Le cronache hanno raccontato spesso di aggressioni ad insegnanti da parte di genitori ed alunni, di tensioni con la dirigenza, mentre la società richiede sempre di più alla figura dell’insegnante, che però viene considerata (non solo in termini economici) sempre meno. Presidi e insegnanti sempre più a rischio stress, per non parlare dei DSGA e di tutto il personale ATA. Anni di ricerche e il costante aumento dell’attenzione dell’Unione Europea verso il tema dello stress lavoro correlato hanno reso ormai sufficientemente conosciuti i principali fattori lavorativi che possono portare ai cosiddetti rischi psicosociali, al rischio stress e a vari altri problemi di salute negli ambienti di lavoro. Tuttoscuola, al tema del stress da lavoro correlato e, più in generale, delle malattie professionali per chi lavora nel mondo della scuola, ha dedicato un mini ciclo di webinar dal titolo “Stress da lavoro correlato e burnout: rischi e malattie professionali dei docenti” di cui sono disponibili da subito le registrazioni. Intanto vediamo quali sono i fattori che possono portare al burnout a scuola secondo la recente “ Guida elettronica sulla gestione dello stress e dei rischi psicosociali”, realizzata in occasione della campagna europea “Ambienti di lavoro sani e sicuri per la gestione dello stress”.
1. Cause burnout: troppe richieste
Il primo fattore di rischio su cui la guida si sofferma è la presenza di richieste eccessive a cui non si riesce a far fronte.
Se alcune persone sono in grado di gestire lavori molto impegnativi nell’ambito dei quali sono sottoposte a molte sfide e pressioni, queste richieste possono causare stress se una persona sente di non riuscire a farvi fronte o di non avere abbastanza controllo su di esse. Ciò potrebbe essere dovuto a diversi fattori, tra cui:
– capacità e abilità non commisurate al lavoro richiesto. Ricordando che non ricevere sufficienti richieste può essere un problema tanto quanto averne troppe (lavoro sottoqualificato e sovraqualificato);
– elevato carico di lavoro;
– richiesta di essere sempre disponibili a lavorare;
– alta pressione emotiva;
– scadenze non rispettabili entro il tempo a disposizione;
– percepire che le preoccupazioni su tali fattori non siano riconosciute o affrontate nell’ambiente di lavoro.
2. Cause burnout: l’ambiente di lavoro
L’ambiente di lavoro fisico può anche peggiorare le cose poiché può essere difficile concentrarsi in presenza di temperature elevate o in ambienti rumorosi. Negli ambienti di lavoro spesso le persone hanno “difficoltà ad ammettere di avere problemi a causa delle eccessive richieste, forse perché lo vedono come un segno di debolezza o inadeguatezza. Per questo motivo è bene monitorare e gestire le richieste e le risorse lavorative con attenzione.
3. Cause burnout: mancanza di controllo
Un altro fattore spesso rilevato riguardo ai rischi psicosociali è la mancanza di controllo personale, cioè il non avere sufficiente influenza su come viene svolto il lavoro. In questo senso è bene ricordare che:
– avere il controllo è positivo: il livello di controllo che una persona ha sul modo in cui lavora può influenzare la misura in cui sperimenta lo stress. Questo spesso riflette un equilibrio tra la quantità di controllo che ha e la quantità di controllo che gli altri esercitano su ciò che fa. Quando una persona si aspetta di avere controllo e influenza su come pianificare ed eseguire il lavoro – e li ottiene – ciò la aiuta ad affrontare le sfide a cui viene sottoposta;
– non avere il controllo è negativo: se una persona non ha il controllo che si attende, se sono gli altri a determinare il ritmo o la modalità di svolgimento del lavoro, ciò può aumentare la sensazione di stress. Anche non avere il controllo su altri pericoli può contribuire ad aumentare lo stress; per esempio, una scarsa attitudine alla sicurezza all’interno di un’organizzazione può causare stress in una persona che non può farci niente, soprattutto se sente che la sua sicurezza è a rischio.
4. Cause burnout: mancanza di supporto
La presenza di stress da lavoro è poi a volte correlata alla mancanza di un supporto adeguato da parte di dirigenti o colleghi. Ciò può essere dovuto all’inadeguatezza delle informazioni e delle risorse fornite dall’organizzazione al lavoratore per svolgere il suo lavoro, oppure al mancato riconoscimento altrui delle richieste da affrontare e dei requisiti per affrontarle o del lavoro svolto. Supporto e feedback positivo, sia da colleghi, sia da chi li dirige, possono aiutare ad affrontare le richieste lavorative. Se ricevono supporto, le persone hanno maggiori probabilità di essere in grado di far fronte ad elevati livelli di pressione o di richieste. Il supporto può assumere la forma del sostegno sociale o del sostegno diretto nello svolgimento del lavoro”.
5. Cause burnout: comportamenti sbagliati
Un evidente fattore di stress sono poi i comportamenti inaccettabili sul luogo di lavoro, comprese molestie e violenze. A questo proposito la guida ricorda che:
– sebbene le differenze di opinione siano normali in un ambiente di lavoro, le relazioni sul lavoro possono causare stress quando le persone sono soggette a discriminazione, a conflitti irrisolti con gli altri o se subiscono un comportamento inaccettabile di natura fisica o morale. A volte un lavoratore può sentirsi trattato in modo non equo rispetto ai colleghi o può pensare che le sue preoccupazioni sulle questioni di lavoro (per esempio problemi di sicurezza) non vengano prese sul serio arrivando così ad un possibile conflitto.
– Le molestie – che possono essere viste di volta in volta anche come bullismo, mobbing o violenza psicologica – sono ampiamente riconosciute come un rischio psicosociale sul luogo di lavoro. Si parla di molestie quando ci si trova di fronte a un comportamento ripetuto e irragionevole contro un lavoratore o un gruppo di lavoratori, volto a perseguitare, umiliare, intimidire e minacciare le persone prese di mira. Le molestie possono comprendere sia attacchi verbali che fisici, nonché atti più impercettibili come l’isolamento sociale. Includono anche le molestie sessuali, un termine che indica qualsiasi forma di condotta indesiderata – verbale, non verbale o fisica – di natura sessuale.
In certi casi è una persona specifica ad essere responsabile delle molestie. In altre occasioni un ambiente di lavoro carente dal punto di vista psicosociale favorisce il tipo di atteggiamento e di comportamento che permette lo sviluppo delle molestie. In questi casi, altri lavoratori potrebbero essere più propensi a partecipare e a unirsi al comportamento molesto.
6. Cause burnout: il conflitto di ruolo
Un altro fattore di rischio è relativo al conflitto di ruolo o assenza di trasparenza, al non comprendere ruoli e responsabilità.
Infatti spesso lo stress insorge quando vi è mancanza di chiarezza sui diversi ruoli e sulle responsabilità che hanno le persone, oppure quando tali ruoli e responsabilità portano a un conflitto. Ad esempio, una persona con una serie di responsabilità potrebbe scoprire che queste alle volte sono in conflitto con i colleghi, con i dirigenti o con altre persone (ad esempio, clienti), e che le impongono richieste diverse che trova difficile risolvere o gestire. Oppure potrebbe essere chiesto a una persona di svolgere mansioni che non vede come parte del suo lavoro (o che considera compito di qualcun altro). Questo potrebbe accadere perché gli altri non sono chiari sulle proprie competenze, o perché nessuno sa chi dovrebbe svolgere il compito in questione.
Inoltre un’altra potenziale fonte di stress si configura “quando una persona sente che il suo ruolo non è commisurato alle proprie capacità e abilità: può sentirsi stressata sia perché le vengono affidati ruoli superiori alle sue capacità, oppure perché le viene chiesto di assumersi responsabilità che ritiene degradanti o non stimolanti. È importante garantire che tutte le persone coinvolte abbiano chiari i propri ruoli e quelli delle altre persone che lavorano con loro”.
7. Cause burnout: scarsa gestione del cambiamento
Altro fattore di rischio che potrebbe causare il burnout è anche la scarsa gestione del cambiamento, cioè il non essere sufficientemente coinvolti o informati dei cambiamenti organizzativi. Infatti – soprattutto se gestito o comunicato male – “il cambiamento all’interno di un’organizzazione può portare a incertezza e dubbi, e a sua volta ciò può far sentire le persone stressate. In qualche modo, l’incertezza del futuro può essere peggiore della conoscenza stessa”.
8. Cause burnout: la vita fuori dalla scuola
Vi sono anche fattori di rischio che potrebbero essere causa di burnout esterni al lavoro. Possono essere:
– problemi di equilibrio vita-lavoro, difficoltà a destreggiarsi tra le esigenze lavorative e personali: il raggiungimento di un adeguato equilibrio tra lavoro e vita personale (comprensiva sia dell’ambiente domestico che della vita in generale nella comunità), è importante;
– affrontare eventi importanti della vita (matrimonio, gravidanza e cura dei figli, divorzio, trasloco): non solo gli eventi negativi (lutti, malattie, separazioni) possono essere molto impegnativi per chi ne è coinvolto;
– problemi personali e sociali, ad esempio problemi di stile di vita, alcol e droghe, condizioni di vita: una persona potrebbe ricorrere al fumo, all’alcool o all’assunzione di droghe come un modo per cercare di “staccare” e far fronte allo stress. Altre volte l’uso di alcool o di droghe può essere una concausa dei problemi, soprattutto quando inizia a incidere sulla ‘capacità di funzionamento’ di una persona;
– conflittualità, molestie, mancanza di supporto;
– problemi economici:
– malattie/lutti: gestire una malattia o un lutto può essere stressante mentre si cerca di affrontare e accettare la malattia o la perdita. E questo può portare ad un aumento dei sentimenti di tristezza o di rabbia, con potenziali implicazioni per la salute mentale. Anche altre richieste, ad esempio organizzare il funerale o altre attività, oltre alle eventuali implicazioni economiche, possono contribuire allo stress.
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, , Pubblicato da Redazione Tuttoscuola
Le cronache hanno raccontato spesso di aggressioni ad insegnanti da parte di genitori ed alunni, di tensioni con la dirigenza, mentre la società richiede sempre di più alla figura dell’insegnante, che però viene considerata (non solo in termini economici) sempre meno. Presidi e insegnanti sempre più a rischio stress, per non parlare dei DSGA e di tutto il personale ATA. Anni […]
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