Referendum, perché no. Albamonte: «È inutile e dannoso. Aspettiamo la riforma per evitare il rischio di conflitti d’interessi»

Referendum, perché no. Albamonte: «È inutile e dannoso. Aspettiamo la riforma per evitare il rischio di conflitti d’interessi»

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di Virginia PiccolilloEugenio Albamonte, segretario di AreaDg: così è senza cautele. E tre giorni dopo il voto sarà discussa in Senato la legge Cartabia Domenica 12 giugno si potrà votare, insieme alle Amministrative, sì o no su cinque referendum centrati sulla giustizia. A promuoverli sono stati il Partito radicale e la Lega. Il via libera della Cassazione è arrivato il 29 ottobre scorso, quello della Corte costituzionale il 15 febbraio. I quesiti riguardano se abrogare parte della legge Severino; se abolire la raccolta delle firme per presentare la candidatura al Csm; se ridurre i reati per cui è previsto il carcere; se separare le carriere dei magistrati; se consentire ai non togati di valutare i magistrati. Questa è la prima di una serie di puntate per spiegare i quesiti e le diverse posizioni Eugenio Albamonte, da pm e segretario della corrente AreaDg, perché non è favorevole a questo quesito? «Perché è inutile: tre giorni dopo il voto sarà discussa in Senato la legge Cartabia che prevede la stessa cosa. E oltretutto è dannoso». Dannoso? Perché? «La legge prevede alcune cautele, il referendum no». Quali cautele? «Evitare una sorta di possibile conflitto di interessi. L’avvocato si può trovare a valutare il giudice che gli ha dato torto o ragione pochi giorni prima. Va evitata una sovrapposizione per la serenità dell’avvocato, del giudice e delle parti». Statisticamente è realistico? «Nei piccoli tribunali le statistiche sono diverse dai grandi. E poi non c’è una norma che fissa regole in base alle quali si stabilisce quali avvocati vanno a valutare e quali no». E allora? Qual è il rischio? «Se non c’è trasparenza i controllori dei magistrati saranno espressione della parte alta dell’avvocatura che rappresenta gli interessi più forti del territorio». Neanche la legge Cartabia contiene un correttivo su questo aspetto. «Ma è previsto un aggiustamento. E poi tutti insieme esprimono un unico voto: correttivo alle singole pulsioni degli avvocati. E i componenti laici del Csm non svolgono la loro attività durante il mandato, anche per gli avvocati qualche forma di cautela va trovata». Gli avvocati dicono che volete lasciarli fuori della porta della cittadella giudiziaria, non è così? «Nella magistratura ci sono sensibilità diverse. Questa cultura non mi appartiene. Piuttosto…». Piuttosto? «Già da ora i consigli giudiziari potrebbero esprimere valutazioni sull’organizzazione del presidente del Tribunale o della Corte d’appello con diritto di voto. Ma questo accade davvero di rado. Quindi gli avvocati si lamentano di non essere cittadini con pari dignità della giustizia, ma poi non esercitano i propri diritti». Forse sono rispettosi. «E allora non vengano a dire che sono i magistrati a tenerli sulla porta». 3 giugno 2022 (modifica il 3 giugno 2022 | 10:12) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-03 08:12:00, Eugenio Albamonte, segretario di AreaDg: così è senza cautele. E tre giorni dopo il voto sarà discussa in Senato la legge Cartabia, Virginia Piccolillo

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