Riforma del fisco, è ancora asse tra Berlusconi e Salvini

Riforma del fisco, è ancora asse tra Berlusconi e Salvini

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di Marco Cremonesi e Paola Di Carodi Vertice tra i leader di Lega e Forza Italia dopo il caso Palermo (e le critiche di Meloni). Il pressing contro l’aumento delle tasse «Non possiamo mollare». Se si dovesse riassumere in tre parole il faccia a faccia di ieri pomeriggio tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, le parole sarebbero quelle. Il tema del no a qualsiasi aumento delle tasse sembra diventato fondante nel centrodestra di governo (vietato chiamarla federazione), anche se è difficile non notare — una volta di più — l’assenza di Giorgia Meloni dal quarto dei pomeriggi di Arcore dell’ultimo mese. Il tema delle Amministrative del 12 giugno resta sullo sfondo e, ancora più delicato, si staglia quello delle Regionali in Sicilia dove il centrodestra che sostiene Draghi, da una parte, e FdI dall’altra, sembrano aver imboccato la rotta della collisione. A voler essere maliziosi, addirittura, si potrebbe leggere il nuovo incontro come una risposta tra le righe del centrodestra a Meloni, che aveva invitato Berlusconi a «prendere in mano la situazione»: irritazione azzurra, nessuna risposta e nuovo incontro con Salvini. Ma il tema dell’incontro è stato appunto il fisco: i due leader «hanno fatto il punto della situazione politica con particolare riferimento alla riforma fiscale e alla necessità di non aumentare le tasse per famiglie e imprese». In realtà, Salvini e Berlusconi pare abbiano letto con occhi un po’ diversi l’intervista del direttore del Corriere, Luciano Fontana, a Mario Draghi. I leghisti hanno apprezzato il fatto che il premier, riguardo alla delega fiscale, abbia osservato che «c’è qualche margine di trattativa», anche se «gli elementi caratterizzanti della riforma restano». Mentre gli azzurri hanno drizzato le antenne per la frase immediatamente successiva: «Ovviamente qualsiasi modifica dovrà andare bene anche al centrosinistra». Le pressioni del centrodestra di governo non diminuiranno nei prossimi giorni. Per dirla con un leghista, «vogliamo una formulazione della delega fiscale che espliciti che non ci saranno aumenti. La semplificazione è sacrosanta, ma non deve diventare una beffa per i contribuenti». I due partiti si attendevano una convocazione, almeno tecnica, tra ieri e oggi. Ma la positività del premier al Covid ha rallentato i lavori. Anche su questo tema per i leghisti pesa la libertà di manovra di Fratelli d’Italia, che dall’opposizione può criticare la riforma senza problemi. E peraltro, la continua schermaglia tra i due partiti della destra è continuata anche negli ultimi giorni. La consigliera regionale Laura Corrotti ha infatti lasciato la Lega per Fratelli d’Italia, itinerario simile a quello di alcuni consiglieri nei Municipi della Capitale. Mentre a ore potrebbe annunciare l’approdo tra i salviniani del già sindaco di Amatrice (ex FdI) Sergio Pirozzi. © RIPRODUZIONE RISERVATA 19 aprile 2022 (modifica il 19 aprile 2022 | 22:09) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-19 20:13:00, Vertice tra i leader di Lega e Forza Italia dopo il caso Palermo (e le critiche di Meloni). Il pressing contro l’aumento delle tasse, Marco Cremonesi e Paola Di Caro

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