Mentre è in corso all’Aran il confronto con i sindacati per la trattativa relativa al rinnovo della parte normativa del contratto scuola 2019/2021, che dovrebbe chiudersi tra oggi e domani, continua la protesta degli assistenti amministrativi delle scuole, come riporta Ansa.
Le richieste degli Ata
“Stanchi di essere costantemente dimenticati, di essere caricati di lavoro fino all’inverosimile, con una retribuzione riferita a un profilo di 20 anni fa, aumentate le responsabilità e diminuiti i posti”, questo ciò che afferma la categoria. Gli assistenti amministrativi delle segreterie scolastiche si stanno organizzando: petizioni, class action, proteste da tutta Italia organizzate anche attraverso i social.
È proprio interagendo tra loro che hanno deciso di rompere il silenzio. Un gruppo class action sta facendo da apripista per il riconoscimento dell’Area C, che pur esistendo sulla carta non è mai stata di fatto resa disponibile sull’organico. Un gruppo di Palermo, determinato e agguerrito, sta ottenendo attenzione a livello regionale. Un gruppo nazionale spontaneo, creato appositamente sul web, che ha raggiunto in tre giorni più di 700 iscritti, ha scritto una lettera aperta al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, al Mim, alle organizzazioni sindacali, agli organi di informazione.
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La delusione di molti lavoratori della scuola
Salvo colpi di scena, non dovrebbero essere approvati stravolgimenti rispetto all’attuale impianto normativo: né rispetto alla richiesta della parte pubblica di dare una “stretta” al codice disciplinare degli insegnanti, ma nemmeno rispetto alla richiesta dei sindacati di introdurre dei profili professionali intermedi, soprattutto per il personale Ata, per chi ha delicate funzioni di coordinamento.
Il rammarico per i lavoratori della scuola è alto, perché le aspettative per l’integrazione erano notevoli. Soprattutto da parte del personale Ata, per il quale si dovrebbero approvare dei nuovi profili ma senza sostanziali modifiche. L’ipotesi, come abbiamo scritto, non convince l’Anquap, associazione nazionale quadri della pubblica amministrazione, che già si era fatta sentire qualche mese fa perché nella legge di Bilancio 2023 il personale Ata sembrava dimenticato: anche stavolta, in avvio della due-giorni di confronto Aran-Sindacati, l’associazione Anquap ha organizzato una protesta di piazza.
“L’Anquap – si legge in una nota dell’associazione dei quadri della Pa – vuole esprimere con forza il disagio della condizione lavorativa nelle segreterie scolastiche che ha raggiunto livelli di guardia per la mole quantitativa e qualitativa delle funzioni attribuite alle scuole e dei compiti che gravano sui Direttori Sga e sugli Assistenti Amministrativi”.
In particolare, fa notare l’Anquap, “ai direttori Sga spetta il riconoscimento dello status di elevate qualificazioni, senza prevedere inconcepibili incarichi a termine e irrealizzabili incarichi “ad interim”. Le scuole sempre più grandi, complesse e frazionate, hanno bisogno della presenza a tempo pieno di un Dirigente scolastico e di un Direttore Sga che ne garantiscano il corretto funzionamento amministrativo, contabile e organizzativo”.
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