Il dibattito sulla qualità dell’istruzione in Italia è sempre acceso, ma Luca Ricolfi, direttore della Fondazione “David Hume”, ha recentemente scosso le acque con il suo ultimo saggio “La rivoluzione del merito”.
Ricolfi sostiene che la scuola deve tornare a essere “difficile” per poter fornire un’istruzione di qualità e formare una classe dirigente competente.
Uno dei punti salienti del saggio è l’attenzione che Ricolfi pone sugli standard didattici ridotti, una scelta che, a suo dire, è particolarmente sostenuta da una certa sinistra politica. Questa diminuzione degli standard ha portato a un livello di istruzione talmente basso da essere, in molti casi, inutile. Di conseguenza, i ceti popolari vengono tagliati fuori dal sapere, creando un circolo vizioso di disuguaglianza e scarsa mobilità sociale.
In un’intervista a Panorama, Ricolfi non risparmia nemmeno i genitori moderni, etichettandoli come una “sciagura”. Il contesto educativo attuale, caratterizzato da un accesso semplificato e da un minore rigore, non fa che alimentare questa dinamica, a scapito dell’educazione delle nuove generazioni.
Per Ricolfi, la soluzione è chiara: la scuola deve tornare a essere un luogo di formazione rigorosa, con standard elevati, che spingano tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro origine sociale, a superarsi. Solo in questo modo si potrà formare una classe dirigente inclusiva e competente, capace di navigare le complessità del mondo moderno.
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