energia
di Fausta Chiesa11 set 2022
Ammonta a oltre 1,5 miliardi, forse anche due miliardi — secondo una fonte del Corriere — l’ammontare del prelievo fiscale sulle rinnovabili che il Gestore Servizi Energetici sta ultimando di calcolare. Si tratta del «meccanismo di compensazione a due vie», previsto a febbraio dal decreto Sostegni ter e che il decreto Aiuti ha esteso fino al 30 giugno 2023, allargando anche il perimetro delle società soggette al prelievo, in base al quale tutta la vendita di energia elettrica sopra un certo prezzo, fissato dal governo in circa 60 euro al megawattora, è considerata un extra-profitto.
Utili che non saranno tassati, bensì completamente prelevati dallo Stato che li utilizzerà come risorse aggiuntive per pagare gli oneri generali di sistema e azzerarli in bolletta.Ma c’è un problema. Il Gse tra il 28 e il 29 agosto è stato colpito da un attacco hacker russo e i sistemi sono tuttora parzialmente fuori uso. Le aziende energetiche avevano tempo fino al 9 settembre per presentare le dichiarazioni di esenzione, ma non hanno potuto farlo. Tra domani e martedì il Gse comunicherà il nuovo termine. Ma i tempi dell’analisi – per altro complessa perché fatta su singolo impianto – slittano.
Il calcolo degli extra-profitti potrebbe essere pronto tra due settimane, ma difficilmente l’importo sarà incassato in tempo utile per permettere all’Arera di stabilire, facendo affidamento su quelle risorse, le tariffe della luce del quarto trimestre, che scatta dal primo ottobre. Sul prelievo pendono anche i ricorsi presentati da alcune aziende: l’udienza del Tar Lombardia è fissata il 21 settembre.
Il meccanismo
Ma come funziona esattamente il «meccanismo di compensazione a due vie» e perché si chiama così? «Il meccanismo – spiega Simona benedettini, economista dell’energia – è definito “di compensazione a due vie” poiché gli impianti interessati dalla misura dovranno ricevere o versare un importo, a seconda che sia positivo o negativo, corrispondente alla differenza tra un prezzo di riferimento, indicato nel Decreto, e il prezzo di vendita dell’energia elettrica prodotta».
La misura è stata introdotta con il decreto Sostegni Ter lo scorso febbraio e – spiega ancora Benedettini – «riguarda due tipologie di impianti di generazione elettrica da fonti rinnovabili. In particolare: gli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 20 kW che beneficiano di incentivi nella forma di importi fissi per kWh prodotti; e gli impianti di potenza superiore a 20 kW alimentati da fonte solare, idroelettrica, geotermoelettrica ed eolica che non beneficiano di incentivi e sono entrati in funzione prima del 1° gennaio 2010. Il prezzo di riferimento è differenziato per zone geografiche. Ossia per le zone in cui è suddivisa la rete di trasmissione elettrica e a cui possono connettersi gli impianti. Il prezzo di riferimento può variare da un minimo di €56/MWh a un massimo di €75/MWh a secondo degli impianti».
Il dl Aiuti approvato a inizio agosto ha esteso il periodo di applicazione del meccanismo al 30 giugno 2023. La misura non è quindi una tassa. Diversamente, è un meccanismo che fissa una remunerazione ritenuta “equa” per gli impianti rinnovabili (ossia il prezzo di riferimento) e che utilizza il valore in eccesso per finanziare le misure a sostegno delle bollette di famiglie e imprese.
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, 2022-09-11 13:28:00, Dopo l’attacco hacker ai sistemi del Gse il calcolo degli utili delle società energetiche che verranno prelevati dallo Stato è in ritardo e forse non sarà pronto in tempo per calcolare le tariffe del quarto trimestre facendo affidamento su quelle risorse, Fausta Chiesa