“Il ministro ci ha espresso la sua disponibilità, non appena sarà ricostituita la Commissione paritetica Stato-Regione, alla prosecuzione del percorso di regionalizzazione del sistema scolastico del Friuli Venezia Giulia con la possibilità di costituire una Commissione tecnica bilaterale tra Ministero e Regione per definire una norma congiunta che riconosca alla nostra regione una maggiore autonomia in materia di istruzione”.
Così l’assessore regionale all’Istruzione e formazione, Alessia Rosolen, dopo l’incontro con il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara due giorni fa a Roma.
L’iter – come riporta una nota della Regione -, era stato nel 2019.
“Abbiamo proposto l’istituzione di un nuovo capitolo di spesa del bilancio del Ministero dell’Istruzione e del merito, alimentato con fondi regionali, da cui attingere per il pagamento di contratti di supplenza breve aggiuntivi stipulati dalle scuole statali del territorio regionale con il personale scolastico – ha spiegato Rosolen -. Si tratta di un provvedimento necessario per garantire il riconoscimento dell’anzianità a tutto il personale della scuola che viene assunto con i fondi stanziati dall’Amministrazione regionale, con cui di fatto la Regione supplisce alle carenze di organico“.
L’assessore ha evidenziato poi la carenza di personale da dedicare ai servizi educativi per la prima infanzia.
“Il problema è nazionale e potrebbe riguardare anche la nostra Regione – ha sottolineato Rosolen – e su questo c’era stato un interessamento diretto anche da parte del governatore Fedriga, con una nota inviata a ottobre al ministro del Lavoro e politiche sociali e al ministro per la Famiglia e pari opportunità“.
All’attenzione del ministro inoltre la carenza di personale scolastico, specialmente di insegnanti specializzati e Ata oltre alla mancanza di personale ministeriale in servizio nell’USR che ad oggi vede coperto solo il 40% della sua pianta organica.
Rosolen ha infine richiesto al ministro la possibilità di fruire di una maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi del Pnrr, perché non vengano utilizzati solo per l’acquisto di dotazioni tecnologiche.