“Per la Cisl Scuola è indispensabile mettere in sicurezza il sistema di istruzione pubblica, nella sua dimensione unitaria e nazionale, rispetto a ogni ipotesi di regionalizzazione. Diversamente, si andrebbe in direzione esattamente opposta a quella indicata dal Pnrr, che punta a ridurre ed eliminare disparità e disuguaglianze ancora molto marcate fra le diverse aree del Paese anche per quanto riguarda gli esiti formativi”.
Lo ha affermato all’Adnkronos Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola, precisando comunque che “attendiamo di conoscere il testo ufficiale del DL Calderoli per valutare posizioni specifiche relative alla scuola”.
“È una visione unitaria del sistema scolastico quella che vogliamo sostenere e difendere – ha ribadito la segretaria generale Cisl Scuola -, in coerenza con una linea che da tempo ci caratterizza e sulla quale intendiamo continuare a impegnarci, al di là delle maggioranze e dei governi con cui ci confrontiamo. Lo facciamo come federazione che agisce nel mondo della scuola e in gran parte lo rappresenta: di questo settore ci occupiamo in modo specifico e lo facciamo senza alcuna pretesa di invadere altri ambiti di competenza. Ma il nostro no a derive regionalistiche per la scuola viene da lontano, lo abbiamo argomentato in un convegno del 2019, è stato al centro di iniziative anche in tempi successivi, è confermato dalle decisioni dell’ultimo congresso”.
“Non c’è nei fatti – ha sottolineato la Barbacci – una vera condizione di pari opportunità di accesso al diritto allo studio in tutte le realtà territoriali del Paese. Non a caso il Pnrr investe il 40% delle risorse nel mezzogiorno e pone il superamento degli squilibri tra i suoi obiettivi prioritari”.
Secondo Barbacci, dunque, “non c’è proprio bisogno di costruire nuovi recinti regionali in cui rinchiudersi per valorizzare in modo adeguato la propria realtà locale”.
Così come, per quanto riguarda il personale scolastico, la sindacalista osserva: “il carattere unitario e nazionale va confermato in modo particolare per quanto riguarda le modalità di reclutamento, garantendo la spendibilità in tutta Italia delle abilitazioni conseguite, a salvaguardia di un’unitarietà del profilo che è anche presidio di unità nazionale e coesione del Paese“, conclude.