Regionalizzazione scuola, reclutamento e stato giuridico del personale scolastico restino statali. La presa di posizione del Ministero dellIstruzione e del Merito

Regionalizzazione scuola, reclutamento e stato giuridico del personale scolastico restino statali. La presa di posizione del Ministero dellIstruzione e del Merito

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Sul tema autonomia differenziata ci sarebbe una presa di posizione da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito, che nei giorni scorsi avrebbe inviato una richiesta ai tecnici ministeriali del dicastero degli Affare Regionali, in cui si chiede espressamente di lasciare fuori l’istruzione dal progetto di regionalizzazione.

In base a quanto riporta Il Messaggero, da Viale Trastevere sembrano essere stati chiari, inviando un messaggio preciso: il reclutamento e lo stato giuridico dei docenti e del personale scolastico sono una prerogativa statale che non può essere ceduta alle Regioni. La scuola, insomma, non si tocca. Deve rimanere nazionale.

Nel frattempo il Ministro Calderoli lavora al piano di autonomia che vedrebbe diverse competenze fino ad oggi statali diventare oggetto di politica e amministrazione regionale.

Ma da Viale Trastevere hanno sottolineato perentoriamente: “Il reclutamento, la formazione e lo stato giuridico del personale scolastico sono collegati a quanto previsto dall’articolo 117 della Costituzione comma 2 lettera g, in forza del quale l’ordinamento e l’organizzazione amministrativa dello Stato rientrano tra le materie di competenza esclusiva dello Stato“, ha scritto il MIM, sottolineando anche come ciò vale anche per i contratti collettivi nazionali e integrativi. Ma non solo: anche gli organici sono di competenza legislativa dello Stato.

D’altronde, la lettera del dicastero di Viale Trastevere non fa altro che ricalcare la posizione del Ministro Valditara: “Occorre prima valutare i livelli essenziali delle prestazioni. Io più volte ho escluso che possa essere intaccato il contratto nazionale della scuola così come i programmi scolastici, che sono di competenza dello Stato”.

Per Valditara, dunque, ammesso possa entrare la scuola all’interno del progetto di autonomia differenziata, una volta valutati i LEP, esclude che possano esserci interventi al CCNL e quindi al livello retributivo dei lavoratori della scuola, così come ai programmi scolastici, che dunque resterebbero uguali in tutte le regioni, nel caso di uno scenario di regionalizzazione.

Il disegno di legge

Bisogna ricordare che il testo è stato già approvato in CdM e che adesso, dopo il parere della Conferenza delle Regioni, tornerà in Consiglio dei Ministri.

Dopo l’approvazione del governo, il testo andrà al Parlamento per l’approvazione consueta. Nel frattempo, verrà istituita una Cabina di regia per stabilire i Livelli Essenziali di Prestazione entro la fine del 2023.

Una volta definiti i Lep, il Consiglio dei ministri emetterà un Dpcm che dovrà passare attraverso la Conferenza unificata e il Parlamento prima di essere valutato dai ministeri competenti e negoziato con le Regioni.

L’intesa definitiva sarà siglata da Palazzo Chigi e poi approvata dalla singola Regione prima dell’approvazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri.

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