di Andrea Marinelli e Guido Olimpio
Decine di Paesi hanno fornito a Kiev materiale civile per sostenere cittadini e resistenza. Intanto gli attacchi russi non si fermano
Non solo armi. Per resistere alle ondate di bombardamenti russi Kiev ha disperato bisogno di materiale civile, componenti destinate a sostenere la rete elettrica colpita ripetutamente anche in queste ore. uno sforzo corale al quale partecipano governi, gruppi industriali, comunit e singoli cittadini. Una reazione alla guerra delle tenebre scatenata da Vladimir Putin.
I numeri
Societ piccole e medie hanno importato decine di migliaia di generatori ma ne servono altrettanti, indispensabili a imprese, fabbriche, officine, centri medici. Fondamentali anche i trasformatori diventati uno dei target costanti. A questi si aggiungono anche strutture in cemento per creare ponti provvisori e ricambi per le ferrovie — un punto di forza della resistenza – ma anche veicoli destinati alle squadre di riparazione. In questi mesi arrivato molto, gli ucraini si aspettano altro. A seguire un elenco provvisorio delle forniture, tenendo presente che alcuni stati affiancano l’adesione a piani in comune con consegne autonome:
— Azerbaigian 45 trasformatori, 50 generatori;
— Francia: tonnellate di binari; 25 ponti in kit; 20 milioni di euro in semi agricoli; 100 generatori;
— Usa: 108 milioni di dollari per acquisto materiale elettrico, 1000 generatori;
— Germania: 490 generatori. Norvegia: 100 milioni di dollari per rete elettrica; generatori di grande portata;
— Unione Europea: oltre 840 generatori offerti da ogni paese membro; 30 milioni di euro per acquistare 30 milioni di lampadine a basso consumo;
— Europarlamento: programma Generators of Hope per raccolta di materiale in circa 200 citt dell’UE.
— Svizzera: 106 milioni di dollari per ripristino rete elettrica. Italia: alcune decine di generatori;
— Slovacchia: 19 generatori;
— Lituania: 25 trasformatori;
— Bulgaria: 100 generatori da raccolta fondi privati;
— Georgia: 500 mila dollari per acquisto generatori;
— Sud Corea: 20 generatori;
— Giappone: oltre 500 generatori;
— Estonia: 13 generatori;
— United24: associazione di cui fa parte anche l’ex calciatore Shevchenko punta a raccogliere fondi per 1000 generatori;
— Repubblica Ceca: circa 700 apparati per riscaldamento, una ventina di kit per ponti provvisori;
— Emirati Arabi Uniti: 2500 generatori;
— Slovenia: 4 spedizioni di equipaggiamenti (compresi 88 trasformatori);
— Israele: 17 generatori di grande portata per l’area di Kherson.
L’allarma
Kiev – dove sabato sono stati segnalati attacchi — si attende il proseguimento dei raid. Con i missili dagli aerei e dalla Flotta del Mar Nero (almeno 5 le unit mobilitate), ordigni alternati ai velivoli senza pilota Shahed di produzione iraniana. Il centro studi Institute of War ha rilevato come gli occupanti abbiano incrementato la cadenza nell’uso di queste armi: sono pi economiche rispetto ai cruise, di solito vengono utilizzate con il buio per cercare di bucare l’antiaerea, pur meno potenti servono a saturare le difese. Anche questo fine settimana gli ucraini hanno rivendicato la distruzione di diversi Shahed e l’intercettamento, sempre sabato, di 12 dei 20 missili sparati dagli aggressori. In apparenza vi stata una risposta sull’aeroporto di Dzhankoi, localit della Crimea settentrionale in mano ai russi dove sono state udite alcune esplosioni. Venerd era avvenuta la stessa cosa attorno a Sebastopoli. Episodi attribuiti a incursioni di droni.
31 dicembre 2022 (modifica il 31 dicembre 2022 | 20:03)
© RIPRODUZIONE RISERVATA