di Enea Conti
Il multimilionario di Londra condannato a 4 anni. Diceva: tanto io sono intoccabile
RIMINI — Quando, martedì scorso, il suo avvocato le ha telefonato per dirle che il Tribunale di Rimini aveva condannato il suo ex fidanzato a quattro anni e otto mesi di reclusione per lesioni personali e maltrattamenti, l’incubo che aveva vissuto per quasi due anni tra Londra e Milano è sembrato finire. Almeno per un po’. E almeno in parte, perché lui è ancora libero, sebbene lontano.
Violenze
Valentina ha ventisette anni, è ancora scossa e non vuole parlare delle violenze e delle minacce subite per mesi senza poter fare nulla. È il suo legale, Umberto De Gregorio, a parlare per lei, riferendo il suo stato d’animo. «La mia cliente — spiega — ha ritrovato nella sentenza un po’ della serenità che aveva smarrito. Giustizia è stata fatta e finalmente anche il giudice ha creduto che nulla fosse frutto di sue esagerazioni o esasperazioni». Perché i racconti di Valentina hanno trovato riscontro nelle indagini della polizia di Rimini. Indagini che hanno ricostruito sofferenze e vessazioni.
Sfregio
Nel 2019 Valentina aveva 24 anni e da Rimini si era trasferita a Milano per lavoro. Era una aspirante modella. È qui che la ventisettenne aveva conosciuto Aiaz Hussain Shah, trentotto anni. Lui le aveva raccontato di fare il broker a Londra, le aveva parlato di un mondo dorato e pieno di possibilità. I due si fidanzarono, lui la invitò a trasferirsi in Inghilterra e lei lo seguì. Qui, nella capitale britannica, la loro relazione cambiò. In peggio, per Valentina, precipitata suo malgrado in una spirale di violenze fisiche e psicologiche che sarebbero andate avanti per due anni. Il periodo peggiore, quello della pandemia. Un giorno — ha raccontato la vittima — lui la minacciò con un coltello, glielo puntò addosso mentre con l’altra mano riprendeva la scena con lo smartphone. Voleva immortalare il terrore sul volto della ragazza. I giorni più duri — ha riferito sempre Valentina — sono stati quelli del lockdown della primavera 2020. Chiusa in casa, subiva angherie di ogni tipo. «Ti faccio uccidere, ti faccio stuprare per sfregio. Poi, con i soldi che ho mi compro tutti gli avvocati che voglio così nessuno mi potrà fare niente, continuerò a fare quello che sto facendo», le diceva Hussain.
Ferro da stiro
Martedì, in aula, sul banco del pubblico ministero Davide Ercolani era appoggiato un ferro da stiro. È diventato purtroppo l’emblema di questa storia drammatica: un oggetto domestico trasformato in un’arma. Era il novembre del 2020, la coppia si trovava a casa quando, durante, una lite Shah le bloccò il braccio per poi appoggiarci sopra quel ferro incandescente. Qualche giorno dopo, quasi a voler rincarare la dose, lui le sferrò un pugno proprio sull’ustione, facendola quasi svenire dal dolore e cadere a terra. I due si trovavano fuori casa, lui salì a bordo della sua Lamborghini e minacciò di investirla.
La Lambo
La Lamborghini è l’altro simbolo di questa storia. Un’auto di lusso, da milionari quale lui è. Ma non solo. Nel dicembre del 2020 la ventisettenne, ormai esasperata, decise di fare ritorno a Rimini a casa dei suoi genitori: non poteva immaginare che di lì a pochi giorni Shah sarebbe arrivato fin sotto casa sua a bordo di quell’auto color oro con la quale a Londra aveva provato a investirla. Quel giorno, fu l’avvocato Umberto De Gregorio a chiamare la polizia dopo le richieste di aiuto della sua assistita. L’arroganza di Shah non si placò neppure di fronte agli agenti. «Non potete farmi nulla, non mi succederà nulla perché in questo Paese posso comprare chi voglio», urlava sicuro di sé. Ma, almeno per il momento, non è andata così.
22 settembre 2022 (modifica il 22 settembre 2022 | 07:38)
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, 2022-09-22 05:42:00, Il multimilionario di Londra condannato a 4 anni. Diceva: tanto io sono intoccabile, Enea Conti