Referendum, perché sì. Di Marco: «Ormai si finisce per togliere la libertà anche agli innocenti. Esistono alternative»

Referendum, perché sì. Di Marco: «Ormai si finisce per togliere la libertà anche agli innocenti. Esistono alternative»

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di Virginia PiccolilloGiampaolo Di Marco: si valutino le prove. La custodia cautelare in carcere non è la madre di tutte le misure grima Giampaolo Di Marco è un civilista e presidente dell’Associazione nazionale Forense. Perché voterà sì? «Perché la reiterazione del reato è stato spesso il grimaldello per portare in carcere anche degli innocenti». Che cosa intende? «L’inquinamento delle prove e il pericolo di fuga sono dati oggettivi, vanno dimostrati. La possibilità di reiterazione del reato può essere un criterio soggettivo. Questo porta a chiederla sempre, invece che in estrema ratio come si considerava nel codice dell’89». Però esiste chi può tornare a compiere lo stesso reato? Come si tutelano le potenziali vittime? «Certo che esiste. Ma la fase serrata delle indagini preliminari consente di vedere il presunto reo con una lente ingrandita e valutare le prove». E dunque? «Se uccido mia moglie e mi metti in carcere dovresti pensare che non posso reiterare quel reato». Ma se la picchia? «La custodia cautelare è l’ultima delle misure da prendere. Ma non è l’unica. Il codice rosso ne prevede una serie ma presuppone che ci sia qualcuno che controlla». Molti magistrati pensano che se passa il sì non potranno essere applicate neanche quelle perché esecuzione di misure cautelari. Lei? «Non è vero. La custodia in carcere non è la madre di tutte le misure». Che cosa vuol dire? Come posso evitare che un rapinatore o un corrotto sia tentato dal compiere di nuovo lo stesso reato? «Ci sono strumenti legislativi. La revoca del porto d’armi, l’interdizione dai pubblici uffici». E la violenza sessuale? «Non ragioniamo per suggestioni». Suggestioni? «Certo. Se parlo di stupratori e rapinatori tutti vorrebbero sbatterli in galera e buttare la chiave». Invece? «Bisogna riflettere. Parliamo di sottrazione della libertà in pendenza dell’accertamento del reato. È una misura che confligge con il principio della presunzione di innocenza. Infatti molti, alla fine, vengono assolti». 3 giugno 2022 (modifica il 3 giugno 2022 | 22:01) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-03 20:02:00, Giampaolo Di Marco: si valutino le prove. La custodia cautelare in carcere non è la madre di tutte le misure grima, Virginia Piccolillo

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