crisi energetica
di Francesca Basso12 set 2022
STRASBURGO – Un regolamento del Consiglio composto di venti articoli divisi in tre capitoli stabilisce le «misure eccezionali, mirate e limitate nel tempo» che la Commissione Ue ha individuato su mandato degli Stati membri per ridurre il consumo di energia elettrica (nelle tre-quattro ore di punta nei giorni feriali), per limitare i ricavi di mercato che alcuni produttori ricevono dalla generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili, nucleare e lignite e ridistribuirli a famiglie e aziende per mitigare gli effetti dei prezzi elevati dell’energia elettrica. C’è anche un contributo temporaneo di solidarietà per le imprese dell’Ue che operano esclusivamente nei settori del petrolio, del gas, del carbone e delle raffinerie.
Nella bozza di regolamento del Consiglio che il Collegio dei commissari si appresta ad approvare oggi non c’è però una parte dedicata a un tetto al prezzo del gas né alle misure per aiutare le utility in difficoltà con la liquidità (su cui vanno risolti aspetti giuridici): serve più tempo alla Commissione. Sarà però la presidente Ursula von der Leyen domani, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione a illustrare le mosse dell’Ue per vincere la battaglia dell’energia con la Russia. Già all’indomani del consiglio Energia straordinario che aveva dato mandato alla Commissione di fare una proposta su un tetto al prezzo del gas (senza specificare se su quello russo o su tutto il metano importato nell’Ue) la presidente von der Leyen aveva preso tempo e sabato in un tweet aveva spiegato che «sul costo del gas, continuiamo a lavorare su risposte adatte a un mercato globale. Obiettivo: garantire prezzi più bassi in Europa garantendo la sicurezza dell’approvvigionamento». La Norvegia, che ora ci fornisce più gas della Russia (che è scesa al 9% dal 40% di prima della guerra), non ha nascosto il suo scetticismo sul tetto al prezzo del gas.
Il tempo però stringe. «In questa difficile situazione» legata all’energia «ulteriori ritardi» da parte dei leader Ue nel decidere misure contro il caro prezzi «non sarebbero compresi dai cittadini europei». Il regolamento dovrà infatti essere approvato dagli Stati membri a maggioranza qualificata (almeno 15 Paesi rappresentanti il 65% della popolazione dell’Ue).
Ma «è bastato parlare di tetto al prezzo del gas, e il prezzo è caduto», ha osservato ieri il ministro per la Transizione energetica Roberto Cingolani su Radio24. Complice anche il fatto che ormai gli stoccaggi Ue sono pieni oltre l’80%. Ieri sul mercato di Amsterdam (Ttf) il gas è sceso sotto i 200 euro per megawattora, livello che non si vedeva da un mese, chiudendo a 191,025 euro per megawattora, in calo di circa l’8% (contratti scadenza a ottobre). Cingolani ha anche spiegato che il governo sta lavorando a un provvedimento per fornire gas a prezzo controllato alle aziende in sofferenza per il caro energia e andare incontro alle compagnie che dovranno fornire il metano e che sono quotate: «Stiamo pensando di consentire l’estrazione di una quantità piccola ma significativa di gas, 4 o 5 miliardi di metri cubi sui giacimenti esistenti, senza contare l’alto Adriatico che è critico per tanti motivi, per aumentare l’autonomia italiana e acconsentire agli operatori di compensare questo sforzo che farebbero per dare alle nostre aziende gas a prezzo scontato». Serve un lavoro di squadra. A ribadirlo è il presidente di Confindustria Carlo Bonomi: «Bisogna fare un piano di razionamento e bisogna farlo insieme perché se fermiamo le imprese, fermiamo il Paese e se le imprese chiudono non riaprono più».
Intanto continua l’impegno dell’Eni per la diversificazione degli approvvigionamenti. L’amministratore delegato Claudio Descalzi ieri ha incontrato ad Abu Dhabi il ministro dell’Industria degli Emirati Arabi Uniti Sultan Ahmed Al Jaber, direttore generale e ceo della National oil company di Abu Dhabi (Adnoc) per discutere di aree di interesse comune e accelerare i progetti esistenti.
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, 2022-09-12 22:33:00,
crisi energetica
di Francesca Basso12 set 2022
STRASBURGO – Un regolamento del Consiglio composto di venti articoli divisi in tre capitoli stabilisce le «misure eccezionali, mirate e limitate nel tempo» che la Commissione Ue ha individuato su mandato degli Stati membri per ridurre il consumo di energia elettrica (nelle tre-quattro ore di punta nei giorni feriali), per limitare i ricavi di mercato che alcuni produttori ricevono dalla generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili, nucleare e lignite e ridistribuirli a famiglie e aziende per mitigare gli effetti dei prezzi elevati dell’energia elettrica. C’è anche un contributo temporaneo di solidarietà per le imprese dell’Ue che operano esclusivamente nei settori del petrolio, del gas, del carbone e delle raffinerie.
Nella bozza di regolamento del Consiglio che il Collegio dei commissari si appresta ad approvare oggi non c’è però una parte dedicata a un tetto al prezzo del gas né alle misure per aiutare le utility in difficoltà con la liquidità (su cui vanno risolti aspetti giuridici): serve più tempo alla Commissione. Sarà però la presidente Ursula von der Leyen domani, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione a illustrare le mosse dell’Ue per vincere la battaglia dell’energia con la Russia. Già all’indomani del consiglio Energia straordinario che aveva dato mandato alla Commissione di fare una proposta su un tetto al prezzo del gas (senza specificare se su quello russo o su tutto il metano importato nell’Ue) la presidente von der Leyen aveva preso tempo e sabato in un tweet aveva spiegato che «sul costo del gas, continuiamo a lavorare su risposte adatte a un mercato globale. Obiettivo: garantire prezzi più bassi in Europa garantendo la sicurezza dell’approvvigionamento». La Norvegia, che ora ci fornisce più gas della Russia (che è scesa al 9% dal 40% di prima della guerra), non ha nascosto il suo scetticismo sul tetto al prezzo del gas.
Il tempo però stringe. «In questa difficile situazione» legata all’energia «ulteriori ritardi» da parte dei leader Ue nel decidere misure contro il caro prezzi «non sarebbero compresi dai cittadini europei». Il regolamento dovrà infatti essere approvato dagli Stati membri a maggioranza qualificata (almeno 15 Paesi rappresentanti il 65% della popolazione dell’Ue).
Ma «è bastato parlare di tetto al prezzo del gas, e il prezzo è caduto», ha osservato ieri il ministro per la Transizione energetica Roberto Cingolani su Radio24. Complice anche il fatto che ormai gli stoccaggi Ue sono pieni oltre l’80%. Ieri sul mercato di Amsterdam (Ttf) il gas è sceso sotto i 200 euro per megawattora, livello che non si vedeva da un mese, chiudendo a 191,025 euro per megawattora, in calo di circa l’8% (contratti scadenza a ottobre). Cingolani ha anche spiegato che il governo sta lavorando a un provvedimento per fornire gas a prezzo controllato alle aziende in sofferenza per il caro energia e andare incontro alle compagnie che dovranno fornire il metano e che sono quotate: «Stiamo pensando di consentire l’estrazione di una quantità piccola ma significativa di gas, 4 o 5 miliardi di metri cubi sui giacimenti esistenti, senza contare l’alto Adriatico che è critico per tanti motivi, per aumentare l’autonomia italiana e acconsentire agli operatori di compensare questo sforzo che farebbero per dare alle nostre aziende gas a prezzo scontato». Serve un lavoro di squadra. A ribadirlo è il presidente di Confindustria Carlo Bonomi: «Bisogna fare un piano di razionamento e bisogna farlo insieme perché se fermiamo le imprese, fermiamo il Paese e se le imprese chiudono non riaprono più».
Intanto continua l’impegno dell’Eni per la diversificazione degli approvvigionamenti. L’amministratore delegato Claudio Descalzi ieri ha incontrato ad Abu Dhabi il ministro dell’Industria degli Emirati Arabi Uniti Sultan Ahmed Al Jaber, direttore generale e ceo della National oil company di Abu Dhabi (Adnoc) per discutere di aree di interesse comune e accelerare i progetti esistenti.
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