«A 66 anni compiuti ho una certezza: posso pittare il sole, ma nella vita mi si ricorderà per due cose. Nella vita ognuno ha il suo destino». E il suo destino qual è?«Essere ricordato per la commissione di vigilanza e per il flirt giovanile con Barbara D’Urso». Sorride sornione Riccardo Villari, nel suo ufficio di presidente del circolo del Tennis Napoli, ricordando le sue stagioni di deputato, senatore, medico, docente universitario, e i due infuocati mesi da presidente della commissione di Vigilanza Rai. Comunque meglio che essere ricordato per il cambio di quattordici casacche.«Questa è una cosa che mi fa sorridere. Nel merito ebbi una discussione con Gasparri: per loro sono state evoluzioni in uno stesso partito, a me si è detto voltagabbana». Non minimizzi, le sue sono state belle virate. «Ho avuto una linea in cui mi sono riconosciuto fino alla frattura con il Pd, una strada seguita dopo il travaglio post democristiano: lasciavo un partito che scompariva. Poi c’è stato lo scontro sulla commissione di Vigilanza» Si è attaccato alla poltrona. Lo rifarebbe?«Fu un errore, ma mi aiutarono a sbagliare. Oggi non mi arroccherei in quella posizione». Chi l’ha aiutata a sbagliare?«Veltroni, avrebbe dovuto svolgere un ruolo più persuasivo. Ebbi solo D’Alema e Franceschini che condivisero con me riflessioni più puntuali, che davano una dignità all’interlocutore. Poi andai nel gruppo misto». E la tessera dei radicali?«Ho sempre avuto la doppia tessera. La vera sorpresa fu Berlusconi. Mi chiamò e mi disse che avevo sbagliato a non candidarmi sindaco a Napoli e che mi voleva nel Governo. Dopo due mesi Salvo Nastasi mi comunicò che ero sottosegretario ai Beni culturali. Un impegno portato avanti in grande libertà, il mio fiore all’occhiello sono i cento milioni per Pompei». Nel 2018 lascia la politica.«E oggi posso dire che intimamente mi sento sempre democristiano, al di là dei cambi. I partiti oggi sono comitati elettorali nati intorno ad una leadership, non c’è più cultura: io sento di appartenere al mondo di allora». Il suo vero punto fermo è stato il circolo.«É il luogo che mai ho tradito e dove non ho mai portato neanche la politica: non facevo campagna elettorale qui, dove erano peraltro soci i miei genitori. Sono diventato socio a 6/7 anni e ho fatto tutta la trafila». É sempre stato piacione: come si vede oggi? «Non vorrei essere banale, ma mi sento sempre lo stesso. Giovane, gagliardo…». Ha fama di tombeur de femme. «Mi sono difeso. E sono stato fortunato: ho avuto donne molto belle, intelligenti. Sono sempre stato pronto a nuove scoperte: mi sono sposato a 24 anni, ho avuto un solo figlio e mi sono separato a 31. Quando tagli il cordone con la famiglia così giovane è come se andassi in mare aperto, entri in un meccanismo da eterno fidanzato. C’è qualche difficoltà in più a costruire». Pare abbia una predilezione per le bionde.«Se le metto in fila è così. Comunque a me piacciono le donne belle, che ti emozionano, che ti tengono sulla corda». É figlio dell’alta borghesia napoletana, posillipino, uomo di mondo: quanto le è servita questa base per emergere?«Certo so dove e come stare, ho uso di mondo, una certa sensibilità. Ma ho conosciuto persone umili di origini che si sono collegate con il mondo in maniera stupefacente» Ed è riuscito in una operazione che farà scuola: assicurare al circolo la sua sede.«Ho sempre ritenuto che il circolo fosse espressione di una filiera, non una realtà isolata. In passato il problema vero è stato una amministrazione che non ha colto il valore dei circoli: ci vedeva come una realtà elitaria di sfaccendati, presi dal proprio godimento. Ora abbiamo interlocutori che colgono il senso della nostra comunità, quel che possiamo fare, con lo sport, per i ragazzi a rischio». Ha ottenuto una concessione per 30 anni: che canone pagherete?«Stiamo limando i dettagli. Cifre a parte, ci siamo fatti carico di una spesa importante: rispetto al passato il canone è raddoppiato e faremo fronte a un conguaglio». É soddisfatto?«Sì. Mi ero prefisso due cose: ottenere garanzie per la sede e ripristinare il grande torneo internazionale di Napoli, secondo solo a quello di Roma. Da piccolo facevo il raccattapalle, presidente era il conte Tommaso Leonetti e quest’anno lo facciamo per la seconda volte. Ho raggiunto i miei due obiettivi». Si dice che a lei essere chiamato presidente piaccia, fin dai tempi in cui fondò il club Napoli parlamento e ne assunse la guida.«Quando sei presidente una volta lo resti per sempre, con la Vigilanza, poi… Ora sono anche presidente di Città della Scienza ed è una sfida straordinaria: abbiamo ottenuto già bei risultati e io ho molti altri progetti, fra cui uno con Maurizio de Giovanni». É laureato in medicina ed è un infettivologo di fama: le si deve il vaccino contro l’epatite B. Le manca la professione?«Marcello Piazza voleva dissuadermi per farmi restare all’università. Ma io sono andato via e ho portato il metodo che ho imparato all’università in politica. Proficuamente». In corsia ha mai lavorato?«Facevo le guardie da specializzando». Poi disse a suo padre, medico, che entrava in politica. Come reagì?«Mi prese per mezzo pazzo, ma per me è stato un arricchimento. La politica è compromesso, corruzione ma è anche tante cose belle. Ti insegna molto, è una grande palestra che ha modificato in meglio il mio carattere: avevo una grande presunzione e molta arroganza». Però ha conservato una allure da bon vivant, fra ville a Capri, barche e mondanità.«Mastella e De Mita mi rimproveravano per questo: io ho conservato le mie abitudini, i miei amici e mi sono poi aperto a un certo sacrificio. De Mita, che mi chiamava alle 7 del mattino mentre ero a Capri chiedendomi se dormissi ancora, diceva ‘’Riccardo si fa concavo e si fa convesso’’. E aveva ragione perché io mi sforzo di andare incontro a tutto, mi piace vivere nel consenso. E, sì, mi piace giocare a tennis, andare in barca — sono un diportista della prima ora: prima la patente nautica poi quella automobilistica — e le cose belle. Però poi ho fatto il cammino di Santiago da solo». Digressione profana: è tornato più magro?«Ebbene sì, ho percorso 160 chilometri in otto giorni. E alla fine ho incontrato Gaetano Quagliariello: meno male perché c’è chi non crede che io abbia fatto il cammino. Lui è il mio testimone. Comunque è stata una esperienza bellissima, al di là del fatto fisico: sei solo con te stesso e viene fuori quello che sei, nuove idee, pensieri ed esperienze sopite» Che rapporto ha con la bilancia?«Un rapporto c’è, almeno quello. Il senso di sazietà mi fa stare bene, sono un buongustaio. Per lunghi periodi non mi peso, ma quando decido entro in competizione con me stesso e ottengo buoni risultati. Certo amo la convivialità, la sera esagero e mi piace scaricare la tensione sul cibo. Adoro il pane e il problema sono le quantità: preferisco privarmene in maniera assoluta piuttosto che centellinarlo». Vino, champagne?«Non sono un bevitore. Ho una compagna svedese che è una raffinata intenditrice: lei beve con piacere e ogni tanto le vado dietro». Sempre bionda, ma molto più giovane.«Un’altra bionda. Abbiamo 24 anni di differenza e non mi era mai successo. È più coetanea di mio figlio, che ha 40 anni, che mia» E suo figlio come vive questa cosa?«Con grande naturalezza, però lui è il cruccio della mia vita: la separazione è stato un momento di frattura mai ricomposta del tutto. Non abbiamo un buon rapporto e la cosa mi addolora: non so come fare, però ce la metto tutta. É questo il punto dolente: non riuscire a manifestare quello che sento e a trasferirgli la centralità che un figlio ha nella vita del padre. Mi auguro di trovare linguaggi nuovi». E suo nipote, Riccardo?«Ha un anno e mezzo. Una cosa istintivamente bellissima. Quando è nato e ho visto la foto del braccialetto con il mio nome e un codice fiscale quasi come il mio mi ha fatto effetto: ho avvertito il senso di continuità. E poi ho la fortuna di avere una bellissima nuora, Alessandra, che ha il senso di una armonia sostanziale». La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 17 maggio 2022 | 08:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-17 20:09:00, Da medico a senatore: il presidente del circolo del Tennis, tra 100 vite e 14 cambi di casacca: «Ma resto democristiano»,