Ma la decisione spetterà ai Dirigenti Scolastici
Gianna Fregonara su “Corriere.it”
Se non si possono allungare gli orari di lavoro di professori e studenti, non resta che ridurre la durata delle lezioni. Potrebbe essere questo l’uovo di Colombo per la ripresa di settembre: invece di 60, i moduli di lezione delle scuole superiori potrebbero diventare di 45. In questo caso ogni settimana i professori avrebbero a disposizione un quarto di lezioni in più. Su un orario di trenta ore settimanali, se ne potrebbero fare 40 da 45 minuti. Se la classe è divisa in due gruppi che si alternano in classe, ogni gruppo avrebbe 20 ore di lezione e le altre dieci potrebbero essere fatte di materiale e lavori a distanza.
La didattica mista
E’ una delle ipotesi su cui sta lavorando la commissione Bianchi al ministero dell’Istruzione. La decisione non è ancora presa, ma l’economista bolognese e i suoi 17 colleghi stanno sfogliando la margherita delle possibili ipotesi. Quella di una didattica mista, nel senso di metà classe in aula e metà a casa è stata scartata: tecnicamente non è fattibile perché tra l’altro richiederebbe una infrastruttura che le scuole non hanno. Senza contare la difficoltà per i professori e gli studenti nel doversi relazione con persone in presenza e in collegamento.
Più insegnanti per le elementari e le materne
Diversa la situazione per le elementari e le materne: anche perché le ore di frequenza non possono modificarsi di molto. Per questo l’idea è quella di assumere – come riporta Italia Oggi – per un anno soltanto almeno il 10 per cento di supplenti in più. La maggior parte delle classi delle primarie sono già infatti composte da pochi bambini: 25 mila addirittura hanno meno di 15 alunni e dunque non andranno divise. Sia la ministra Lucia Azzolina che la sua vice Anna Ascani hanno più volte parlato di scuole fuori dalle aule e della possibilità di avvalersi di operatori e volontari delle cooperative che già lavorano con le scuole. E’ possibile che si ampli la possibilità per i presidi di decidere in autonomia una parte del programma: fino ad oggi hanno a disposizione il 20 per cento del tempo scuola di elementari e medie per attività che possono essere offerte alla classe e gestite insieme alle cooperative (teatro, visite culturali, lingue, per citare le più diffuse), ma è sempre necessaria la presenza e la supervisione dell’insegnante.
Gli spazi mancanti
Resta l’ipotesi per i presidi di cercare nuovi spazi nelle zone vicine alle scuole per allestire aule o laboratori per poter lavorare in sicurezza con i gruppi di studenti. Saranno loro, i dirigenti scolastici, a dover gestire tutti i dettagli della ripresa nele loro scuole: a loro verrà lasciata molta libertà di interpretare le indicazioni ma anche moltissima responsabilità. Nei prossimi giorni Patrizio Bianchi incontrerà la ministra Azzolina per esporle i primi risultati: molto però dipenderà dal protocollo per la sicurezza che il ministero della Salute dovrà elaborare nelle prossime settimane.