educative-FOE è una associazione aderente a Compagnia delle Opere e a Cdo Opere Sociali costituita da enti gestori di scuole non statali, centri di formazione professionale e istituzioni educative…”, che hanno come fine l’educazione, la formazione e l’istruzione dei giovani… Ora, che i Direttori generali accolgano suggerimenti di buon senso non è cosa che dispiaccia; dispiace invece il tentativo precedente, e cioè quello di ridurre ulteriormente i già pochi diritti dei “docenti”, facendoli passare per capricci o ingiusti privilegi. E dispiace anche che poi si faccia un passo indietro quando si muove una potente associazione clericale. Avevamo segnalato in un articolo precedente la prossimità ideologica del ministro Valditara all’area confessionale rappresentata dall’Agenda di “Sui tetti”.
Non vorremmo che questo fosse l’inizio di una deriva della scuola italiana, sempre meno laica e sempre più sensibile alle sirene di una “antropologia” che identifica la Verità nei valori cattolici (non sono parole mie, sto citando). Pensiamo che la nostra scuola abbia anticorpi sufficienti contro l’integralismo, ma non ci fa piacere leggere sulla pagina iniziale del sito della CdO i seguente titolo: “Berlusconi/Cdo: Tutta la sua vita è stata animata dal desiderio di cambiare e innovare”: ci chiediamo a quali valori cristiani corrispondano gli indubbi cambiamenti ed innovazioni portati dal berlusconismo e, come insegnanti, ci interroghiamo sul valore esemplare di un uomo che ha portato tanti importanti esponenti politici, in Parlamento, a giurare sulla sua assoluta buonafede circa il fatto che una avvenente ragazzotta fosse nipote di Mubarak.
Eravamo partiti dal “giro di vite” sul calendario degli esami di recupero e siamo arrivati parecchio più in là. Crediamo di aver raggiunto il nostro scopo: nei particolari insignificanti si nasconde il diavolo, probabilmente.
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