di Paola Di CaroIl presidente e i veleni nel centrodestra: «Che siamo, pesci piranha?». «Il centrodestra sta dando uno spettacolo indecoroso, qualcuno deve assumersi la responsabilità» Presidente Nello Musumeci, ma perché il coordinatore azzurro della Sicilia, Gianfranco Miccichè, non vuole che lei si ricandidi in autunno? «Non mi trascini in una polemica che non ho mai cercato. Luciano De Crescenzo diceva: “Ci vogliono 2 anni per imparare a parlare e 50 per imparare a tacere”. E io li ho superati…». Non gli risponde? «Dico che non mi farò delegittimare da chi ha già spaccato la coalizione due volte facendo vincere la sinistra, da chi oggi in Sicilia guida metà del suo partito e non si capisce cosa mi rimproveri. Per me il centrodestra è un valore e un ideale. Se verrà diviso, ognuno si prenderà le proprie responsabilità». Quindi, si ricandiderà alla presidenza della Regione? «Se non dimostreranno che sono socio di Matteo Messina Denaro o che, a differenza di quanto mi risulta, esistono candidati più competitivi di me, no. Non ritirerò la mia candidatura». Potrebbe anche dimettersi per votare già in estate? «L’ho letto sui giornali, ma se dovesse servire per ricompattare la coalizione lo farei domattina. In caso contrario non avrebbe senso. Almeno per ora…». Nello Musumeci, presidente della Regione Sicilia, leader di Diventerà Bellissima ormai alleata con FdI («Per me è un ritorno a casa»), rischia di essere la vittima più importante dello scontro durissimo che sta spaccando il centrodestra nell’isola. Quattro candidati sindaco di area in campo a Palermo, uno ufficializzato dall’asse FI-Lega senza accordo con Giorgia Meloni che avrebbe voluto contestualmente la conferma dello stesso Musumeci, per ora da FI rimandata a dopo l’estate, rischiano di provocare un terremoto in città e in Regione. Con esiti imprevedibili nell’alleanza. Come si può evitare? «Ringrazio Meloni per il sostegno e concordo con la sua richiesta: decisioni così importanti devono essere prese a livello di leader nazionali. Soprattutto perché è innaturale mettere in discussione un presidente uscente se non ci sono fatti gravi. E noi qui abbiamo sempre governato bene, nella giunta lavorano in armonia con me 4 assessori azzurri indicati dallo stesso Miccichè. Non c’è mai stato problema. Questa situazione fa male al centrodestra». La Meloni ha chiesto l’intervento di Berlusconi. Lei gli ha parlato? «Condivido e sì, ho sentito di recente Berlusconi». E che le ha detto? «Ha dato la sua disponibilità, ma io sono molto prudente, rispetto il travaglio che vivono le forze politiche al loro interno… Ma il centrodestra sta dando uno spettacolo indecoroso, qualcuno deve assumersi la responsabilità». Con Salvini ha parlato? «No. Ci siamo scambiati per messaggio gli auguri». Teme si sia saldato l’asse FI-Lega per un nuovo assetto del centrodestra? «Io sento parlare di “laboratorio Sicilia”, ma non vedo perché i siciliani debbano fare le cavie, magari imbarcando in un’alleanza grillini e sinistra per scimmiottare Draghi. Vogliamo normalità, stabilità, in Sicilia il centrodestra è maggioranza e può vincere». M iccichè dice che lei non va, che non può vincere. «Io ho visto solo sondaggi che mi danno vincente su altri possibili sfidanti e avversari. Se gli altri partiti ne hanno di diversi, li mostrino. Sa che si dice qui? Che di una persona “prima si chiacchiera e poi diventa chiacchierata…”. Ecco, non lo accetto. E credo davvero che, con una telefonata e in un’ora, Berlusconi potrebbe risolvere tutto». Non crede che il tema di fondo sia la competizione tra Salvini e Meloni? «Non riesco a capire come il fatto che una forza dell’alleanza cresca possa essere un problema. Ma che siamo, i pesci piranha?». E se Salvini ambisse alla presidenza della Sicilia per la Lega, sostituendola? «Ah beh, tutto è possibile. Ma non tutti i desideri diventano diritti». 20 aprile 2022 (modifica il 20 aprile 2022 | 22:00) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-20 20:03:00, Il presidente e i veleni nel centrodestra: «Che siamo, pesci piranha?». «Il centrodestra sta dando uno spettacolo indecoroso, qualcuno deve assumersi la responsabilità», Paola Di Caro