Giorgio Ragazzini del Gruppo di Firenze ha sottolineato l’importanza di promuovere una ‘Scuola del Merito e della Responsabilità’ in Italia. Sulla scia delle parole del Ministro Valditara, è evidente l’intenzione di restituire autorevolezza agli insegnanti e di innalzare la cultura del rispetto nel panorama scolastico.
Il Ministro Valditara ha più volte ripetuto l’intenzione di ridare “autorevolezza” agli insegnanti e di promuovere nella scuola “la cultura del rispetto”. Intanto è davvero importante – in concreto e simbolicamente – la decisione di far assistere dall’Avvocatura dello Stato i docenti aggrediti da genitori poco inclini a riconoscere le scorrettezze o l’impreparazione dei figli. Nei giorni scorsi ha poi colto l’occasione offerta dallo scandaloso 9 in condotta assegnato al teppistello che aveva “impallinato” una professoressa (stesso voto a un compagno per aver filmato
l’impresa) per promettere che in futuro il comportamento avrà un maggior peso nella valutazione complessiva. Ha aggiunto che va ripensato l’istituto della sospensione, da sostituire con “lavori socialmente utili”. Qualcosa del genere, in realtà, è già previsto, con altro nome, dallo Statuto degli studenti del 1999, anzi la norma stabilisce, a proposito delle sanzioni (anche una nota sul registro?) che “allo studente è sempre offerta la possibilità di convertirle in attività in favore della comunità scolastica”. Se quest’obbligo è stato largamente disatteso dalle scuole, è perché non è per nulla facile trovare attività effettivamente utili che non comportino rischi e che per di più devono per forza essere svolte sotto la vigilanza di un adulto (docente o custode che sia); e si può immaginare quanto sia praticabile sottrarne qualcuno ai propri compiti e ancor meno pagarlo per questo.
Il Ministro Valditara si dovrà dunque misurare con l’effettiva realizzabilità dei “lavori socialmente utili”, puntando sensatamente – come sembra di capire – su attività in campo sociale. Sarà indispensabile esaminare le esperienze che alcuni istituti hanno messo in pratica negli ultimi anni accordandosi con associazioni di volontariato, assumendo però come Ministero la responsabilità di costruire modelli organizzativi e di stipulare protocolli di collaborazione, dei quali si possano servire le singole scuole, evitando di costringerle ad accollarsi compiti insostenibili.
Sarebbe infine l’ora di fare un approfondito “tagliando” allo Statuto degli studenti, non solo superando il pressappochismo e anche una certa confusione che caratterizzano alcune sue parti, ma anche sburocratizzando l’esercizio dell’autorità educativa da parte della scuola. Una sanzione tempestiva è senza dubbio più utile e
più giusta. La sospensione non deve essere abolita, semmai adoperata, almeno nell’immediato, solo in casi specifici (per esempio in quello dello “sparatore” di cui sopra per ovvi motivi di serenità ambientale), senza escludere un’integrazione dei due provvedimenti. Infine, per i comportamenti più gravi o frequentemente ripetuti non può essere esclusa la non ammissione all’anno successivo o agli esami, per segnalare ai giovani (e alle loro famiglie) l’esistenza di limiti invalicabili.
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