di Stefano Montefiori
Il presidente francese ha rivendicato il peso diplomatico dell’asse franco-tedesco nella questione ucraina per spiegare la visita di Zelensky
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI — La risposta di Emmanuel Macron a Giorgia Meloni cerca di smorzare i toni, ma tiene il punto. Il presidente francese vorrebbe ignorare la questione – Non ho commenti da fare – ma poi invece commenta, precisa, rivendica: Ho voluto ricevere il presidente Zelensky, assieme al cancelliere Scholz, e penso che facesse parte del mio ruolo. La Germania e la Francia, come sapete, hanno un ruolo particolare da otto anni sulla questione.
Il riferimento al formato Normandia, cio l’azione diplomatica a quattro – Ucraina, Russia, Francia, Germania – inaugurata nel giugno del 2014 che port pochi mesi dopo agli infruttuosi accordi di Minsk. Macron rivendica il peso diplomatico speciale di Parigi e Berlino, non da oggi, nella questione dell’Ucraina, e aggiunge una frase che chiama in causa le scelte del presidente ucraino: Credo che spetti anche a Zelensky valutare i formati che preferisce. Come a dire, non abbiamo fatto tutto da soli, anche l’Ucraina ha partecipato alla scelta della cena a tre Macron-Scholz-Zelensky all’Eliseo. E c’ chi sottolinea che Zelensky, rifiutato in video al Festival di Sanremo, stato ben felice di essere accolto di persona a Parigi.
Da parte francese c’ una forma di sorpresa rispetto alla reazione di Giorgia Meloni. Dopo la crisi della Ocean Viking del novembre scorso i rapporti sono tornati cordiali, i ministri dei due governi hanno continuato a vedersi – anche la settimana scorsa la segretaria agli Affari europei Laurence Boone ha incontrato a Roma il collega Raffaele Fitto – e i due leader si sono sentiti al telefono non pi tardi di luned scorso. L’Eliseo in quell’occasione ha salutato l’azione congiunta della Francia e dell’Italia per sostenere l’Ucraina con la decisione di fornire un sistema di difesa anti-aerea SAMP/T – MAMBA.
Ci sono ragioni di fondo – non ultima l’entrata in vigore del Trattato del Quirinale – che spingono per una collaborazione continua tra Francia e Italia, tanto vero che le due diplomazie stanno perfezionando l’incontro tra il ministro dell’Interno italiano Matteo Piantedosi e quello francese Grald Darmanin, protagonista di qualche intemperanza verbale di troppo nei giorni della crisi sui migranti della Ocean Viking. Ma poi la qualit di una relazione si basa anche su rapporti personali e alcuni automatismi tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni ancora non sono scattati.
vero, il primo leader straniero incontrato da Meloni stato Macron, a Roma, sia pure informalmente, subito dopo la nomina della vincitrice delle elezioni a presidente del Consiglio. Poi c’ stata la lite sull’immigrazione, l’Eliseo ha ufficialmente invitato Meloni a Parigi per consacrare la riappacificazione, ma ancora la leader italiana non ha trovato in agenda una data giusta per l’incontro.
Un altro aspetto di cui tenere conto che la cena di mercoled sera senza l’Italia sembra essere stata organizzata in poco tempo, in risposta al viaggio a sorpresa di Zelensky a Londra. Francia e Germania avranno pure da tempo un ruolo speciale nella questione ucraina, ma negli ultimi mesi Macron e Scholz sono apparsi spesso titubanti sull’atteggiamento da tenere nei confronti di Putin, tra l’ossessione di Macron di non umiliare la Russia e quella di Scholz di non tagliare le linee di approvvigionamento energetico. Dovevano quindi recuperare. Non un caso che dopo il viaggio di dicembre negli Stati Uniti Zelensky abbia scelto il Regno Unito per la sua seconda missione all’estero, a sorpresa, e Macron sembra essere corso velocemente ai ripari invitando Zelensky e poi Scholz la sera stessa a Parigi. Nei momenti di concitazione, una relazione personale solida e facile pu aiutare, ma questa ancora non si sviluppata tra Macron e Meloni.
A Parigi molti comprendono che Emmanuel Macron possa irritare, con il suo protagonismo e la tentazione di auto-attribuirsi il ruolo di presidente non solo della Francia ma un po’ di tutta l’Europa, come quando a Parigi toccava il semestre di presidenza Ue (semestre ormai concluso). Ma si sottolinea che una relazione di intesa speciale va costruita in due, e a dimostrare di volerla deve essere quindi anche l’Italia. Altrimenti, rischiano di prendere il sopravvento i vecchi riflessi, e quindi l’eterna riedizione di uno stanco asse franco-tedesco.
9 febbraio 2023 (modifica il 9 febbraio 2023 | 15:56)
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